L’altro giorno, anzi, l’altra sera, e´ successo che sono diventata grande.

Mi trovavo a Roma, in una fermata dell’ autobus aspettando di poter tornare in albergo dopo un giorno intero passato a visitare la citta´. Ero con Mirov, il mio ragazzo, ed era appena scattata la mezzanotte dell’11 Maggio.

Ad un certo punto si accende il display del cellulare e leggo il messaggio di Jorge, il fidanzato di Ailin, una delle mie migliori amiche. C’é scritto “dopo 36 ore di travaglio, un parto difficile e un cesareo d’urgenza, é nato il piccolo ammaccato, Jorge Valentino, stravolto. Pesa 3,400 kg”. E ve lo giuro che nello stesso istante, da qualche parte lontana, sono scoppiati i fuochi d’artificio. Io non so se esistano le coincidenze, peró credetemi che il mio cuore scoppiava nel petto come quei fuochi d’artificio nel cielo.

E´ successo che sono diventata grande, all’improvviso. Non mi sono mai sentita cosí grande. Sapere che la tua migliore amica ha dato alla luce una nuova vita é una felicitá indescrivibile. Gli amici sono la famiglia che ti scegli, ed io, dal primo momento che ho scoperto che ci fosse una vita che batteva dentro Ailin, ho deciso che sarei stata la zia di Jorge Valentino. Ricordo ancora quando me lo disse, un pomeriggio durante un aperitivo.

E´ successo che sono diventata grande, all’improvviso.

Stavamo bevendo il secondo daiquiri alla fragola (lo so, non é proprio da persona incinta), e Ailin mi disse “Sai, c’é una cosa che devo dirti. Sono incinta”. Rimasi di stucco, e ricordo che la prima cosa che le chiesi fu “ma hai intenzione di tenerlo?”. Lei mi rispose “Certo Gioia, ho 28 anni, posso prendermene cura”. Forse, ripensandoci, é stato quello il momento in cui mi sono sentita grande.

Ho pensato che in fondo, immaginarci mamme non era una cosa cosí fuori dal mondo. Che ormai non eravamo piú bambine, anzi. Non so perché, ma fino all’attimo prima di scoprire che Ailin fosse incinta, inconsciamente credevo che fosse ancora troppo presto per  fare un figlio. Sará che non voglio crederci che i 20 anni li ho gia superati da un po’, sará che non é possibile che i 30 siano dietro l’angolo. Peró immaginarmi come adulta… questo mai. Eppure, quando ho incrociato per la prima volta gli occhi di quei 3 chili e 400 grammi di amore puro, io mi sono sentita cosí, semplicemente adulta.

Nella mia vita, come in quella di tutti, ci sono stati dei momenti cruciali, grazie ai quali sono inevitabilmente cresciuta

Nella mia vita, come in quella di tutti, ci sono stati dei momenti cruciali, grazie ai quali sono inevitabilmente cresciuta. Ricordo di quando compii 18 anni e andai a vivere da sola, lontana 3440 chilometri dalla mia famiglia. Quella distanza era cosí grande che me la tatuai sul braccio. Ricordo di quando dovetti dire addio a nonna, la persona che fino a quel momento era stato un pilastro della mia vita. O quando sono andata a convivere con Mirov. Ricordo il mio primo lavoro. Ricordo la prima vacanza da sola. Insomma, quei momenti che segnano un prima e un dopo nella tua vita.

Eppure, ve lo giuro, prendere in braccio Jorge Valentino é stata l’esperienza piú impattante della mia vita. Un essere cosí inerme, cosí piccolo, che ha bisogno che tu te ne prenda cura. Io neanche volevo prenderlo in braccio per paura di fargli del male. Ma poi mi hanno detto che ero la zia, che io ero sua zia!! E cosí, l’ho fatto. E poi gli abbiamo fatto il bagnetto, ed era come quando da piccole giocavamo con le bambole. Dopo ci siamo perfino divertite a scegliere cosa mettergli e a usare oggetti che non avrei mai pensato esistessero. Come la spazzola per neonati, il ferma ciuccio… Vi giuro, era come giocare da piccole.

 “Io ci saró sempre per voi, sono la tua migliore amica e puoi, anzi devi contare su di me”. Questo avevo promesso ad Ailin appena scoperto della gravidanza. E abbiamo trascorso nove mesi immaginandoci questo momento.

 E io non lo potevo sapere, ma stavo diventando grande.

Diciamo che Ailin non é la tipica mamma che ci si immagina. Da incinta ha guidato una barca da Ibiza all’Italia (si, ha il patentino nautico) e ha scalato la montagna piú alta d’Indonesia. Siamo andate a ballare e perfino al carnevale di Maspalomas. Ma forse nemmeno io sono la zia modello. Eppure l’unica cosa certa é che questo bambino riceverá l’amore piú puro. Forse non saremo perfette, ma forse meglio cosí. E allora abbiamo messo da parte le vacanze ad Ibiza, gli aperitivi, la discoteca, lo shopping da Zara e abbiamo inziato a parlare di allattamento e di pannolini. Non le mandavo piú le foto delle feste o dei vestiti, ma di tutine e carrozzine. E io non lo potevo sapere, ma stavo diventando grande.

Cosí un giorno tra qualche anno, ti faró e leggere questo articolo Jorge V., e ti faró vedere le foto di me e di tua mamma di quando vivevamo la vita senza responsabilitá, di quando non sapevamo che potesse esistere una forma di amore cosí pura e incondizionata. E forse non saró la zia modello, ti lasceró giocare nel fango e sporcarti, e gridare e ti porteró alle giostre e ti compreró le caramelle e la coca cola con lo zucchero e se un giorno vorrai confidarmi quei segreti che hai paura a dire ai tuoi genitori, io li custodiró. Ma ti prometto che ti ameró e ti aiuteró per sempre, perché grazie a te sono diventata grande.

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