Religione e Fantascienza sembrano all’apparenza due argomenti assolutamente iconciliabili. Eppure c’è stato chi si è cimentato nel tentare, vedremo con quali fortune, di associare la religione o i professanti una religione, con la narrazione fantascientifica.
Voglio sottolineare qui che non parlo di religiosità, perchè questa è un sentimento, una attitudine, che non riguarda necessariamente un credo, come può essere il Cristianesimo o l’Induismo, ma piuttosto il “come” l’uomo si pone davanti al trascendentale. E questa non è certo la sede adatta per parlarne.
Qui invece mi riferisco alla religione, ovvero la dottrina di una fede codificata e trasmessa da una classe sacerdotale e dei suoi fedeli, magari quelli più ortodossi ed estremisti.
Premetto che non è mia intenzione aprire qui un dibattito sulla valenza delle religioni. Non esprimerò giudizi su chi detiene o crede di detenere la Verità. Qui voglio semplicemente stimolare la vostra curiosità e, come sempre, invitarvi alla lettura integrale dei testi citati nell’articolo.
Perciò, armi in spalla, e affrontiamo l’argomento senza pregiudizi.
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Non per la gloria
Armi in spalla non era un invito casuale. Il primo romanzo che voglio proporvi è “Non per la gloria” (Urania 1103, Edizione speciale argento, 18/6/1989) di Joel Rosenberg. Il cognome dovrebbe già farvi intuire da quale religione inizieremo questo viaggio.
Dal riassunto in quarta di copertina iniziamo subito ad avere un’idea del romanzo:
Metzada, il secondo pianeta di Epsilon Indi, è un mondo inospitale e desertico, ma i discendenti di quello che un tempo era stato l’orgoglioso popolo di Israele sulla Terra ne hanno fatto la loro nuova patria. Ora gli abitanti di Metzada sono i migliori strateghi e soldati mercenerai dell’intera galassia […]
Ebbene si: gli Ebrei hanno lasciato la loro terra promessa e sono emigrati in massa su un nuovo pianeta. Il romanzo è sicuramente etichettabile come un romanzo di avventura, con il suo eroe principale e le cariche della cavalleria. Ma ciò che esce fuori alla fine è la proverbiale capacità del popolo ebraico a superare le difficoltà con tutti i mezzi, anche trasformandosi in truppe mercenarie, pur di assicurare il futuro delle generazioni future.
In questo caso, il popolo di Israele ha esportato in toto le credenze e gli insegnamenti della Torah ricevuta da Mosè e continua a seguirle anche se tra le stelle.
Non manca il riferimento al proverbiale attaccamento degli ebrei al denaro. Alla domanda che gli viene rivolta “[…] come fai a essere orgoglioso di quello che fai per il denaro? per lo schifoso denaro?”, il protagonista ci svelerà la vera spinta che lo spinge a fare il mercenario con una semplice frase rivelatrice, che ovviamente non vi svelerò.
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Dune
Il ciclo di Dune scritto da Frank Herbert in sei volumi, è stato successivamente ampliato con altri quattordici romanzi dal figlio Brian insieme a Kevin J. Anderson. In questa space-opera non mancano i riferimenti ecologici, denuncia ante litteram dei pericoli del cambiamento climatico, e le interazioni sociali tra culture e professioni religiose diverse. Ma la parte del leone la fa senza dubbio la religione Islamica.
Il Muad’Dib, Paul Atreides, è la personificazione del profeta che, vittima egli stesso del suo fanatismo estremista, proclamerà una Jihad galattica, che porterà il terrore in tutto l’Impero. La Jihad riuscirà ad imporre il suo culto in tutti i pianeti conosciuti, ma costerà la vita a miliardi di vittime, colpevoli di non volersi convertire ai suoi insegnamenti.
Palese il riferimento alle motivazioni e ai metodi dell’espansione islamica dal VII al XVIII secolo in Europa, Asia ed Africa.
Un’ultima osservazione. Nel film del 1984 di David Lynch i “vermi di Arrakis” sono una creazione del nostro Carlo Rambaldi (le stesso di ET per intenderci), mentre nella miniserie per la tv del 2000 l’Imperatore Shaddam IV è interpretato da un Giancarlo Giannini da oscar.
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Cestus Dei
John Maddoz Roberts è l’autore di un romanzo, Cestus Dei (Urania 1084, Edizione speciale argento, 25/9/1988) in cui ben cinque religioni si spartiscono il potere di un ricostituendo impero terrestre.
Cattolici, Islamici, Induisti, Buddisti ed Ebrei si sono sparsi nei vari mondi, portando su ciascuno di questi la propria religione. Sembrerebbe la soluzione migliore per evitare conflitti derivanti dalla differente visione della Verità. Eppure, come in molti altri romanzi di fantascienza, l’estrema dispersione porta al crollo della civiltà.
Il compito di “riscoprire” e ristabilire i contatti con i sistemi stellari perduti con la Grande Decadenza, spetta adesso alle astronavi delle varie religioni.
Così assistiamo alle avventure di un frate francescano e di un agguerrito gesuita, membro dell’organizzazione segreta Cestus Dei, per riportare all’ovile le pecorelle smarrite del sistema Flaviano.
Conclusioni
Questi sono solo tre esempi di come la Fantascienza, attraverso la narrazione di avventure nel tempo e nello spazio, oltre a soddisfare la nostra voglia di evasione, possa allo stesso tempo far riflette sul peso che le Religioni hanno sul futuro della nostra specie.
Lascio ad ognuno di voi trarre le dovute riflessioni. Vi sprono a leggere perchè chi legge allena la mente a pensare e il pensiero non può essere incatenato o messo a tacere da nessuno.
Lunga vita e prosperità
Giampiero Sorce