Storie di giovani stranieri in Gran Canaria

Oggi parliamo di storie, storie di giovani stranieri in Gran Canaria.

Secondo il rapporto Funcas un residente su cinque nelle Isole Canarie è nato all’estero. Ogni anno sono tantissimi gli stranieri che decidono di trasferirsi in questo magnifico arcipelago, spinti da diversi motivi. Dai giovani agli anziani, le Isole Canarie contano con la presenza di innumerevoli popolazioni.

Da una parte abbiamo Tenerife, meta dei più giovani che vogliono imparare lo Spagnolo, fare una stagione, uno scambio Erasmus o trasferirsi per un lasso di tempo più lungo. E poi c’è Gran Canaria, negli ultimi anni sempre più scelta da chi ha voglia di cambiare vita per tantissime ragioni, da quelle climatiche a quelle economiche. E anche se è vero che quest’ultima attira gente pensionata o già più grande di quella che predilige Tenerife, è anche vero che sono davvero molti i giovani come me che hanno scelto Gran Canaria per viverci. Il sud dell’isola è la meta preferita da quest’ultimi, in quanto la zona turistica di Maspalomas offre molte possibilità di lavoro all’interno di hotel e ristoranti.

Da più di due anni lavoro al Cafè del Mar, un locale abbastanza noto a Meloneras, dove ogni sera tantissimi turisti si recano per godere di un buon cocktail e degli spettacoli che offriamo quotidianamente. Siamo per lo più giovani e per lo più stranieri, per questo tra di noi si respira un clima di accettazione e inclusività unici. Ogni giorno mi arricchisco un po’ ascoltando le storie dei miei colleghi che vengono da lontano. A volte parliamo di cucina, altre di politica, altre ancora ci sorprendiamo nel vedere come molte cose siano uguali in tutto il mondo (come le mamme o alcuni proverbi). E così ho deciso di parlare di storie di giovani stranieri in Gran Canaria.

ANDRES ESCOBAR, 43 ANNI, COLOMBIA.

Andres è il capo dei baristi, ma è tutto fuorché il tipico capo. Al contrario, è molto più simpatico e alla mano di molti. Andres è arrivato dalla Colombia con 21 anni, e il motivo è perché voleva viaggiare e conoscere il mondo, facilitato dal fatto che alcuni familiari già vivessero qui.

Quando gli ho chiesto cosa ne pensasse dell’isola ciò che mi ha risposto è stata “la tranquilidad”. Ed infatti sono state proprio la tranquillità e la sicurezza offerti da questo luogo che l’hanno fatto rimanere qui ancora oggi. Ha aggiunto che sono qualità che non tutti apprezzano, ma solo chi viene da paesi pericolosi come il suo. “Il semplice fatto di poter girare per strada senza paura che ti rubino il portafoglio o l’orologio è il motivo che mi spinge ad amare quest’isola”. E quando gli chiedo del suo futuro la risposta è chiara: Barcellona, il sogno di una vita.

ALESSIA MARCHIESE, 28, ITALIA.

Alessia lavora come barista, viene da Palermo e si è trasferita nell’isola un anno fa. È arrivata da poco nel locale, dove siamo le uniche due italiane, ma già le vogliono tutti bene, perché è davvero una brava ragazza. Quando le ho chiesto come mai fosse venuta a vivere qui, la sua risposta è stata molto chiara: una scelta dettata dall’alcol. Ed infatti mi ha raccontato che circa due anni fa, con un gruppo di amiche, complice qualche bicchiere di troppo, ha deciso di voler trasferirsi all’estero per fare una stagione. Da che erano cinque sono rimaste in due, ma per il momento non ha nessuna intenzione di tornare in Italia.

Quando le ho chiesto che ne pensa dell’isola mi ha risposto “Bella, tranquilla e rilassante, ma che potrebbe anche stare un po’ più al passo coi tempi”. E riguardo il suo futuro, le piacerebbe costruire qui un qualcosa che le possa dar la possibilità di viaggiare per il mondo.

JULIO ROMERO OGUISTEN, 49 ANNI, HAITI.

Julio è una bomba di energia. Non diresti mai che ha 49 anni perché sembra molto più piccolo di noi. Lavora come pubbliche relazioni, nella porta del locale e ha una filosofia tutta sua della vita, per questo è sempre piacevole scambiare due parole con lui.

È arrivato nell’isola nel 2013 perché si era sposato con una ragazza spagnola, ma soprattutto per andare via dal suo Paese, dove la criminalità e la povertà raggiungono livelli spaventosi. Parla un sacco di lingue, tra cui l’italiano, ma se c’è una cosa che odia sono i turisti, perché li definisce superficiali e razzisti. È per questo motivo che nel futuro non si vede a vivere qui, ma a viaggiare proprio come lo spirito libero che è.  Per quanto riguarda il suo rapporto con l’isola è amore e odio, ma se c’è una cosa che apprezza molto anche lui, è  la sicurezza che ti offre questo luogo.

YASSIN EL AADIN, 30 ANNI, MAROCCO.

Un altro protagonista delle mie storie di giovani stranieri in Gran Canaria è Yassin. Yassin è un mio collega marocchino che si è trasferito in Gran Canaria a 23 anni. Mi ha raccontato di quanto fosse stanco della gente e della vita nel suo complice il fatto di aver conosciuto una ragazza che vive qui, ha deciso di prendere e partire. La famiglia l’ha seguito e adesso non si pente assolutamente della sua scelta. La sua vita ormai è qui, tra lavoro, famiglia e amici, ma per quanto riguarda il futuro nulla è certo, anzi.

DIEGO ESCOBAR, 37 ANNI, ECUADOR.

Diego lavora nel mio stesso ristorante, ma in forma completamente diversa, infatti lui è un mago. Si occupa di intrattenere i clienti con trucchi e numeri di magia che continuano a lasciarmi a bocca aperta e che nonostante veda e riveda ogni sera, rappresentano un mistero per me.

Diego ogni anno trascorre vari mesi a Ibiza per la stagione, ma la prima volta che è arrivato in Gran Canaria è stata ventitré anni fa. I genitori volevano che venisse in Spagna per studiare, non importa cosa, però a studiare.  “Muy bonita”, così definisce la vita qui, e come dargli torto. Al momento non sa se vivrà per sempre qui, più no che si, ma non si pone il problema.

MIROV RADZEVIC, 38 ANNI, LITUANO.

Mirov è la persona che lavora da più tempo al Cafè del Mar, inizialmente come cameriere per poi passare a responsabile. È nato in Lituania quando ancora era Unione Sovietica ed è per questo che ha un’attitudine  in netto contrasto con quella più espansiva e calorosa dei Canari in generale. Ma nonostante ciò, dopo quattordici anni si può dire che si sia ambientato a pieno nell’isola, dove è giunto grazie ad un amico che veniva dal suo stesso Paese e che vi si era trasferito anni prima. E così ha potuto vivere esperienze completamente nuove, come il surf che in passato ha praticato per molto tempo. Ora preferisce la pesca. Per quanto riguarda il futuro, il suo sogno sono gli Stati Uniti.

Questa è solamente una piccola parte delle tantissime storie di giovani stranieri in Gran Canaria, storie di vita, di ragazzi che hanno deciso di lasciare il proprio Paese in cerca di un posto nel mondo. E che adesso, nel lungo racconto che è la vita, condividono un breve capitolo insieme, in questo ristorante, tra risate e litigi, ogni sera.