salsicce e fagioli

Sono tornato a Roma e nella trattoria vicino casa mi sono preso una terrina con salsiccia e fagioli. Sì lo so, non è un piatto elegante, rinomato, insomma di alta cucina, ma per me è un piatto straordinario e se abbinato al Dolcetto d’Alba possiamo anche dire di aver provato momenti di rara felicità.

Tornato a Roma, visitina alla figlia e nipote, nonché i soliti rompimenti burocratici che non finiranno mai di assillarmi, sono andato in una vecchia trattoria storica le cui origini risalgono ai tempi in cui la città faceva ancora parte dello Stato Pontificio.

Qui è bene prendere un piatto unico perché è talmente abbondante che un primo e secondo non è possibile consumarli assieme in un unico pasto. Il fatto che io ci sia tornato indica che in questa osteria si mangia bene. Non sempre rivado nei ristoranti perché mi piace variare. Qui, invece sono tornato volentieri. Poi il “ben tornato” del proprietario (siamo buoni amici) con il relativo abbraccio e la frase “oggi che ti preparo di sfizioso” mi fa sentire a casa.

Su una lavagnetta c’era scritto: salsiccia e fagioli in coccio … 18 euro.

Come potevo leggere le righe successive. Ho preso subito quel piatto. Il cameriere: da bere? Vino rosso dice il mio accompagnatore, io dico: lo avete un dolcetto d’Alba? So che l’avevano perché entrando avevo visto la bottiglia in bella mostra nella credenza dove erano sistemati i vari vini.

Allora iniziamo a parlare del vino, un vino italiano che a Gran Canaria è possibile trovare alla Makro o, su ordinazione, in qualche negozio che importa prodotti dall’Italia.

Dolcetto (vitigno)

Un vitigno conosciuto con vari nomi (Beina, Bignola, Bignona, Bignonina, Cassolo, Dolcetta Nera, Dolcetto Piemontese, Nibiò, Ormeasco, Uva d’Acqui, Uva di Ovada, Uva di Roccagrimalda). Il Dolcetto è un vitigno a bacca nera coltivato soprattutto in Piemonte (in particolare a Ovada, nelle Langhe e a Dogliani).

Breve storia

Di questo vitigno autoctono è dibattuta l’origine ed è contesa tra il Monferrato e la Liguria. Se ne hanno notizie certe solo nel XVIII sec., dove era coltivato ad Acqui e ad Alessandria. L’origine del nome è incerta: l’ipotesi prevalente ritiene che derivi dall’elevata dolcezza dell’uva matura, mentre una seconda tesi ritiene che derivi da dosset, ossia bassa collina.

Non è da escludere che come accade per altri vitigni piemontesi, anche il Dolcetto contenga nel proprio nome dialettale una descrizione del carattere gustativo che lo caratterizza rispetto alle altre uve da vino rosso autoctone: mentre Barbera e Nebbiolo, infatti, da giovani si presentano molto meno beverini, più acida la prima e più duro, per via dei tannini, il secondo, il Dolcetto presenta bassa acidità e bouquet suadente, tanto da risultare alla bocca molto più morbido.

Il nome dolcetto indicherebbe il carattere di morbidezza riconosciuto al vino, non per dire che questo sia un vino dolce, ma che la sua morbidezza, vagamente ricorda la piacevolezza che solitamente si riscontra nei vini propriamente dolci.

Il vino

Dalle uve del Dolcetto si ottiene un vino di colore rosso rubino (eventualmente con riflessi violacei), in genere con profumo intenso di liquirizia, mandorla amara, more e ciliegie e talora con richiami floreali, dal gusto secco, amarognolo, di medio corpo, poco acido, abbastanza tannico, morbido e armonico. È un vino che diventa pronto per essere bevuto abbastanza in fretta, da consumarsi quindi entro il primo anno dalla vendemmia o comunque dopo un breve invecchiamento.

Il dolcetto si presenta con una gradazione alcolica di 13,5 % vol. Malgrado l’elevata gradazione questo vino scorre piacevolmente irrorando tutti i siti gustativi del nostro apparato, dandoci sensazioni al palato molto piacevoli.

L’abbinamento l’avevo già segnalato all’inizio dell’articolo. Non rimane quindi, che raccontare la pietanza che ho scelto per questo ottimo vino.

Salsicce con fagioli: gli ingredienti

Sono stati spesso i co protagonisti dei film in stile far west dell’inseparabile duo Bud Spencer & Terence Hill, stiamo parlando di un’altra coppia altrettanto impareggiabile sulla tavola: pane

salsiccia e fagioli! Il profumo intenso e il suo corposo sughetto, che a tratti potrebbe richiamare quello delle salsicce al sugo, rendono salsiccia e fagioli un perfetto piatto confortevole sullo stile western!

Ingredienti per 4 persone

Salsiccia 500 g, ovvero 8 salsicce

Fagioli borlotti (se secchi 300 g, se precotti 500 g)

Cipolle dorate una di media grandezza

Vino rosso 50 g ovvero ½ bicchiere

Passata di pomodoro 500 g

Rosmarino q.b.

Sale fino q.b.

Pepe nero q.b.

Olio extravergine d’oliva q.b.

Salsicce con fagioli: la preparazione

Per preparare salsiccia e fagioli cominciate mettendo in ammollo i borlotti per 8 ore. Il giorno dopo:

  1. scolate i fagioli, sciacquateli e poi versateli in un tegame capiente;
  2. coprite d’acqua fredda e portate a bollore;
  3. non appena l’acqua sarà a temperatura, abbassate la fiamma fino a far sobbollire il tutto e cuocete per 50 minuti circa;
  4. salate soltanto a fine cottura;
  5. intanto pulite una cipolla e tritatela al coltello o con la mezzaluna, dopodiché versatela in padella insieme all’olio con due dita di acqua e cuocete a fuoco basso finché la cipolla assume quell’aspetto semitrasparente;
  6. aggiungete poi le salsicce e lasciate rosolare per 3-4 minuti, mescolando di tanto in tanto per non far bruciare il fondo;
  7. sfumate con il vino sino a che l’alcol sarà completamente evaporato;
  8. aggiungete i rametti di rosmarino e la passata di pomodoro;
  9. regolate di sale e di pepe e lasciate cuocere per 35-40 minuti a fuoco medio-basso;
  10. trascorso il tempo indicato scolate i fagioli cotti e uniteli al sugo e continuare la cottura per altri 10-15 minuti lasciando amalgamare per bene i sapori.
  11. A questo punto il vostro piatto di salsiccia e fagioli è pronto, aggiungete del rosmarino tritato un filo d’olio a crudo e servite.

Buon appetito!!!

Nota bene

  • Salsiccia e fagioli si conservano in frigorifero fino a 2 giorni, basterà scaldare prima di servire. Se avete utilizzato ingredienti freschi potete anche congelare il tutto!
  • Cuocete i fagioli lasciandoli leggermente al dente per evitare che si sfaldino nel sugo.

Per gli appassionati del piccante, aggiungete al soffritto della cipolla un trito di peperoncino, ma attenzione a non esagerare.