La leggenda di Amarca ruota attorno a una donna la cui bellezza fu la sua rovina. Il suo nome era Amarca.
La leggenda, dell’isola di Tenerife, narra che nel punto più alto del pendio dell’Icod de Los Vinos, isolata dal mondo, vivesse una giovane ragazza guancia, di estrema bellezza. Il motivo? …sconosciuto. C’erano molte le voci che ruotavano attorno a questa donna eremita chiamata Amarca.
Alcuni dicevano che la sua bellezza era talmente invidiata che la sua umile personalità la portava ad isolarsi per non provocare quei sentimenti.
Altri, invece, l’accusavano di essere arrogante e di respingere chiunque le dichiarasse il suo amore. Comunque sia, viveva chiusa in se stessa e pensava che la sua casa fosse su un terreno inespugnabile.
Un giorno però arrivò Belicar, l’ultimo re di Icod e, qualche tempo dopo, arrivò Garigaiga, un pastore conosciuto in tutto il regno per la sua forza.
Entrambi si innamorarono di Amarca ed entrambi furono rifiutati da lei.
Garigaiga fu colpito a tal punto dal rifiuto che impazzì e, un giorno, prima che cadesse la notte, si gettò da un dirupo nell’abisso. Quando il terribile evento giunse alle orecchie della gente, tutti incolparono Amarca dell’accaduto. Ella, fuggendo dal ridicolo, entrò nelle acque più profonde del mare e, pur essendo un’esperta nuotatrice, fu sconfitta dall’oceano.
Giorni dopo, il suo corpo sarebbe stato ritrovato sulla riva dagli abitanti dell’isola.
Quando la devastante notizia raggiunse il re Belicar, ordinò diverse cerimonie in suo onore: canti funebri, accensione di lanterne lungo le pendici, unzione del suo corpo con gli oli più delicati e profumati. Ordinò persino di far battere sulle acque dai marinai più forti con delle bacchette di legno per scacciare gli spiriti maligni in modo che Amarca potesse riposare in pace.
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Una curiosità grammaticale…
Amarca, oltre che un nome proprio, è anche la forma imperativa della seconda persona singolare di amarcar , verbo che deriva dal termine quechua Marcana il cui primo significato è ‘prendere in braccio’. Così, tenendo conto della vita solitaria di Amarca, il suo nome diventa esso stesso un ossimoro.