IL QUARTIERE ESQUILINO COMPIE 150 ANNI
Compie ben 150 anni il quartiere Esquilino, nato in un’area sempre considerata zona periferica in quanto, prima dell’unità d’Italia del 1870, il territorio era una campagna disseminata di orti, di ville dell’aristocrazia romana, di antichi monasteri e di conventi di suore.
Nel 1870 la città di Roma diventa la capitale del Regno d’Italia e quando i bersaglieri del generale Cadorna il 20 settembre, riescono a penetrare attraverso la breccia di Porta Pia nella città del Papa-Re.
Il generale dell’esercito pontificio Kanzler, riconoscendo la sconfitta, non può far altro che firmare la resa. Papa Pio IX si ritira in Vaticano, lasciando che la città diventi la capitale del nuovo regno italiano. Cercherà di mantenere ancora grandi centri di potere come il Laterano, Castel Sant’Angelo e il Vaticano, ma con il tempo dovrà dire addio ad altri centri focali come il Quirinale e il Campidoglio e a molti altri palazzi e possedimenti disseminati nella città.
IL SALTO DA STATO PONTIFICIO A REGNO D’ITALIA
Il Papa avrà modo di rendersi conto a malincuore che la città con i suoi 220 mila abitanti, da quel momento seguirà il suo destino indipendente dalla Chiesa.
Nel 1871 appunto decisero che bisognava urbanizzare i territori limitrofi alla città vecchia, allargare i confini per edificare nuove abitazioni necessarie ad ospitare le migliaia di famiglie provenienti da Firenze che dovranno trasferirsi a Roma.
Per questo motivo il Consiglio Comunale deliberò l’annessione di quei territori che saranno compresi nel nuovo piano urbanistico che prevedeva le abitazioni per circa trentamila nuovi abitanti.
ROMA CAPITALE DEL REGNO D’ITALIA ALLARGA I SUOI CONFINI
Il territorio dell’Esquilino è proprio il tipico esempio di uno di quei territori (una volta considerati “campagna” limitrofa al centro) il cui destino cambiò in quell’anno.
Le verdi alture dei colli Esquilino, Oppio, Fagutale e Cispio arricchite da ben due fonti di acqua potabile chiamate Fonte dell’Acqua Marcia e Fonte dell’Acqua Felice. Una volta luogo ameno disseminato di belle ville padronali e di villini della Roma bene, appartenenti alle ricche famiglie aristocratiche romane, diverranno luogo di una pesante trasformazione urbana.
URBANIZZAZIONE DEL QUARTIERE ESQUILINO
Tutto il verde dei colli sarà trasformato dalla urbanizzazione deliberata dal consiglio comunale. Nel 1874 (esattamente 150 fa) che verrà dato ufficialmente il nome al nuovo rione, chiamato Rione XV Esquilino con quasi tre milioni di metri quadri di estensione.
Un centinaio di palazzi tutti rigorosamente alti sei piani saranno edificati nei circa 22 ettari, per accogliere i nuovi arrivati da fuori Roma. Sarà anche disegnata e realizzata una nuova piazza circondata da porticati, con all’interno un grande giardino alberato, dedicata al “gran re” Vittorio Emanuele II.
Proprio questa piazza, conosciuta come Piazza Vittorio, sarà la sede di un grande mistero romano, ovvero: LA PORTA MAGICA
Nel 1600 il bellissimo giardino, (inglobato poi dentro la odierna Piazza Vittorio) apparteneva all’antica villa del marchese Massimiliano Savelli Palombara. Ricco aristocratico intellettuale appassionato di esoterismo ed alchimia. Fece costruire la porta, oggi visibile incastonata nell’antico muro di cinta, sul cui portale venne incisa una antica e misteriosa formula inerente al segreto della pietra filosofale.
IL MISTERIOSO SIGNIFICATO DELLA “PORTA ERMETICA“
Chiamata anche la “PORTA ERMETICA”, presenta incisioni in lingue differenti, alcune parole in ebraico, altre in latino, varie immagini dei simboli planetari associati ai metalli, triangoli, il simbolo di Re Salomone ed infine una stella a sei punte.
Una nota leggenda cittadina, racconta che una notte di pioggia, un noto ospite del marchese (probabilmente il medico alchimista Francesco Borri) uscito nel giardino per cercare alcune erbe utilizzate nei suoi esperimenti, scomparve dalla villa lasciando degli antichi manoscritti che trattavano dei misteri della PIETRA FILOSOFALE ovvero il segreto per trasformare la pietra in oro.
Si narra che il Borri scomparve lasciando tracce di oro purissimo dietro si sé, oltre ai preziosi manoscritti ritrovati dal marchese. Purtroppo, ancora oggi si è all’oscuro del reale significato dei simboli incisi sul portale di marmo, si ipotizzano tante spiegazioni riguardanti la reale entità del messaggio nascosto, ma il mistero del suo vero senso, a noi poveri mortali, ancora sfugge.
VILLA PALOMBARA AL CENTRO DEL MISTERO DELLA PORTA ALCHEMICA
Quando, nel rispetto del piano di urbanizzazione del neonato quartiere, nella seconda metà dell’Ottocento sarà edificata la piazza dove prima sorgeva la dimora del marchese, in pratica, il parco della lussuosa Villa Palombara si trasformò nel popolare giardino di Piazza Vittorio.
Fu in quel periodo che misero a guardia della misteriosa porta, due figure di marmo raffiguranti il dio egizio chiamato Bes. Due statue grottesche ritrovate durante gli scavi rinvenute del Palazzo Quirinale e poi sistemate ai lati della “PORTA ALCHEMICA” in modo da ricordare ai passanti di guardare quel portale con rispetto e con grande cautela, osservando un religioso silenzio e un sacro timore di fronte ai misteriosi simboli che rappresentano i segreti ancora nascosti della conoscenza umana, segreti, ovviamente e sfortunatamente, non proprio accessibili a tutti.