La sindrome di Ekbom rappresenta una forma grave di ipocondria (o ansia di malattia) che sfocia nella sicurezza della persona di essere infestata da insetti e parassiti sotto la pelle, all’interno del corpo o anche averli in casa.
Brevi cenni storici
Sindrome di Ekbom: Karl Alex Ekbom è stato un neurologo svedese che nel 1938 caratterizzò una particolare patologia psichica chiamandola delirio presenile parassitario dermatozoico.
Descrizioni precedenti erano state fatte da Thievierge (1894) e Perrin (1896) che diedero a questo disturbo rispettivamente il nome di acarofobia e neurodermatite parassitofobica.
Nel 1946 Wilser e Miller coniarono il termine delirio di parassitosi, ancora oggi usato per indicare la sindrome si Ekbom.
Cos’è l’ipocondria o ansia di malattia
La caratteristica essenziale dell’ipocondria è la preoccupazione legata alla paura di avere, oppure alla convinzione di avere, una grave malattia. Questa è di solito basata sulla errata interpretazione di uno o più segni o sintomi fisici.
Si può parlare di ansia di malattia (o paura delle malattie), ovviamente, solo se una valutazione medica completa ha escluso qualunque condizione medica che possa spiegare pienamente i segni o sintomi fisici. Il paziente ipocondriaco può comunque avere un’ansia eccessiva di malattia anche quando presenta una malattia organica non grave.
L’aspetto principale dell’ipocondria è che la paura o la convinzione ingiustificate di avere una malattia persistono nonostante le rassicurazioni mediche.
Sintomi dell’ipocondria
I sintomi dell’ipocondria sono riconducibili a preoccupazioni nei confronti di:
- funzioni corporee (per es. il battito cardiaco, la sudorazione);
- alterazioni fisiche di lieve entità (per es. una piccola ferita o un occasionale raffreddore);
- sensazioni fisiche vaghe o ambigue (per es. “cuore affaticato”, “vene doloranti”).
Il paziente ipocondriaco attribuisce questi sintomi alla malattia sospettata ed è molto preoccupato per il loro significato e per la loro causa. Nell’ansia di malattia, le preoccupazioni possono riguardare numerosi apparati, in momenti diversi o simultaneamente.
In alternativa ci può essere preoccupazione per un organo specifico o per una singola malattia (per es. la paura delle malattie cardiache).
Visite mediche ripetute, esami diagnostici e rassicurazioni da parte dei medici, servono poco ad alleviare la preoccupazione del soggetto ipocondriaco concernente la malattia o la sofferenza fisica. Per esempio, un soggetto preoccupato di avere una malattia cardiaca non si sentirà rassicurato dalla ripetuta negatività dei reperti delle visite mediche, dell’ECG, o persino della angiografia cardiaca.
Per chi soffre di ipocondria, la paura delle malattie spesso diviene per il soggetto un elemento centrale della immagine di sé, un argomento abituale di conversazione e un modo di rispondere agli stress della vita.
Ulteriori manifestazioni cliniche
I soggetti con paura delle malattie spesso ritengono di non ricevere le cure appropriate. Possono opporsi strenuamente agli inviti a rivolgersi ai servizi psicologici.
Complicazioni possono derivare dalle ripetute procedure diagnostiche, che possono di per sé comportare dei rischi e che sono costose.
Tuttavia, proprio in quanto questi soggetti hanno una storia di lamentele multiple senza una chiara base fisica, c’è il rischio che ricevano valutazioni superficiali.
Le relazioni sociali vengono sconvolte per il fatto che il soggetto che ha i sintomi dell’ipocondria è preoccupato della propria condizione e spesso si aspetta considerazione e trattamento speciali.
La vita familiare può diventare disturbata poiché viene focalizzata intorno al benessere fisico del soggetto ipocondriaco.
Possono non esserci effetti sul funzionamento lavorativo dell’individuo se riesce a limitare l’espressione delle preoccupazioni ipocondriache al di fuori dell’ambiente lavorativo. Più spesso la preoccupazione interferisce con le prestazioni e causa assenze dal lavoro.
Nei casi più gravi, il soggetto ipocondriaco può divenire un completo invalido per le proprie paure delle malattie.
Cause, esordio e decorso dell’ipocondria e dell’ansia di malattia
Malattie gravi, specialmente nell’infanzia, ed esperienze pregresse di malattia di un membro della famiglia sono facilmente associate con il manifestarsi dei sintomi di ipocondria.
Si ritiene che certi fattori psico-sociali stressanti, in particolare la morte di qualche persona vicina, possano in alcuni casi precipitare la fobia delle malattie.
Il disturbo risulta equamente distribuito tra maschi e femmine. È sconosciuta la percentuale di diffusione dei sintomi di ipocondria nella popolazione generale, ma nella pratica medica generale va dal 4 al 9%.
La paura delle malattie può esordire a qualunque età, ma si pensa che l’età più comune di esordio sia la prima età adulta. Il decorso è solitamente cronico, con i sintomi che vanno e vengono, ma talora si verifica una completa remissione dell’ipocondria.
A causa della sua cronicità alcuni ritengono che il disturbo ipocondriaco sia soprattutto espressione di tratti di carattere (cioè preoccupazioni di lunga durata riguardanti i problemi fisici e la focalizzazione sui sintomi somatici).
È importante distinguere l’ansia di malattia dal disturbo ossessivo-compulsivo da contaminazione. Questo è caratterizzato non tanto dal timore di avere una malattia, ma dalla paura eccessiva e irrazionale di ammalarsi o di far ammalare qualcun altro tramite contagio. Ne conseguono, in genere, rituali di lavaggio e evitamenti volti a scongiurare tali paure.
Cura dell’ipocondria
La psicoterapia è una disciplina molto poco omogenea; esistono decine di forme di psicoterapia individuale, familiare, di coppia e di gruppo.
Nella cura dell’ipocondria, la forma di psicoterapia che la ricerca scientifica ha dimostrato essere più efficace, nei più brevi tempi possibile, è la “cognitivo-comportamentale“.
Si tratta di una psicoterapia breve, a cadenza solitamente settimanale, in cui il paziente ipocondriaco svolge un ruolo attivo nella soluzione del proprio problema. Insieme al terapeuta, si concentra sull’apprendimento di modalità di pensiero e di comportamento più funzionali, nell’intento di spezzare i circoli viziosi dell‘ansia per la salute.
In ogni caso la cura dell’ipocondria può risultare particolarmente difficoltosa, in quanto i soggetti non sono mai del tutto convinti che la causa dei loro mali sia soltanto di tipo psicologico.
Generalmente la psicoterapia è possibile in quei casi in cui la persona si preoccupa incessantemente di avere delle malattie, ma si rende conto, almeno in parte, che le sue preoccupazioni sono eccessive e infondate.
Sindrome di Ekbom
Come già detto, la persona è fermamente convinta di essere infestata da insetti e parassiti sotto la pelle, all’interno del corpo o anche di averli in casa
Solitamente avverte infatti pruriti, punture, formicolii e anche allucinazioni e a volte si provoca ferite nel tentativo di grattarsi o di pulire la cute.
La sindrome di Ekbom non deve essere confusa con l’acarofobia, la parassitofobia, la dermatofobia o l’entomofobia, poiché i pazienti non hanno paura dell’insetto o del parassita. Né va confusa, a causa del nome, con la sindrome di Wittmack Ekbom, che corrisponde alla sindrome delle gambe senza riposo. Si manifesta a qualsiasi età, di solito in egual misura negli uomini e nelle donne prima dei 50 anni, ma dopo tale età è più comune nelle donne, in un rapporto di 2:1.
Il caso
Un caso estremo di un paziente detenuto, capitato ad un collega col quale ho collaborato. Oggi il paziente è tornato in libertà e sta vivendo normalmente.
Un paziente di 34 anni, celibe, con un titolo di studio fino alla terza media, privato della libertà da 3 anni. Negli ultimi 4 mesi, prima del nostro intervento, si era rivolto alla clinica del carcere a causa di una sensazione di prurito, soprattutto all’addome, ai glutei, alla regione anale e ai genitali. In un’occasione si recò al pronto soccorso di Medicina generale convinto che “gli animali” (che non ha mai specificato quali fossero) gli camminavano addosso e lo stavano mangiando lentamente.
Il medico che lo ha curato non ha riscontrato alterazioni fisiche, quindi ha deciso di sottoporlo ad una valutazione psichiatrica.
Nel passato aveva fatto uso di stupefacenti e alcol fino a 4 anni prima.
Dichiarò di avere la sensazione di prurito nelle zone precedentemente descritte. La causa erano insetti che strisciavano nel suo corpo, entrando nella pelle, mangiandolo dentro. Inoltre, affermava che aveva un forte prurito sulle gambe e gli insetti entrando nella sua testa gli stavano spegnendo il cervello.
La sensazione era diventata sempre più frequente, la convinzione di essere infestato lo portava ad assumere comportamenti mirati a difendere il suo corpo. Si avvolgeva indumenti attorno all’addome e alle natiche mettendo anche dei cartoni sotto i vestiti per “non lasciarli entrare”.
Il paziente era collaborativo, con lieve irrequietezza motoria. Erano evidenti elementi di ansia con riferimento ai sintomi. Nel pensare non si riscontrarono alterazioni; nel contenuto, un’ideazione delirante somatica-ipocondriaca, il cui tema era l’infestazione del suo corpo prodotta da quegli “insetti”.
Il trattamento psicoterapeutico durò meno di cinque mesi fino a quando fu giudicato guarito dalla sindrome.
Due mesi dopo è stato liberato per buona condotta.
Consigli
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