Tutti noi, dai più piccoli ai più grandi, ci siamo ritrovati a vivere qualcosa che non avevamo la minima intenzione di affrontare: un lutto, una separazione, o in generale una sofferenza così grande da sembrare insuperabile. Di fronte al dolore siamo tutti uguali, chiunque lo odia e vorrebbe non provarlo mai; comprensibilmente, verrebbe da dire. E a quel punto, nel bel mezzo della disperazione, sentiamo pronunciate verso di noi sempre le stesse parole: “guarda che un giorno tutto questo ti servirà” oppure “tutto accade per una ragione, anche il dolore”. In quei momenti verrebbe da rispondere tutto tranne in modo cortese, a queste persone.
La profezia del: “oggi stai male per un motivo che capirai più avanti” porta con sé due problemi:
- il fatto che si da causalità alla sofferenza, quasi rendendola viva o con proprietà magiche e risolutive;
- e il fatto che l’individuo viene depauperato e reso un “oggetto da cambiare” non un “motore di cambiamento”
Sei TU che dai il significato alla tua sofferenza
È bene ricordare che c’è chi al dolore non sa reagire, chi reagisce tentando di dimenticarlo, chi la vita la vive piano piano un passo alla volta e chi si lancia d’improvviso. La sofferenza non è speciale, non è vero che più si soffre più si cresce, non è vero che il dolore ti cambia. Sei TU che cambi, sei TU che cresci e sei sempre e solo TU che dai senso al tuo dolore.
Spesso viviamo ciò che ci accade come se fosse inevitabile, giusto, già scritto, come se il nostro compito fosse quello di cogliere i segnali del mondo e capire qualcosa che prima non potevamo vedere. In un certo senso tutto questo non è sbagliato, è solo al contrario: non è l’universo che ci manda dei significati, siamo noi che li creiamo, non è il dolore che ci insegna qualcosa, siamo noi che da quel dolore traiamo qualcosa.
Questo sovvertimento delle cause è sottile ma importantissimo.
Se diamo agli eventi un significato indipendente, rischiamo di lasciarci “gestire” da questi, non rendendoci conto che il mondo non è “magico”. Non ci sono dei significati in ciò che viviamo, non c’è un “trucco da svelare” per stare meglio.
Sei TU che impari a soffrire
Nasciamo in un mondo che non conosciamo e tutti noi viviamo la vita per la prima volta. Come da infanti impariamo a camminare, non sono le gambe che si muovono da sole, come da bambini impariamo a parlare, non sono le parole che ci muovono la bocca.
Allo stesso modo, questo però per tutta la vita, soffriamo e siamo NOI che dobbiamo capire come superare il dolore. Siamo NOI che diventiamo più forti, non è il dolore che ci rende tali.
La sofferenza non ha un senso, non vuole dirti qualcosa, sei tu che con le tue forze puoi dargli voce e, ad un certo punto, far si che dalle sue più spalancate fauci non esca nemmeno un suono.
fonte immagine: “Autoritratto con collana di spine” di Frida Kahlo