sanremo

Qui Sanremo non c’è.

Non sono andata neanche a cercare un locale sull’isola che ha i canali Rai.

Non ho visto il festival di Sanremo, realmente ho smesso già un po’ da un po’ di anni, mi annoiava e finivo per addormentarmi davanti alla tv.

Stamattina però non sono riuscita a resistere (sarà l’anima nostalgica dell’emigrante) e sono andata a cercarmi le canzoni su YouTube.

Scorro veloce tra i personaggi in cerca di una scintilla, comincio ad ascoltarle, una, due, alcune tre volte e mi scopro proprio nazional popolare come avrebbe detto il buon vecchio Pippo nazionale.

Ho cominciato dai giovani cercando la novità, qualcosa di diverso nella musica anziché nell’outfit, un nuovo modo di comunicare, una cosa che rompendo gli schemi dicesse al mio cuore: ok va bene è il nuovo Vasco Rossi.

Beh, quel brivido provato per Vado al Massimo o per Elio e le storie tese di qualche decennio fa non c’è stato, non sono stata folgorata da nessuna esibizione.

Ho trovato bella ed emozionante la canzone di Luca Corsi, il tema e il ritmo in alcune parti di Battito (anche se dei ‘Ferragnez’ non se ne può più), ma scegliendo i pezzi per la mia playlist non ho avuto dubbi: Cristicchi e Giorgia.

Simone è un poeta, il suo pezzo parla al cuore con semplicità, non scivola via leggero, si percepisce un amore immenso che supera il dolore della malattia e ci riporta ai grandi cantautori/poeti italiani.

E poi Giorgia, che alla poesia di Blanco unisce il talento, il dono di una bella voce e una interpretazione elegante e raffinata che la incorona una delle artiste più grandi del panorama italiano.

Una sottolineatura per Blanco autore: mi piace, tanto!

Nonostante qualche inciampo di stile, ho apprezzato sempre le sue esibizioni canore, è giovane, frizzante, bello e un buon interprete, ma certo il suo talento resta nella scrittura dei testi.

E così pure da 3000 e piu’ km di distanza mi sono scelta il mio bouquet sanremese!

E visto che oltre a essere la settimana del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, questa è la settimana di San Valentino, vi lascio qualche riga sull’amore.

Non voglio averti, ma esserti.

Avere un uomo, un sogno, un cappello, un libro…

Avere,

possedere,

prendere da fuori e portare dentro,

legando,

imprigionando.

Anime come ostaggi

case barricate da cui non si può fuggire,

non entra più aria.

Sei mio,

il pensiero della mantide mentre addenta la testa dell’amante.

Esserti.

Sentirti,

camminare nei tuoi passi,

assaporare i profumi che respiri,

guardarti sorridendo,

allungare la mano per sostenerti,

sfiorarti,

percepire il tuo calore.

Amarti

Amore è essere me,

sentire te,

librare liberi

trovarsi,

ancora ogni volta fuori dal tempo.