La nave militare italiana “Comandante Borsini” ha attraccato al porto di Gran Canaria. Il Console e il Com.It.Es. ci hanno permesso di visitarla.
Visitare una nave militare italiana non è cosa di tutti i giorni. Infatti, considerando che siamo sull’isola di Gran Canaria, le navi militari italiane sono alquanto rare e non sempre visitabili.
La nave militare italiana Comandante Borsini ha attraccato al porto di Las Palmas il 27 ottobre.
Il presidente del Com.It.Es. (Comitato Italiani all’Estero), Maurizio Mior, coadiuvato dal Vicepresidente, Guido Gianoli e dal Segretario generale, Giuseppe Bucceri, ha organizzato la esclusiva visita alla nave.
Hanno partecipato, oltre al Console onorario Carlo De Blasio, alcuni rappresentanti di varie associazioni, invitati per dare il benvenuto ad una rappresentanza della nostra marina.
Giunti al porto di Las Palmas, dopo aver percorso un centinaio di metri, siamo arrivati al molo dove era ancorato il Pattugliatore italiano.
Sul pennone di poppa sventolava la bandiera della Marina Militare Italiana con lo stemma delle quattro repubbliche marinare (Venezia, Genova, Amalfi, Pisa) in vista sulla fascia bianca.
Emozionante il benvenuto che il Comandante Capitano di Fregata Carlo Corso ha riservato a tutti noi, organizzando una cerimonia molto suggestiva. Ottima l’accoglienza in stile marinaresco, seguita da un inaspettato buffet, veramente buono e ben strutturato, accompagnato dai famosi vini e cannoli siciliani. Ovviamente siciliani, perché la nave “Comandante Borsini” ha il suo porto di assegnazione ad Augusta, sulla costa orientale della Sicilia, a pochi chilometri da Siracusa.
Istruttiva è stata anche l’iniziativa di farci visitare la nave, accompagnati in piccoli gruppi dagli ufficiali e sottoufficiali che si sono resi cortesemente disponibili.
Alle 19,30 abbiamo assistito alla cerimonia dell’ammainabandiera che, in ogni caso, tocca quei sentimenti di amor patrio che sempre ci emozionano.
Qui è terminata la visita a questa nave militare della nostra Marina. Il giorno successivo (il 28) è partita per la sua missione nel Golfo di Guinea, per fare ritorno prima di Natale in Sicilia.
La nave militare Comandante Borsini.
Un breve cenno sulle caratteristiche della nave. La Nave Comandante Borsini, varata nel 2001, è la seconda delle 4 unità che costituiscono la classe “Comandanti”.
Essa,
rappresenta per la Marina Militare l’evoluzione tecnologica delle piattaforme combattenti di seconda linea.
La nave Comandante Borsini per le sue caratteristiche costituisce, operativamente, l’elemento mobile di superficie di un dispositivo aeronavale di sorveglianza di piccola/ampia dimensione.
I suoi compiti sono di natura diversa nell’ambito della difesa e salvaguardia del territorio nazionale ed internazionale. Il suo carattere di uso multiplo permette di assicurare una preziosa attività a favore della collettività in diversi settori inerenti il contesto della protezione civile.
Non solo, fanno parte dei suoi compiti anche operazioni di antinquinamento, la tutela dei siti archeologici marini nell’ambito della collaborazione con enti di protezione ambientale.
Inoltre, la nave ha partecipato ad azioni di assistenza umanitaria, impiego in aree di interesse nazionale in supporto alla politica estera.
Uno dei più forti messaggi che il loro lavoro vuole diffondere consiste nella sensibilizzazione della difesa dell’ambiente, problema sempre più attuale e problematico.
La storia del Comandante Borsini
Naturalmente, il nome dato alla nave si riferisce al Comandante Borsini. Brevemente la sua storia.
Il Comandante Borsini nacque a Milano il 7 aprile 1906. Allievo all’Accademia di Livorno dal 13 marzo 1922, il 15 novembre 1926 conseguì la nomina a Guardiamarina. Fu imbarcato in più unità navali e conseguì varie promozioni anche per le sue notevoli e interessanti attività operative (dagli idrovolanti ai sommergibili). Nel maggio 1940, conseguita la promozione a Capitano di Corvetta ebbe il comando del cacciatorpediniere Nullo, operante in Mar Rosso, con il quale il 21 ottobre, nelle acque presso l’isola di Harmil, sostenne un aspro combattimento contro incrociatori nemici. Essendo l’Unità colpita e menomata nella sua efficienza operativa, si curò in primis di porre in salvo il suo equipaggio e si inabissò con essa al proprio posto di comando.
Valori questi, oggi purtroppo dimenticati o, peggio, non più sentiti.
Sulla porta a poppa, dove è parcheggiato l’elicottero, una scritta: Vincit amor patriae
A lui fu conferita la medaglia d’oro alla memoria.