Piccolo esercizio d’amore
“Non c’è presa di coscienza senza dolore”C. G. Jung.
Lessi un libro da ragazza, dove in un capitolo un padre esortava le figlie a mettersi a tavola pettinate, col viso pulito e gli abiti in ordine, per onorare lo stare insieme, anche se non era domenica … Mi è rimasta impressa dentro come un quadro quella scena di un momento conviviale semplice e armonioso, in un giorno qualunque, dove la cura di sé è un valore trasmesso da un padre che ama le sue figlie e fa una semplice richiesta che vale molto più di ciò che chiede.
Il rispetto degli altri passa anche attraverso la cura di sé stessi ed è un valore che si apprende in famiglia. Avere un aspetto curato, sano, esprimere gioia e luce nel volto, non si possono falsificare, devono corrispondere a salute e vera gioia. Se ti prendi cura di te, si vede, si sente. Quando soddisfi un bisogno dell’anima, le dai spazio per esprimersi, dai voce a un tuo talento, o ti nutri d’arte e bellezza, la luce di quella gioia illumina anche gli altri, dal tuo volto.
Quando curi il corpo, dandogli il nutrimento corretto secondo il tuo stile di vita e concedendogli il riposo che merita alternato all’allenamento necessario per mantenerlo forte e sano, si vede. Serve ingegno e fantasia a volte per trovare il tempo e il modo per prendersi cura di sé, ma spesso è solo questione di uscire dalla routine e di vincere la pigrizia. Viviamo in una cultura complessa che da un lato ha ancora il peso dei dogmi religiosi che vedono nel corpo un oggetto sul quale espiare i peccati, da offrire in pasto alle punizioni, mentre dall’altro lato c’è l’esaltazione del perfezionismo chirurgico. Sembra mancare la via di mezzo, dell’equilibrio, che è l’amore.
Si inizia dal corpo…
Amare il proprio strumento fisico di realizzazione, significa innanzitutto conoscerlo nella sua fisiologia e nei suoi limiti naturali, genetici e ambientali. Significa allenarlo correttamente e capire che siamo fatti per il movimento, che tutte le attività sedentarie bloccano l’energia vitale e il metabolismo. Corpo, mente, anima, vanno sempre allenati per stare in salute.
In Emozionologia il corpo è il punto di partenza per allenare le emozioni, conoscerle, capirle … la gestione delle emozioni attraverso il corpo è fondamentale, non basta rafforzare il potere mentale, ma è la sinergia delle azioni sui diversi piani che permette la buona gestione emozionale.
La cura di sé quindi è un primo passo, per quel lavoro profondo che serve per avere cura delle proprie emozioni. Avere cura delle proprie emozioni significa attraversare il dolore per capirlo, invece che infilarlo in un cassetto dell’anima o lasciarlo sedimentare nel corpo, dove diventerà malattia.
Diamo per scontato a volte che tutto si sistemi col tempo, speriamo che le nostre tempeste interiori si plachino e che i dolori dell’anima si dissolvano. Ma le ferite del tradimento, il vuoto della perdita, il peso di un’accusa ingiusta, gli effetti logoranti delle male lingue sul senso della nostra integrità, la fatica di perdonarci alcuni errori, sono solo alcuni esempi di ciò che ha bisogno di essere accolto con cura. Accogliere le proprie emozioni significa riconoscerle e dare loro uno spazio interiore di ascolto, viverle e predisporsi a lasciarle andare. Ciò che rimane dentro senza essere elaborato diventa un blocco energetico che sedimenta nel corpo e si trasforma in disturbo e sintomo attraverso la somatizzazione.
Curare le emozioni
Avere cura delle proprie emozioni significa attraversare il dolore per capirlo, invece che infilarlo in un cassetto dell’anima o lasciarlo sedimentare nel corpo, dove diventerà malattia. Non c’è presa di coscienza senza dolore, diceva Jung e non c’è modo di liberarsi dal dolore senza ulteriore presa di coscienza, mi dice la mia esperienza. Affina i tuoi strumenti cognitivi per elaborare le tue emozioni, trasformale in punti di forza. E se hai bisogno di aiuto scrivimi: emozionologia@gmail.com
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