I soggetti bulimici, e, in misura inferiore, i soggetti anoressici, adottano una regolazione patologica del peso. In taluni casi si può giungere ad una forma ossessiva tale che il paziente controlli il proprio peso più volte al giorno.
Soggetti problematici – Ogni qual volta il paziente pensa di avere mangiato in eccesso si sente in colpa e cerca dei modi rapidi ed efficaci per correre ai ripari. Tali scelte, col tempo, portano gravi conseguenze, addirittura la morte. Vi sono diverse condotte assunte dal soggetto e di seguito ne vediamo le principali.
Il rigetto
Il rigetto (vomito), al contrario di cosa si pensa, permette di eliminare solo il 50% delle calorie assunte col cibo. I pazienti, hanno invece la sensazione che se vomitano, è come se non avessero mangiato. Nel lungo termine, questa condotta provoca erosione dello smalto dentario e aumento delle carie. Il motivo è che la parte rigettata porta con sé l’acido che si trova nello stomaco (acido cloridrico, HCl). Questo corrode lo smalto dei denti che così si trovano indifesi dall’attacco esterno di batteri che provocano la formazione della carie.
Tra gli altri problemi che possono insorgere in questi soggetti sono la lacerazione dell’esofago, il mal d gola cronico, la difficoltà ad inghiottire, l’ingrossamento delle parotidi (le ghiandole dietro alle orecchie), problemi digestivi, crampi allo stomaco, anemia, callosità o cicatrici sul dorso delle mani, squilibri elettrolitici.
Lassativi
L’uso di lassativi, da parte di questi soggetti, ha scarso effetto sull’assorbimento delle calorie e, con l’abitudine all’assunzione, sono causa di stitichezza. Portano l’organismo ad assorbire male i grassi, le proteine e il calcio (con conseguente osteoporosi). Fastidiosi crampi all’addome arrecano poi un notevole disagio alla persona.
I diuretici
I diuretici non hanno alcun effetto sull’assorbimento delle calorie, ma provocano l’abbassamento dei livelli di potassio, danni ai reni, sete e disidratazione. L’abuso di diuretici è causa di una perenne sensazione di stanchezza, di riflessi lenti ed irregolarità del battito cardiaco.
Eccessivo esercizio fisico
L’esercizio fisico può essere praticato in modo frenetico, ininterrottamente per ore, al fine di bruciare i grassi. Questo perché manca la sensazione di stanchezza, la capacità di capire quando il corpo è stremato ed è ora di smettere. L’esercizio fisico viene praticato ad ore o in luoghi insoliti, anche in condizioni precarie di salute.
Il caso: una patologia precedente
Annalisa, una ragazza di sedici anni, accompagnata dalla madre è venuta per risolvere il suo problema con il cibo.
Dal suo racconto, assieme alle aggiunte della madre, Annalisa aveva già sofferto di deipnofobia, sperimentando un’estrema tensione quando era costretta a mangiare di fronte agli altri. Talvolta aveva degli attacchi di panico solo al pensiero di un pasto condiviso. Quelli, per lei, erano i casi più estremi nei quali accusava difficoltà di masticazione e di deglutizione con il rischio anche di soffocamento.
Fu portata da uno psicologo che la curò efficacemente, ma quando era sul punto di considerarsi guarita, un evento familiare la portò a ricadere in un’altra situazione anormale: cercava sempre cibo dai sapori forti o molto dolci o molto salati.
Il caso: la bulimia (nervosa)
Questo suo nuovo disturbo era legato ad un motivo scatenante: il trasferimento di città dato che il padre (un alto ufficiale militare) era stato promosso e trasferito nella capitale.
Era solo da un paio di mesi che la mamma aveva notato questo cambiamento. Il timore di mangiare davanti agli altri era sparito. La mamma non si accorse subito dell’arrivo di un nuovo squilibrio psichico, in quanto vedere la figlia mangiare in qualsiasi ora e con una certa voluttà, davanti a chiunque, le dava la sicurezza della guarigione rispetto alla deipnofobia. Inoltre, la ragazza era ossessionata a raggiungere quello che considerava il suo peso forma. Era entrata nell’idea che ai ragazzi piacessero le donne formose e paffutelle, con forme generose. Dato che si trovava in una nuova città, voleva mostrarsi all’altezza della situazione.
Il controllo del peso era diventato un’ossessione. Saliva sulla bilancia almeno 10-15 volte al giorno, anche dopo aver mangiato un biscotto. Talvolta, quando vedeva il peso leggermente diminuire, anche di pochissimo, si sentiva sperduta e subito in cucina per un bel panino.
Solo l’aumento di peso (sei chili in due mesi) la portò a rendersi conto (lei e sua madre) che qualcosa non andava. Annalisa per correre ai ripari iniziò ad assumere delle purghe, fortunatamente molto leggere, per contenere questa sua necessità di mangiare molto e spesso. Così me le sono ritrovate davanti per risolvere il problema di bulimia del quale la ragazza era pienamente consapevole.
Il caso e la guarigione di una mia nuova concorrente
Per la prima volta mi è capitato di trovare una ragazza che partecipasse con forte volontà alla situazione della sua patologia. I tempi della sua guarigione furono abbastanza brevi. Lei era attivamente consapevole del suo problema e nelle sedute che avevamo mi chiedeva molto dei percorsi psicologici del nostro cervello e di come sia possibile portarlo alla ragione.
Ora Annalisa, guarita, dopo il diploma si è iscritta all’università si sta laureando in psicologia. Ancora ogni tanto mi chiama per dei consigli professionali e sta diventando una mia nuova concorrente. Molto brava e tenace sono certa che avrà il suo meritato successo.
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