La Piramide di Chefren sale alla ribalta delle cronache a causa di nuove rivelazioni. Ma saranno scoperte reali, scientifiche, o il solito farneticante assemblaggio di pseudo prove dell’esistenza di una cospirazione mondiale che vuole tenerci all’oscuro sul nostro passato?
In questi giorni, infatti, una notizia sta facendo il giro dei social e non solo. Riviste e giornali di tutto il mondo riportano la straordinaria scoperta di stanze nascoste sotto la Piramide di Chefren (o Khafre). La comunità scientifica si è subito schierata contro, mentre il web si è spaccato a metà, come sempre. Cerchiamo di capire se si tratta dell’ennesima fake news o ci sia un fondo di verità.
La scoperta
Recentemente, un team di ricercatori italiani guidato dal professor Corrado Malanga ha annunciato la scoperta di una vasta rete di strutture sotterranee sotto la piramide di Chefren nell’altopiano di Giza. Utilizzando la tecnologia radar ad apertura sintetica (SAR), il gruppo afferma di aver individuato cinque nuove camere sconosciute, otto pozzi verticali con scale a chiocciola e canali che potrebbero assomigliare a condutture per un sistema idrico, estendendosi fino a 650 metri di profondità.

Ricostruzione al computer delle strutture sotto la Piramide di Chefren
Come potete ben immaginare, queste affermazioni hanno suscitato un acceso dibattito nella comunità scientifica. Esperti come Lawrence Conyers dell’Università di Denver hanno espresso un aperto scetticismo. Per essi la tecnologia SAR potrebbe non essere in grado di penetrare così in profondità nel terreno per rilevare strutture dettagliate.
Non si è fatta attendere nemmeno la voce dell’archeologo egiziano Zahi Hawass che ha contestato la scoperta, affermando che manca di basi scientifiche solide. A tal proposito voglio ricordare che stiamo parlando dello stesso Zahi Hawass che aveva annunciato per l’5 dicembre 2023 una sconvolgente scoperta, peraltro andata disattesa, di cui non ha più fatto cenno. Ve ne parlai nel mio articolo sulla Sfinge e doveva svelare i segreti di tre nuove porte scoperte all’interno della Piramide di Cheope… Alla faccia delle basi scientifiche!
Bisogna però riconoscere che ulteriori dubbi emergono dal fatto che i risultati del team di Malanga non sono stati ancora pubblicati su riviste scientifiche sottoposte a revisione paritaria. Si tratta questa di una normale prassi in ambito scientifico.

La presunta immagine tomografica degli 8 pilastri sotto la Piramide di Chefren
I risultati di una ricerca debbono essere convalidati da un team di revisori
I risultati di una ricerca vengono affidati ad una rivista scientifica ufficiale (come l’americana Science per citarne solo una) che sottopone la ricerca stessa ad un team di scienziati di “pari” preparazione per accertarne la validità scientifica. Gli scettici accusano Malanga e soci proprio di questo: non sono stati presentati dettagli tecnici sufficienti per una valutazione indipendente.
Inoltre, a destare ulteriore scetticismo, ci sono gli studi precedenti, come quelli basati su tomografie a muoni. In quei casi i risultati non hanno rilevato la presenza di strutture sotto la piramide di Chefren.
Le origini dello scetticismo
Perchè le notizie sulle piramidi e, in questo caso, su chi le ha avanzate sono accolte sempre con una forte opposizione?
È importante notare che Corrado Malanga è noto per le sue teorie non convenzionali e per il suo coinvolgimento in ambito ufologico. Basta questo per screditare il lavoro di un ricercatore? Eppure è quello che accade immancabilmente quando si tratta di confutare le teorie ufficiali, specie quelle che riguardano le civiltà antiche.
È proprio questo atteggiamento di chiusura preconcetta che alimenta le teorie del complotto.
Ad onor del vero, i lavori citati nella conferenza indetta da Malanga e dai suoi collaboratori sembrerebbero riguardare veramente le indagini effettuate con la tecnologia SAR, ma le indagini sarebbero state effettuate sulla Piramide di Cheope…
Insomma, come dobbiamo porci davanti a queste notizie noi poveri mortali? La giusta attitudine è di rimanere in attesa, con la mente aperta a tutte le possibilità. Fino a quando non saranno disponibili ulteriori prove e una validazione indipendente, le affermazioni riguardanti le presunte strutture sotterranee sotto la piramide di Chefren dovrebbero essere considerate con cautela, ma non rigettate a priori.
Di fatto l’eco mondiale di questa notizia fa ben sperare che le ricerche non vengano abbandonate e non si lasci cadere tutto nel dimenticatoio perchè troppo “scomodo” per l’Archeologia ufficiale. E non importa se il risultato finale sarà una conferma o una smentita, perchè la conoscenza rende liberi! Non bisognerebbe mai lasciare che altri ci dicano cosa pensare senza darcene la ragione.
Lunga Vita e Prosperità