Vandalismo

Uno dei denuncianti afferma che una delle pietre lanciate ha colpito un braccio di uno degli occupanti del veicolo dopo aver rotto il parabrezza, causando lievi ferite, per vandalismo.

Il triste passatempo di piccoli delinquenti, consistente nel lancio di pietre dai cavalcavia sulle auto in transito nell’autostrada sottostante, ancora è notizia nella cronaca canaria. Questo evento del 31 agosto 2022 fa coppia con quello denunciato per vandalismo il 12 agosto, in Italia sulla A1 Milano-Napoli che ha causato diversi danni.

La tanto decantata sicurezza delle isole Canarie che molti vantano per rendere sempre più appetibile un possibile trasferimento su queste isole comincia a perdere significato. Si tratta ancora di micro delinquenza, ma questi eventi sono segnalatori dell’evidenziarsi di un disagio sociale che deve essere bloccato duramente sin dalle sue origini.

La Guardia Civil di Agüimes si è immediatamente attivata indagando due minori rispettivamente di quindici e sedici anni, come presunti autori del misfatto.

Sembra addirittura che questi eroi siano i possibili autori di 16 reati contro la sicurezza stradale,

Essi sarebbero, quindi, colpevoli di danneggiamento di veicoli e reato di lesioni, per aver causato danni ai veicoli lanciando grosse pietre.

Queste azioni hanno messo seriamente in pericolo la sicurezza dei viaggiatori e il normale traffico dei veicoli sulla GC-1 in direzione sud al chilometro 20-21.

Si tenga presente, inoltre, che la maggior parte di queste scelleratezze vengono compiute nelle ore notturne, quando è più facile dileguarsi per non essere riconosciuti.

Passatempi di questo genere possono chiudersi anche con finali estremamente tragici, irreparabili , senza possibilità di appello che possono segnare profondamente delle vite.

Ricordiamo il tragico caso italiano maturato per vandalismo: Maria Letizia Berdini, uccisa il 27 dicembre 1996 da un masso lanciato da un cavalcavia in autostrada all’altezza di Tortona.

Questo è un possibile risultato di azioni illecite compiute da ragazzi incapaci di un minimo di riflessione ed estremamente superficiali. Hanno ucciso una ragazza ed hanno rovinato irreparabilmente la loro vita, in prigione per 13 anni dove certamente avranno compreso pienamente la loro stupidità.

C’è però da chiedersi se elementi di questo genere, mentalmente instabili, privi di potere di riflessione, come sono arrivati a maturare decisioni così scriteriate.

Il discorso ci riporta tristemente e sempre all’educazione ricevuta in famiglia e agli insegnamenti recepiti a  scuola da questi particolari individui.

Ben inteso, queste non sono attenuanti perché, comunque, delitti di questo genere devono essere puniti duramente oltre che sottoporre i colpevoli a terapie di recupero mentale e sociale. Indubbiamente, però, anche le istituzioni (famiglia e scuola) potrebbero avere una loro complicità nella educazione dei bambini e poi dei giovani ragazzi. Quali valori vanno insegnati e sostenuti?

Il lavoro da fare non è certo dei più agevoli, ma le istituzioni dovrebbero riflettere su questi eventi e comprendere l’utilità di una sana e completa educazione.  Questa può essere realizzata in famiglia organizzando dei corsi per i genitori e, a scuola, dedicando maggiore attenzione alla famosa e poco curata educazione civica.

Quindi NO! al vandalismo.

Stefano Dottori