La ribellione dei cafoni. La rivolta degli ultimi contro il potere dominante.
Gente di montagna che si ribella, umilmente con dignità. Una battaglia ancora in atto, non vinta, ma continua, eterna come il tempo, come la memoria, interiorizzata nel DNA delle genti di montagna.
Ignazio Silone, nel suo romanzo Fontamara narra in modo esemplare la rivolta degli ultimi.
Tutto si svolge in un piccolo paese, sconosciuto, ma che è il paese di tutti, donne e uomini che non abbassano la testa, anzi rivendicano con orgoglio la loro tenacia nel non soccombere.
Fontamara diventa il simbolo della ribellione contro l’arroganza del potere, contro l’oppressione fascista, per la libertà di ogni individuo. Il mondo intero è Fontamara, che diventa universale per dare speranza a coloro che non avevano più speranza.
In realtà Fontamara è Pescina nella Marsica. Silone racconta di come alcuni sopravvissuti all’incendio del paese dato alle fiamme dai fascisti.
Al centro del racconto ci sono i “cafoni” cioè gli analfabeti e illetterati, con Berardo Viola che guida la rivolta. In questo siamo ancora tutti “cafoni” anche se abbiamo studiato e non siamo più analfabeti. La condizione a cui siamo sottoposti è da cafoni, vittime di soprusi, angherie, violenze di ogni genere. Le morti sul lavoro, la violenza sulle donne, i femminicidi, la sanità sempre più privatizzata, gli ospedali che non riescono a curare tutti, le liste di attesa per una visita, le pensioni sociali che non permettono di arrivare a fine mese.
Tutto si consuma sulla pelle dei cafoni, che ancora stanno in silenzio. In questo senso siamo tutti complici della indifferenza, con cui si consumano sulle pelle degli ultimi i peggiori soprusi. Forse si aspetta un Berardi Viola per iniziare la rivolta contro il potere che affama l’umanità intera.
Si spendono più di duemila miliardi di dollari in armi, il mondo gira intorno alla follia di governanti che fabbricano bombe al posto del pane. Ci sono centinaia di conflitti, migliaia di morti sotto le bombe. Migliaia di bambini sotto le maceria di Gaza. Migliaia di migranti che fuggono dalle guerre e dalla fame, eppure la spesa più grande sono le armi. Questo è il potere a cui rivoltarsi. La ribellione degli ultimi in questo mondo molto Fontamara può dare speranza di una vita migliore.
Solo nel nostro Paese vengono tolti dieci/dodici miliardi di euro alla sanità, scuola, università, ricerca, welfare, per trasferirli all’acquisto di armi, per raggiungere il 2% del Pil in spese militari.
Preparare le guerre, dicono, per raggiungere la pace, è una illusione, la guerra genera guerra, dolore, morti innocenti. Il sopruso del potere è questa spesa folle per le armi che toglie risorse pubbliche per interventi sociali. Solo nel 2023 sono stati spesi nel mondo 2.443 miliardi di dollari per spese militari, i conflitti dilagano ovunque, nessuno li ferma.
La ribellione dei cafoni, gli ultimi del mondo è l’unica speranza per fermare questa follia dilagante.
Claudio Caldarelli
fonte immagine: https://it.scribd.com/document/607264982/Ignazio-Silone-Fontamara