coscienza

La coscienza è la facoltà immediata di avvertire, comprendere, valutare i fatti che si verificano nella sfera dell’esperienza individuale o si prospettano in un futuro più o meno vicino. Le piante hanno questa facoltà.

Prima di parlare degli animali e dell’uomo (come animale superiore), approfondiamo il discorso sulla coscienza.

Le piante, oltre ad avere un’anima perché esistono (quindi avranno una loro descrizione individuale di identificazione, sono in possesso anche di una coscienza).

Su questi termini ci sono delle importanti precisazioni da considerare perché la coscienza non è come l’anima, rigida, unica per ogni elemento che esiste. Essa è una facoltà che può essere presente o meno. Se è presente, lo può essere a diversi livelli, quelli che ha la possibilità di raggiungere e modificare entro l’intervallo permesso di queste possibilità, a piacere, secondo la propria volontà, liberamente, decidendo secondo ciò che il soggetto pensante ritiene per lui più utile in quel tale momento.

Quindi, cominciamo a vedere la coscienza dai seguenti due punti di vista[2]:

  1. la coscienza è la capacità immediata di avvertire, comprendere, valutare i fatti che si verificano nella sfera dell’esperienza individuale o si prospettano in un futuro più o meno vicino (consapevolezza);
  2. la coscienza è la valutazione morale del proprio agire, spesso intesa come criterio supremo della moralità.

La conseguenza di queste due caratteristiche che assumiamo come definizione della coscienza è che per avere una coscienza è necessario avere assimilato nella propria natura la facoltà del sentire. Cioè saper giudicare – secondo coscienza – ciò che viene considerato bene e ciò che viene individuato come male. Ma questo sentire non può essere altro che un prodotto della particolare evoluzione di chi è dotato di questa prerogativa. Proprio per la diversità degli innumerevoli fattori che partecipano allo sviluppo dell’entità in esame, però, è diverso da un soggetto all’altro.

Questo sentire è un qualcosa che fino ad un certo punto dell’evoluzione della natura non riusciva a concretizzarsi. Da un certo stato evolutivo in poi, però, ha trovato terreno fertile per manifestarsi in modo sempre più sofisticato.

La scelta della definizione di coscienza e l’etica delle piante

Per quanto detto a carico delle piante, la prima definizione è pienamente soddisfatta dai requisiti indica come caratteristiche proprie delle piante. Secondo tale definizione le piante hanno una coscienza elevata, una particolare forma di intelligenza ed una sensibilità che, senza temere di esagerare, potrebbe essere paragonabile a quella umana se non addirittura superiore.

Altro discorso, più difficile da affrontare, è la questione etica. Le piante hanno moralità, le loro azioni possono essere considerate etiche? Le piante sono diversissime da noi, considerando che esse rappresentano una civiltà pochissimo conosciuta, a noi parallela e dotata d’intelligenza, esse sono aliene per noi. Non capiamo tutto di loro (anzi ne sappiamo quasi niente) eppure conviviamo con esse che, per noi, rappresentano la vita su questo pianeta.

La mia personalissima convinzione è che la coscienza delle piante sia ad alto livello per svariati motivi e grazie anche alle più recenti scoperte. Le piante comunicano tra loro, le piante si difendono, le piante si avvertono tra loro quando sentono un pericolo imminente e non solo. Quindi, anche la seconda condizione è rispettata, ma fino a che livello? Qual è il loro grado di moralità e come facciamo a giudicarlo, noi che siamo completamente diversi?

Diversità etica tra noi e le piante

Voler procedere con una classificazione sul comportamento delle piante secondo la nostra etica, cioè secondo le leggi che regolano i rapporti sociali degli animali, non è corretto. Si andrebbe incontro ad una vera e propria aberrazione in quanto le nostre regole morali non possono naturalmente essere applicate ad esseri completamente diversi da noi. Sarebbe come se volessimo applicare il nostro modo di vivere ad una civiltà aliena, tecnologicamente avanzata, che viene a farci visita. Lo sviluppo di ogni civiltà risente di tanti fattori e situazioni complesse venutesi a sviluppare nel corso della propria evoluzione. Già, perché tutto nel nostro Universo evolve, nulla è immobile, il principio base della sua esistenza è la dinamica.

Possiamo solo osservare, trovare dei punti che possono renderci più vicino, ma rispettare sempre la diversa natura dell’altro essere col quale vogliamo relazionare, mai prevaricarlo.

Abbiamo visto che le piante assumono straordinari comportamenti per la difesa, non solo, esse sono anche sociali perché riescono ad avvertire le altre piante di possibili pericoli in arrivo. Questo atteggiamento può anche essere considerato come una caratteristica umana.

La nostra convivenza con le piante

C’è da chiedersi se le piante hanno piacere a condividere il pianeta con noi. Loro ci danno l’aria che respiriamo, ci danno il miglior cibo per la nostra nutrizione. Insomma ci nutrono e ci difendono in qualche modo e mai (almeno fino ad ora) si è potuto evidenziare un comportamento ostile nei nostri confronti (ricordiamoci di ciò che le piante riescono a fare con i bruchi) eppure noi facciamo ampio uso nella nostra alimentazione dei prodotti vegetali. Verrebbe voglia di dire che il regno dei vegetali è la nostra dispensa alimentare. Ma anche in termini di sicurezza per la nostra vita randagia. Sembrerebbe quasi che le piante esistono per assicurarci la vita. Allora è questo il loro scopo? Se ciò fosse, allora potremmo anche pensare che la loro organizzazione e struttura è dotata di coscienza di grado piuttosto elevato e consapevole del loro ruolo su questo pianeta.

A questo punto ancora una domanda:

la loro coscienza dove arriva, a quale grado riesce a levarsi?

Le piante hanno possibilità di scegliere (primo grado della coscienza), le loro azioni sono istintive (secondo grado della coscienza), cioè al verificarsi di un certo evento la loro risposta è sempre immediata e uguale, oppure esiste un ragionamento, ovvero l’azione che compiono è dettata dalla razionalità (terzo grado della coscienza) che sceglie a seconda delle possibili situazioni esterne?

Non dimentichiamo che le piante tra loro comunicano!

Potremmo anche andare più avanti se volessimo chiederci se le piante agiscono secondo una certa loro etica (o morale), ma qui dovremmo fare un vertiginoso salto di qualità: in tal caso le piante avrebbero un’elevata coscienza, ma anche una loro spiritualità e questo, in cuor mio, mi lascerebbe molto turbato, non per timore di chissà cosa, ma perché i vegetali si offrirebbero a noi animali per accudirci, per migliorare la nostra esistenza sul pianeta Terra, dove siamo nati ed evoluti in milioni di anni, addirittura i nostri lontani progenitori hanno vissuto tra i rami degli alberi.

Dovremmo ringraziare queste entità così prodighe verso noi animali.

I lavori ancora da fare

Purtroppo, la scienza che si sta interessando delle piante, aprendo una serie di ricerche nel campo della neurobiologia vegetale, è talmente iniziale che, pur avendo ottenuti risultati sbalorditivi, non permette di stilare un quadro completo di questi esseri che vivono accanto a noi. Ancora c’è molto da imparare dalla vita delle piante ed i tempi necessari per acquisire le risposte a tutte le domande precedentemente poste ed anche ad altre che verranno a formarsi in corso d’opera sono ancora abbastanza lunghi.

Anche in questo caso voglio azzardare una mia visione personalissima. Considero i vegetali dotati di una coscienza elevata, ma non tale da raggiungere una spiritualità. Questo per il semplice motivo che non scelgono di darci aiuto fornendoci una buona alimentazione. Esse sono indotte dalla loro stessa natura, per come sono fatte, ad offrirci i loro frutti, non perché sono generose, ma perché questa è la loro funzione. Se noi i frutti non li raccogliamo, questi cadono a terra quando sono maturi. Pertanto, raccogliere questi alimenti, ricchi di vitamine ed utili alla nostra vita, è un favore che facciamo alle stesse piante oltre naturalmente a noi.


[2] Le definizioni di coscienza sono state prelevate dal dizionario Oxford Language.

Fonte foto: https://www.widdar.it/post/le-piante-comunicano-e-quelle-coltivate-parte-1