Correva l’anno 217 quando Callisto venne eletto sedicesimo papa, subito dopo la morte del suo predecessore, Papa Zefirino di cui era arcidiacono e amministratore.
Papa Zeffirino nutriva una grande stima ai Callisto, ragion per cui il nostro diacono, ereditò la cattedra di Pietro rapidamente e senza troppe questioni. La storia di Callisto è davvero interessante e piena di avvenimenti, soprattutto è una storia che hanno raccontato in parecchi.
A partire da Eusebio di Cesarea, da Giulio Africano e da Quinto Settimio Tertulliano per arrivare infine al suo acerrimo nemico Ippolito di Roma.
Originariamente schiavo, il suo padrone lungimirante e generoso chiamato Carpoforo lo liberò e, grazie a lui, Callisto divenne un cambiavalute e contemporaneamente un usuraio prestasoldi.
Alcune fonti raccontano che la sua impresa fallì e lui non riuscendo a restituire dei soldi sottratti al suo padrone, fuggì verso il mare tentando di imbarcarsi (alcune fonti sostengono invece che tentò di uccidersi gettandosi dalla barca).
Carpoforo lo seguì e lo salvò, lo perdonò e lo aiutò di nuovo per organizzare la sua vita da uomo libero. Denunciato qualche tempo dopo per una rissa all’interno della sinagoga (probabilmente per un contrasto con i locali usurai ebrei) finì condannato e mandato al lavoro nelle miniere di Sardegna.
Dato però che quasi tutte le notizie ci giungono da Ippolito, che non aveva nessuna stima di lui, bisogna prendere con le dovute precauzioni le storie che ci sono giunte su di lui.
il PHILOSOPHUMENA di Ippolito “riflessioni, ovvero refutazione di tutte le eresie”
Ippolito lo definisce così nel suo “Pilosophumena”: «uomo industrioso per il male e pieno di risorse per l’errore», Callisto era lo schiavo di un certo Carpoforo, un cristiano della famiglia imperiale. Costui affidò grandi somme di denaro a Callisto, che creò una banca in cui orfani e vedove potevano portare i loro soldi. Callisto, però, perse tutto e scappò.
Carpoforo lo seguì fino a Porto, dove Callisto si stava imbarcando su una nave. Vedendo il suo padrone avvicinarsi su una barca, lo schiavo si gettò in mare per suicidarsi, ma fu salvato, trascinato a riva, e consegnato al padrone affinché lo punisse.
I creditori, credendo che avesse ancora i loro soldi, implorarono affinché fosse rilasciato: Callisto però non li aveva più, così cercò di nuovo la morte attaccando e insultando gli ebrei nella loro sinagoga.
Gli ebrei lo trascinarono di fronte al prefetto Fusciano, dove Carpoforo dichiarò che Callisto non doveva essere considerato come un cristiano, ma il prefetto, pensando che il padrone stesse tentando di salvare il suo schiavo, condannò Callisto ai lavori forzati nelle miniere in Sardegna (ad metalla).
Qualche tempo dopo, Marcia, l’amante dello stravagante e crudele imperatore Commodo, convocò il vescovo Vittore e gli chiese se c’erano cristiani in Sardegna. Questi le diede un elenco, senza includere Callisto. Marcia spedì allora un emissario con l’incarico di far rilasciare i prigionieri. Callisto si gettò ai suoi piedi, e lo implorò di portarlo con sé. Vittore si risentì dell’accaduto, ma essendo un uomo compassionevole, lasciò Callisto ad Anzio con una sovvenzione mensile. (Fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Ippolito_di_Roma)
Tertulliano
Anche Tertulliano non parlava molto bene di lui, addirittura nel suo De Exortatione Castitatis VII, descrive con ripugnanza il fatto che alcuni vescovi contravvenivano agli insegnamenti di San Paolo sulla castità e si erano sposati diverse volte, indicando Callisto al pari di un eretico in quanto permetteva i matrimoni dei presbiteri. Le voci sono talmente varie ed opposte fra loro, che definire concretamente la vita di Callisto diventa parecchio difficile, interessante ciò che esce fuori navigando tra le diverse fonti e le opinioni su di lui.
14 ottobre si festeggia san Callisto
In pratica, Callisto era un uomo dal passato abbastanza complicato, tra alti e bassi, qualche truffa, qualche affare andato male, investimenti sbagliati lo spingevano ad arrangiarsi anche in modo poco ortodosso.
Grazie al suo padrone Carpoforo, che gli voleva bene e lo sovvenzionava cercando di avviarlo verso una vita corretta da uomo libero, venne riabilitato diverse volte ed infine divenne aiutante e diacono del papa Zeffirino che venne conquistato dalla sua capacità organizzativa.
Il papa gli affidò la costruzione di un cimitero in un’area di circa 30 ettari limitrofa alle mura della città di Roma tra la via Appia e la via Ardeatina: le odierne Catacombe di San Callisto, appunto.
Callisto organizzò la costruzione e amministrò le casse dell’area sepolcrale. Nei secoli a venire, vi trovarono sepoltura circa mezzo milione di cristiani, una lunga serie martiri e ben sedici pontefici. I fedeli cristiani, nonostante le diverse persecuzioni subite, sin da subito ambivano ad essere seppelliti vicino a martiri e santi, per questo motivo era molto popolare essendo considerato il cimitero ufficiale della Chiesa di Roma sin dal III Secolo. (Le Catacombe di San Callisto sono visitabili con prenotazione a questo link https://www.catacombesancallisto.it/it/index.php). Chiaramente non poteva non diventare il patrono di coloro che lavorano nei cimiteri, si festeggia San Callisto il 14 ottobre.
MONARCHIANISMO E ADOZIONISMO
Callisto diventò papa nel 217 subito dopo la morte di Zeffirino, ma qualcuno era totalmente contrario alla sua nomina e questo qualcuno era proprio Ippolito!
Convinto che sia Callisto che Zeffirino abbracciassero dottrine sospette dichiarate eretiche, Ippolito li accusò entrambi di essere simpatizzanti delle dottrine relative al monarchianesimo (da monoarché un solo principio) un movimento teologico che sosteneva fin dal I secolo l’unità di Dio, negando invece la Trinità.
Questo movimento fu chiamato in seguito anche degli adozionisti, in quanto sostenevano che la persona del Cristo era stata “adottata” da Dio Padre nel momento del battesimo nel Giordano. Ippolito li accusò di essere anche avidi, analfabeti e ignoranti.
Non è sicuro che Zeffirino e Callisto abbracciassero davvero queste eresie, ma Ippolito ne era convinto ed era intenzionato a ribaltare l’elezione, quindi, radunato un gruppo di seguaci si fece eleggere egli stesso papa, provocando in questo modo il primo scisma della Chiesa romana.
Ecco dunque che Ippolito divenne il primo antipapa della storia della Chiesa.
Le evidenze storiche
In realtà è storicamente provato che sia Zefirino che Callisto non erano affatto eretici, anzi, condannarono diversi seguaci monarchianisti. Diverse testimonianze affermano che furono buoni cristiani e ottimi amministratori e grazie a questa riabilitazione, che contrasta le fonti avverse, Callisto e Zeffirino sono stati considerati ufficialmente santi, oltre che martiri e difensori della Fede Cattolica (della dottrina trinitaria nello specifico).
La sua scelta della linea morbida, del perdono e della misericordia nel campo delle questioni morali, lo rende un papa che ha avuto un peso notevole nelle questioni giuridico-canoniche, ma non impedì però di venir accusato di lassismo dall’antipapa.
Don Bosco
Dice di lui Don Bosco suo estimatore: “Quattro cose resero in maniera particolare glorioso il pontificato di San Callisto: La Basilica di Santa Maria in Trastevere, il digiuno delle quattro tempora, il cimitero detto di San Callisto e il suo luminoso martirio”.
In effetti il suo martirio è un ricordo rimasto davvero impresso, raccontato in diverse versioni, ma tutte concordi fra di loro.
Imprigionato durante le persecuzioni, a lungo bastonato, con un grande masso legato al collo fù scaraventato dalla finestra ed infine gettato in un pozzo. Oggi, vicino al luogo del suo terribile martirio, è edificata una basilica che porta il suo nome e si trova proprio vicino a quella di santa Maria in Trastevere.

La Chiesa di San Callisto in Trastevere, Roma