Urania nº 739 – Lo scheletro impossibile di J. P. Hogan – Foto e Collezione di Giampiero Sorce
Quando la Scienza fa da spalla alla Fantasia
Scienza e Fantascienza sono due facce della stessa medaglia. Mentre l’una si dibatte nei Convegni e negli articoli di riviste specializzate, l’altra… pure! Però mentre la prima ipotizza, sperimenta e teorizza, l’altra non cerca di provare la veridicità delle proprie invenzioni: lo lascia fare alla scienza.
Le profezie avveratesi non mancano certo: il cellulare, il tablet, i treni a levitazione magnetica, la telemedicina e così via.
Per questo motivo leggendo fantascienza diamo per scontati i viaggi nel tempo e nello spazio, le cure di traumi senza bisogno di operazioni chirurgiche, il traduttore universale, il teletrasporto…
Agli albori del genere, come vi ho già parlato in un mio precedente articolo, ci si affidava spesso a mezzi puramente fantastici per adempiere allo scopo narrativo: è il caso della Cavorite nel capolavoro di H.G. Wells “I primi uomini sulla Luna”(1901). Ma col tempo, gli autori hanno sempre più farcito i loro romanzi con teorie e invenzioni che sono state comprovate successivamente dalla scienza ufficiale.
Altri autori di fantascienza, partendo da teorie universalmente accettate, prendono lo spunto da queste per proporre nuove scuole di pensiero, alternative e meno pragmatiche forse, ma non per questo scartabili a priori. Sono quelle teorie che lo zoccolo duro degli scienziati “ufficiali” etichettano come false e impossibili.
Scienza e Fantascienza: il futuro possibile
Eppure Scienza e Fantascienza sono sempre andate avanti grazie a quegli uomini e quelle donne che non si sono arresi davanti ai “non è possibile” o all’emarginazione da parte del mondo accademico.
Alcune di queste teorie alternative sono state prese come spunto per scrivere di futuri utopici o distopici, dipende se l’autore sia un ottimista incallito o viceversa sia un pessimista senza speranza.
In questo filone para-scientifico, chiamiamolo così, possiamo individuare l’inglese James Patrick Hogan (1941-2010). Questi era un ingegnere che lasciò la professione per dedicarsi completamente alla scrittura nel 1979, dopo che il suo primo romanzo ebbe un grande successo. Si trattava di Inherit the Stars, del 1977, pubblicato in Italia l’anno successivo con il titolo “Lo scheletro impossibile” (Urania, nº739).
È il primo di 5 romanzi dedicati ai “Giganti” una razza aliena (o forse no) di cui in Italia è stata pubblicata la trilogia composta da “lo scheletro impossibile”, appunto, e da “Chi c’era prima di noi”(1978, 1978 Urania nº765) e “La stella dei Giganti”(1981, 1982 Urania nº931). Restano per ora non tradotti “Entoverse“(1991) e “Mission to Minerva“(2005) che chiudono il ciclo.
L’Autore
Hogan è stato un pensatore controcorrente e, a volte, decisamente controverso. Come esempio basti citare la sua convinzione che la narrazione dell’Olocausto fosse non veritiera perchè scritta e narrata dai vincitori, oppure come fosse un deciso sostenitore dell’anarchia, arrivando a sostenere che certe conquiste tecnologiche arrivassero a rendere superate certe convinzioni sociali.
Tra le sue idee, una in particolare ha sostenuto negli anni la sua vena artistica. È la sua visione filosofica su come si dovrebbe operare in campo scientifico. Per Hogan le teorie scientifiche sono e devono essere formulate sulla base dei dati raccolti tramite il metodo scientifico, ma se una teoria non rispecchia i fatti, non dovrebbero essere i fatti a venire sottovalutati, bensì la teoria a venire scartata!
Scienza e Fantascienza: quando i fatti sconfessano le teorie e si parla di ipotesi fantascientifiche
Su questo, purtroppo, abbiamo esempi eclatanti in vari campi. Per citare un esempio, alcuni esperti sono stati in grado di osservare un’erosione piovana scoperta vicino alla sommità della Sfinge che, ricordiamo, è fatta di pietra calcarea non di marmo. Questo spettacolare monumento viene datato dagli egittologi ufficiali tra il 4500 e il 2500 a.C.
Poiché si ritiene che l’ultima pioggia caduta nella zona sia avvenuta intorno al 7000 a.C. questo sposterebbe la costruzione fino a 9.500 anni prima. Questa teoria viene accettata oggi dalla comunità scientifica ma negata dall’egittologia perchè in contrasto con la datazione ufficiale. Come volevasi dimotrare…
In Biologia, ad esempio, non si è ancora potuta dare una spiegazione sulla comparsa dell’homo sapiens nella linea evolutiva dei primati. Non si è ancora potuto dare il nome al famoso “anello mancante”. Questo ha dato origine al pensiero alternativo di un disegno intelligente, una sorta di tentativo di provare l’intervento divino nella nascita dell’uomo, o dell’intervento “esterno” ovvero della manipolazione genetica da parte di esseri provenienti dalle stelle.
La Trilogia pubblicata in Italia
Ed è proprio in quest’ottica, dell’intervento alieno, che si muove James P. Hogan facendo si che Scienza e Fantascienza diano vita a un racconto avvincente e credibile. Durante la colonizzazione del Sistema Solare, sulla Luna avviene il ritrovamento di un corpo alieno dalle sembianze umane. Il corpo è all’interno di una tuta spaziale vecchia di migliaia di anni. Insomma uno scheletro impossibile!
I protagonisti del romanzo sono due scienziati dai profili decisamente antagonisti e Hogan è perfetto nel metterli a confronto. Da una parte il prototipo dello scienziato dogmatico, un biologo molecolare rigidamente legato alle sue convinzioni e refrattario a qualsiasi teoria non convenzionale. Dall’altra la sua controparte: una mente scevra da pregiudizi che non si spaventa a “ragionare” sui fatti e a spingere l’altro ad essere più aperto. Ne derivano scontri e incontri che rendono piacevolissima la lettura.
È questo il pregio di Hogan in questo romanzo: farci riflettere sul fatto che bisognerebbe tenere la mente aperta alle nuove idee. La narrazione è un tributo al libero pensiero scientifico, vera convivenza tra Scienza e Fantascienza, almeno nel primo romanzo. Nelle opere successive le figure dei due personaggi principali risultano meno avvincenti, come pure il tema fatti vs teorie viene sacrificato a discapito della più fantastica trama dell’incontro tra umani e alieni.
A mio modesto avviso, Hogan ha forse ceduto alle esigenze di mercato sostituendo Scienza e Fantascienza al più commerciale “sense of wonder“, il senso della meraviglia, tanto caro ai lettori (e alle case editrici!).
Qualcuno di voi ha letto gli altri due romanzi in lingua originale? Se si perchè non ce ne parlate nei commenti?
State connessi, vi do l’appuntamento al prossimo articolo e…
Lunga vita e prosperità
PS: Vi ricordate che c’è un concorso aperto, si? se vi siete perso il bando, trovate tutte le info qui!
Giampiero Sorce