Una delle cose più importanti che ho imparato nella vita è che non bisogna sostituirsi agli altri, fare al posto loro, neppure con la buona intenzione di aiutare.
Non fai un favore a tuo figlio quando fai tu al posto suo perché fai più veloce, lui così non impara.
Non fai un favore al collega quando finisci il suo lavoro perché vuoi essere gentile, mentre lui non ricambia mai.
Non fai un favore al tuo partner quando ti accolli routine pesanti, senza condivisione dei compiti.
Quando ti sostituisci nella responsabilità di un’altra persona, soprattutto quando l’aiuto non ti viene richiesto, causi danno alla persona: essa non risolve, non impara, non trova la soluzione, non cresce.
Indicare la via, essere d’esempio, è un’ altra cosa.
Riesci a distinguere quando aiuti e quando ti sostituisci?
Un insegnante sa le risposte, ma attende che sia l’alunno a trovarle, a fare quel processo mentale che porta alla soluzione. Un maestro ti insegna il mestiere e ti lascia sbagliare finché non alleni la mano alla perfezione dell’arte, mostrandoti come si fa, ma non tiene la tua mano finché crei.
“Quelli a cui ti sostituisci si distruggeranno” .
Lasciar sbagliare è una tematica tosta per noi genitori. Vorremmo che la via percorsa dai nostri figli fosse facile, ma non è così che svilupperanno le competenze per la vita. Vorremmo che non si facessero mai male, ma sappiamo che grazie alle cadute abbiamo imparato a rialzarci e a correre con attenzione.
Sostituirsi è rubare l’esperienza.
Quando i miei pazienti chiedono soluzioni ai loro problemi, hanno fretta di risolvere, inizio con esercizi di respirazione per sviluppare la pazienza, con la meditazione per potenziare l’ attenzione, con una buona depurazione per corpo e mente, che rafforza la volontà e il corpo.
Anche se dessi soluzioni immediate e svelassi segreti, non potrebbero applicarli con efficacia, senza aver costruito prima la consapevolezza del processo cura. Sperimentare da soli le mie indicazioni e guadagnare la meravigliosa sensazione di avercela fatta fa la differenza.
Posso aiutare mio figlio, ma devo soprattutto mostrargli come si fa e lasciarlo fare da solo. Posso aiutare il mio collega una volta, ma dovrà ricambiare e anche imparare ad organizzarsi nel lavoro.
Sento tante persone lamentarsi perché portano i carichi di altri e chiedo “perché non lasci la presa, non ti prendi il tuo spazio, il tuo tempo, la tua leggerezza?”
Sostituirsi non è mai amore, ricordalo.
Klaudia
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