Scegliere un vino quando non si è intenditori è cosa ardua, come pure è problematico scegliere un prodotto alimentare che dia garanzie di bontà e di contenuti salutari.
Il vino
Scegliere un vino da accompagnare ad un buon pasto non è impresa facile. In questo numero non parlerò di un vino e dell’abbinamento con un particolare cibo. Voglio rispondere alle molte richieste su come poter scegliere un buon vino per accompagnare la pietanza, qualunque essa sia. L’imbarazzo di alcuni lettori consiste nel fatto che i prezzi non sono paragonabili con quelli della nostra Madre Patria dove per essere sicuri di avere un buon vino, generalmente, bisogna investire cifre molto superiori rispetto a quelle necessarie (almeno tre-quattro volte in più) per un vino spagnolo di buon livello.
Scegliere un vino da accompagnare ad un buon pasto non è impresa facile
Purtroppo non c’è la possibilità di poterlo aprire ed assaggiarlo, quindi dovremo raccogliere tutta una serie di informazioni che messe insieme possono suggerire la bontà del prodotto vinicolo che si vuole acquistare.
Diversi sono i parametri che andiamo a descrivere ed analizzare per scegliere in modo sapiente.
Il tappo
È un elemento fondamentale perché legato fortemente alla permeabilità all’ossigeno. L’aria, per il vino, può rilevarsi utile, ma allo stesso tempo dannoso. Dipende dall’incidenza che essa ha in percentuale e da quanto tempo essa agisce sul prezioso nettare che si vuole gustare.
Per esempio, una bassa dose di ossigenazione può aiutare la formazione di aromi fruttati (vini bianchi, giovani, leggeri), ma quando l’ossigenazione è più marcata, aumenta l’acidità che determina un odore sgradevole. Importante, quindi, è la qualità del tappo.
Abbiamo a disposizione tre possibilità di chiusura:
a) tappi a vite – adatti per vini di fascia medio-bassa (bottiglioni di 1,5-2,0 litri), migliori di quelli sintetici perché hanno una ridotta permeabilità all’ossigeno;
b) tappi sintetici – gli attuali tappi sintetici garantiscono una bassissima permeabilità all’ossigeno. Si tratta di prodotti nuovi migliori dei tappi sintetici originari, in silicone. Generalmente, questo tipo di tappo viene installato per vini medio-alti, raramente per vini di alta qualità, anche se recentemente li troviamo anche in ottimi vini.
c) tappi di sughero – il tappo per l’eccellenza, ma attenzione alla qualità del sughero che, se non buona, può rovinare il gusto del vino dandogli quel terribile sapore di tappo.
La concentrazione minima di ossigeno nello spazio di testa, trovata dai ricercatori in una bottiglia chiusa con un tappo di sughero naturale è stata di 1,31 mg/l, equivalente alla quantità di ossigeno che, con questi tappi, permea nell’arco di 3-4 mesi. Nel caso dei tappi sintetici o a vite, sono stati riscontrati contenuti di ossigeno corrispondenti a quelli di una bottiglia chiusa con tappo di sughero per 8-10 mesi.
Quindi i tappi sintetici e a vite hanno una permeabilità doppia o tripla rispetto a quelli di sughero. Pertanto sono consigliati per le bottiglie destinate a vini giovani e da bere dopo poco tempo dall’acquisto.
Il colore
Importante, poi, il colore del vino, deve sempre risultare brillante, trasparente, non deve avere cenni di torbidità, seppure lieve. Il rosso, alla luce, deve mantenere un colore vivo e brillante. Non deve essere né torbido né avere quel colore stanco-tonto, rivelatore purtroppo di una scorretta ossigenazione e di un irrimediabile danno apportato al vino.
il colore del vino, deve sempre risultare brillante, trasparente, non deve avere cenni di torbidità, seppure lieve
Quindi il vino non deve avere tonalità che tendano al marrone se è rosso o al giallo/marroncino se è bianco. Questo colore, infatti, è spia di un processo di ossidazione che danneggia oltremodo il vino. Importanti, per questo motivo, sono le condizioni di conservazione, come temperatura, luce ed umidità che hanno un’influenza decisiva sullo sviluppo del vino in bottiglia.
L’aspetto della bottiglia
Anche l’aspetto della bottiglia è importante. Innanzitutto, infatti, bisogna osservare se il tappo sporge. In questo caso, il vino è meglio lasciarlo lì dov’è, probabilmente ha preso aria, ha subito una ulteriore fermentazione formando un gas che ha spinto il tappo verso l’esterno.
Un altro cattivo segno facile da cogliere è la presenza di bollicine. Il vino dovrebbe essere fermo, ma non lo è, significa che c’è un processo di fermentazione in atto. Meglio lasciare la bottiglia sullo scaffale del mercato.
Importante l’incavatura alla base della bottiglia. Un fondo piatto della bottiglia è indice di poca qualità.
Inizialmente le bottiglie di vetro avevano tale concavità per una semplice questione di equilibrio. Le bottiglie di vetro in origine venivano lavorate dai soffiatori di vetro. Questa tecnica produceva delle bottiglie con fondo tondeggiate che rendeva impossibile l’equilibrio delle bottiglie stesse. La soluzione adottata dai lavoratori di vetro fu quella di spingere la protuberanza tonda all’interno della bottiglia, creando il fondo concavo e assicurando la stabilità della bottiglia.
Giunta la produzione industriale della bottiglia di vetro, si decise di mantenere la forma concava, nel rispetto della tradizione. Qualche produttore invece adottò inizialmente, ma non per molto, una base piatta.
con l’utilizzo del decanter si poteva impedire a tali sedimenti di essere versati nel bicchiere
In molti si accorsero che, in realtà, quella particolare incavatura aveva una grande utilità, quella di permettere ai sedimenti insolubili presenti nel vino, prodotti naturalmente nel corso della fermentazione, di depositarsi sul fondo della bottiglia, evitando la loro dispersione e la terribile conseguenza di versare i sedimenti nel bicchiere. Prestando attenzione nel corso del servizio del vino o con l’utilizzo del decanter si poteva impedire a tali sedimenti di essere versati nel bicchiere, separandoli dal resto del contenuto. Fu questa la ragione principale che convinse i produttori di bottiglie di vino di vetro ad adottare questa forma.
L’applicazione del fondo concavo agli spumanti
Successivamente, si è scoperto che il fondo concavo è indicato anche per vini spumanti e champagne, anche se questa tipologia di vini raccolgono i depositi sul collo della bottiglia, poi eliminati con l’estrazione del tappo a corona e la seguente sboccatura. Il fondo concavo dunque non è utilizzato per il deposito dei sedimenti, ma per altri due motivi: permette agli spumanti a contatto con il ghiaccio di raffreddarsi più velocemente perché garantisce una maggiore superficie di contatto tra bottiglia e ghiaccio stesso e, in secondo luogo, tale forma permette una maggiore resistenza alla bottiglia. Senza poi contare che la sua forma favorisce un’impugnatura più funzionale nel servizio del vino.
L’etichetta
Importante pure l’esame dell’etichetta. Oltre a verificare la presenza di alcuni fattori come la gradazione alcolica in percentuale, la classificazione del vino (denominazione di origine, ecc.), marchio, nome dell’imbottigliatore, volume del recipiente, numero bottiglia e/o lotto, utile è l’esame della cura dell’etichetta. Se l’etichetta presenta una sua personalità, esprime un parere e consiglia abbinamenti con il cibo, fa pensare che si tratti di un vino di una certa qualità, se, invece, l’etichetta è semplice, con una descrizione sommaria e magari anche incompleta, fareste bene a lasciare quel vino sullo scaffale dove è esposto.
L’odore
Purtroppo, questo fattore lo potete verificare solo dopo aver acquistato la bottiglia.
Riconoscere il classico odore di tappo spesso non è facile. Ma ci sono altri sentori che possono aiutare a riconoscere un vino cattivo. In particolare, non bisognerebbe bere un vino che sa di cane bagnato, cartone bagnato o cantina umida. Questi sentori sono infatti spia della presenza di TCA nel tappo. Questa molecola è ciò che resta nel tappo di sughero se vi si è formato un fungo.
Altri vini da evitare sono quelli che sanno di aceto o acetone, di stalla oppure di muffa. Infine, il vino troppo acido o con un sentore di zolfo è sicuramente cattivo.
Insomma, come si vede, scegliere un vino non è poi così semplice, ma con questi suggerimenti ci sono buone possibilità di bere bene.
Passiamo agli alimenti solidi
Per quanto riguarda il settore alimentare e culinario, da qualche tempo è uscita un’applicazione che scansiona i prodotti alimentari fornendo un voto. Inoltre fornisce una dettagliata descrizione e consigli su altri prodotti analoghi. In effetti, vi sono parecchie applicazioni di questo tipo, ma una in particolare ha richiamato una certa attenzione: si tratta della applicazione YUKA. Questa app attualmente conta circa 27 milioni di utenti.

Per scegliere il prodotto con maggiore sicurezza Yuka scansiona prodotti alimentari per decifrare e analizzare nel dettaglio i loro componenti, oltre a valutare il loro impatto sulla salute.
Tramite semplicissimi indicatori colorati Yuka indica l’impatto del prodotto sulla salute: eccellente, buono, mediocre o scarso. Per ogni prodotto è possibile accedere ad una scheda dettagliata per capire come è stato valutato. Ad oggi, nell’applicazione sono contemplati circa 2 milioni di prodotti alimentari che vengono valutati secondo 3 criteri obiettivi: qualità nutrizionale, presenza di additivi e certificazione bio del prodotto e mezzo milione di prodotti cosmetici il cui metodo valutativo si basa sull’analisi di tutti gli ingredienti che compongono il prodotto. Ad ogni ingrediente viene attribuito un livello di rischio in base alle conoscenze scientifiche attuali. Inoltre, per ogni prodotto viene suggerito, per quanto riguarda i prodotti valutati in modo negativo, prodotti simili, ma con un impatto migliore sulla salute, in modo del tutto indipendente e non influenzato dall’esterno. Scegliere con un occhio ai prodotti di qualità è un modo anche di proteggere la propria salute.