I pilastri a T di Göbleki Tepe e Karahan Tepe sono un enigma che sfida tutte le teorie fin qui sostenute dagli archeologi sulle origini e sviluppo della civiltà umana.
Ma andiamo per gradi.
I due insediamenti archeologici
Göbleki Tepe è un sito archeologico che si trova in Turchia, precisamente nel sud est del paese, a circa 17km dalla città di Şanlıurfa, presso il confine con la Siria. L’altro sito, Karahan Tepe, dista circa 40 Km dal primo. I primi scavi risalgono alla fine del XX secolo, sebbene l’esistenza di Göbleki Tepe fosse già stata segnalata nel 1963.

In entrambi i casi, i lavori hanno portato alla luce monoliti a forma di T, che fungevano da pilastri per la copertura di una struttura circolare, la cui funzione fu dapprima designata di solo culto. Successivamente gli scavi hanno rivelato l’esistenza di edifici adiacenti, anche a due piani, adibiti ad abitazione e magazzinaggio.
La datazione
Fin qui non ci sarebbe nulla di strano. Ma qualcosa non quadra, a partire dal numero di queste strutture e dalla loro datazione.
Infatti recenti indagini condotte con metodi di rilevamento aereo, hanno fornito indizi che nell’area perlustrata esisterebbero almenno altre 12 strutture simili.
In secondo luogo, quando si è proceduto a datare con il C14 lo stucco organico di cui sono coperti alcuni muri, composto da fango, residui di foglie e paglia, ci si è trovati davanti ad un risultato sbalorditivo.
Ricordo brevemente che il Carbonio-14 è un metodo di datazione basato sul decadimento radiattivo di questo isotopo del Carbonio-12. Potete trovare una spiegazione della tecnica nel mio articolo sulla Piramide di Cheope l’enigma della sua datazione.
Tornando alla datazione, questi stucchi risalgono al 10.000 a.C. Questo significa che i Pilastri a T di Göbleki e Karahan sono di almeno 5000 anni più antichi degli ziqqurat sumeri, fino ad oggi considerati le strutture più antiche realizzate dall’uomo.

Le tecniche di costruzione
Senza contare che ogni Pilastro a T pesa fino a 15 tonnellate ed è alto da tre a sei metri. Quali tecniche hanno potuto utilizzare quei nostri predecessori per scolpirli e trasportarli dalle cave?
A questo enigma si aggiunge quello della lavorazione delle decorazioni dei Pilastri a T. Non si comprende infatti come possano essere stati scolpiti, specie gli altorilievi, visto che la metallurgia verrà “scoperta” ufficialmente solo 5000 anni dopo.
In moltissimi monoliti sono incisi infatti diversi animali quali scorpioni, gru, tori, cinghiali, vacche, formiche e molti altri. Sono presenti inoltre elementi decorativi, come insiemi di punti, motivi geometrici ed animali selvaggi, appunto in alto rilievo. Se non bastasse, alcuni elementi, essendo ripetuti senza uno schema fisso, farebbero pensare addirittura ad una forma di scrittura.

Il mistero di Göbleki Tepe e Karahan Tepe stravolge anche la cronologia sul passaggio dalla vita nomade a quella stanziale e organizzata in gruppi. Fino ad oggi infatti si riteneva che fosse stata la transizione verso l’agricoltura ad aver segnato la svolta: i due siti e gli altri “gemelli” attestano invece l’esistenza di una comunità orbitante intorno a un centro religioso in un’epoca antecedente alla transizione agricola.
Conclusioni
Il mistero di Göbleki e Karahan Tepe e dei siti gemelli sparsi nell’area della Turchia ci spinge a rivedere tutte le nostre certezze. Le civiltà che hanno popolato l’antichità e che noi credevamo le nostre progenitrici, in realtà non lo sono.
Ma questo non dovrebbe stupirvi: non vi ho forse dato modo di dubitarne nei miei articoli precedenti?
Il mio invito resta sempre valido: informatevi, indagate anche voi andando a scegliere le fonti e i dati scientifici. Non lasciatevi incantare dai “guru” della rete che proclamo pseudo-verità sensazionalistiche alla caccia di un like.
Informatevi di persona e consapevolmente, perchè la conoscenza rende liberi.