presenza

La presenza di fattori psicologici che influenzano altre condizioni mediche viene diagnosticata quando fattori psicologici o comportamentali influenzano negativamente il decorso o la prognosi di una condizione medica esistente.

La presenza di uno o più fattori psicologici o comportamentali, clinicamente significativi, incide negativamente su un disturbo medico esistente (per esempio diabete mellito, malattie cardiache) o sui suoi sintomi (per esempio, dolore).

In un articolo precedente ho parlato della questione della somatizzazione, in questo contesto l’argomento è molto vicino a quello della somatizzazione, ma presenta dei fattori differenziali che consegnano una veste di maggiore gravità ai fattori che intervengono nel fenomeno.

Questi fattori possono aumentare il rischio di effetti collaterali, morte o invalidità, aggravare una condizione medica di base, o provocare l’ospedalizzazione o una visita al pronto soccorso. Risposte psicologiche o comportamentali anormali a una condizione medica che non influiscono sulla prognosi medica sono considerate un disturbo dell’adattamento.

Fattori psicologici o comportamentali che possono influenzare negativamente un disturbo medico comprendono:

  • negazione del significato o della gravità dei sintomi;
  • scarsa aderenza alla sperimentazione e al trattamento prescritto.

I pazienti possono arrivare all’attenzione medica lamentando l’inefficacia del trattamento o l’aggravamento di condizioni mediche associate allo stress (p. es., cardiomiopatia di Takotsubo).

In questi casi può essere d’aiuto fornire adeguate informazioni al paziente e un adeguato intervento psicoterapeutico.

Il disturbo dell’adattamento

I disturbi dell’adattamento comportano sintomi emotivi e/o comportamentali in risposta ad un fattore di stress identificabile. La diagnosi si basa su criteri clinici ed il trattamento si concentra sulla cura di sé; la psicoterapia e farmacoterapia possono avere un ruolo.

I disturbi dell’adattamento sono comuni e sono presenti in una percentuale stimata tra il 5 e il 20% delle visite ambulatoriali psichiatriche

Un fattore di stress che porta a un disturbo dell’adattamento può essere un singolo evento particolare (p. es., perdere il lavoro), più eventi (p. es., una serie di problemi finanziari o insuccessi sentimentali), una tappa dello sviluppo (p. es., diventare un genitore), o una serie di problemi in corso (p. es., prendersi cura di un membro disabile della famiglia). Il fattore di stress può colpire solo un individuo, un’intera famiglia o un folto gruppo di persone.

La morte di una persona cara può essere un fattore scatenante di un disturbo dell’adattamento.

Sintomatologia dei disturbi dell’adattamento

I sintomi di un disturbo dell’adattamento iniziano in genere entro pochi giorni dall’evento stressante e si risolvono entro 6 mesi dalla cessazione del fattore stressante e dalle sue conseguenze.

Ci sono 3 categorie di sintomi del disturbo dell’adattamento:

  1. umore depresso,
  2. ansia,
  3. disturbi della condotta.

Alcuni pazienti possono presentarsi con uno di questi sintomi particolarmente prominenti (p. es., sentirsi nervosi dopo un’aggressione fisica; comportarsi con aggressività atipica nel contesto di un divorzio dei genitori), ma la maggior parte dei pazienti si presenta con una miscela di sintomi.

I criteri per il disturbo dell’adattamento sono meno specifici che quelli per il disturbo da stress acuto o per il disturbo post-traumatico da stress; è una diagnosi comune sia in ambito psichiatrico ospedaliero che ambulatoriale. Mentre a volte considerato dai medici come una diagnosi psichiatrica “lieve”, il disturbo dell’adattamento può essere associato a disagio e/o disabilità significativi.

I pazienti con disturbo dell’adattamento hanno anche un aumentato rischio di tentativi di suicidio e di suicidio.

Diagnosi del disturbo dell’adattamento

Secondo i criteri del DSM-5-TR, i pazienti devono avere sintomi emotivi o comportamentali entro 3 mesi dall’esposizione a un fattore di stress;

I sintomi devono essere clinicamente significativi come mostrato da uno o più dei seguenti:

  • disagio intenso sproporzionato rispetto all’evento stressante (prendendo in considerazione fattori culturali e di altro tipo);
  • i sintomi compromettono significativamente le aree sociali, lavorative o altre importanti aree di funzionamento.

Il disturbo post-traumatico da stress cronico e il disturbo da stress acuto fanno parte della diagnosi differenziale, ma hanno tempi diversi e descrittori più specifici dei fattori di stress e della risposta del paziente.

Il DSM-5-TR generalmente incoraggia l’inclusione di tutte le diagnosi pertinenti. Per esempio, se una persona soddisfa i criteri per il disturbo dell’adattamento e per il disturbo ossessivo-compulsivo, entrambe le diagnosi devono essere poste. Se, d’altra parte, il paziente ha sviluppato sintomi depressivi a seguito di un fattore di stress, il medico è incoraggiato a esaminare criteri diagnostici specifici e a giudicare se potrebbe essere più accurato e clinicamente utile diagnosticare il paziente con la depressione maggiore.

Trattamento del disturbo dell’adattamento

  • Cura di sé
  • Psicoterapia
  • Farmacoterapia (in ultima analisi se i punti precedenti  si dovessero dimostrare insufficienti)

La sicurezza e la cura di sé sono importanti per il successo del recupero dal disturbo dell’adattamento. Il trattamento è difficile se l’esperienza traumatica è ricorrente e se le condizioni circostanti rimangono pericolose. Altri interventi sono molto più probabili se il paziente con un disturbo dell’adattamento vive all’interno di una famiglia intatta e di un sistema sociale sano. I pazienti di solito guariscono da un disturbo dell’adattamento nel tempo e con l’aiuto di amici e familiari.

 

Cura di sé

La cura di sé è fondamentale durante e dopo una crisi o un trauma. La cura di se comprende

  • Sicurezza personale
  • Salute fisica
  • Consapevolezza

La sicurezza personale è fondamentale. Dopo un trauma, le persone sono in grado di processare l’esperienza quando sanno che loro e i loro cari sono al sicuro. Può essere difficile, tuttavia, ottenere la completa sicurezza durante le crisi prolungate come gli abusi domestici, la guerra, o una pandemia infettiva. Durante tali continue difficoltà, le persone devono cercare la guida di esperti su come loro e i loro cari possano sentirsi il più possibile sicuri.

La salute fisica può essere messa a rischio durante e dopo le esperienze traumatiche. Per quanto possibile, la persona a rischio deve cercare di mantenere un programma sano di alimentazione, riposo ed esercizio fisico. Sostanze e farmaci che sedano (p. es., benzodiazepine) e intossicano (p. es., l’alcol) devono essere usati con parsimonia, se non del tutto.

Un coscienzioso approccio alla cura di sé mira a ridurre lo stress, la noia, la rabbia, la tristezza e l’isolamento che le persone traumatizzate normalmente vivono. Se le circostanze lo consentono, gli individui a rischio devono fare e seguire un normale programma giornaliero, rimanere coinvolti con la loro famiglia e comunità, e praticare hobby familiari (o svilupparne di nuovi).

È utile limitare il tempo speso sulle notizie e passare invece ad altre attività (p. es., leggere un romanzo, risolvere un enigma, dipingere un quadro, fare dei biscotti per un vicino di casa).

Psicoterapia

I dati ricavati da vari studi suggeriscono un beneficio tratto da varie psicoterapie individuali e di gruppo in alcune sottopopolazioni di pazienti con disturbo dell’adattamento. Questi interventi comprendono la terapia cognitivo-comportamentale, la psicoterapia psicodinamica, la terapia familiare, la terapia interpersonale e la psicoterapia di supporto. Alcuni di questi trattamenti hanno preso di mira elementi specifici del disturbo dell’adattamento, come il lutto, il trauma e le transizioni di ruolo, mentre altri approcci sembrano essere più generalizzati. Se si utilizza la psicoterapia, l’avere un medico sensibile, informato del trauma è utile.

Farmacoterapia

Le prove sono limitate riguardo all’uso della farmacoterapia per i disturbi dell’adattamento. I farmaci antidepressivi sono stati utilizzati con un certo successo, tuttavia non tutti i farmaci sono adatti perché non tutti i soggetti ne subiscono l’efficacia senza contare che alcuni medicinali possono addirittura generare dipendenza peggiorando lo stato di salute del paziente. la cognizione. Molteplici altri farmaci e integratori sono stati provati senza prove di efficacia. Quindi, l’uso della farmacoterapia è da adottare solo se la cura di sé e la psicoterapia dovessero aver fallito.