Pensioni all’estero… Quando si parla di Canarie spesso si parla di pensionati che hanno stabilito la residenza nelle isole, per godere del clima mite ma spesso anche per percepire una pensione più alta rispetto a quella riconosciuta dallo Stato Italiano.

L’INPS infatti dispone sempre il pagamento dell’importo lordo, dal quale vengono trattenute le imposte secondo le aliquote del Paese di residenza del pensionato.

QUINDI PAESE CHE VAI PENSIONE CHE TROVI

Va detto che nonostante l’Inps paghi pensioni in ben 165 Paesi, Il numero delle prestazioni pagate all’estero rappresenta solamente il 2,45% del totale.

Niente fuga di pensionati dall’Italia quindi

Partiamo per un viaggio virtuale per visitare i Paesi che offrono ai pensionati le condizioni economiche migliori, non considerando tutte le altre ragioni che possono indurre il pensionato a scegliere destinazioni diverse quali clima, distanza, lingua, sanità, cibo, ecc.

Prenderemo in considerazione solamente la regione europea in quanto il numero dei pensionati che si trasferiscono in altri continenti, magari in Paesi esotici, non ha alcun riscontro significativo a livello numerico.

PORTOGALLO

Il nostro viaggio non può che iniziare dal Portogallo che a partire dal 2009 e sino al 2020, ha garantito ai pensionati ed ai nomadi digitali una esenzione totale dalle imposte.

Successo clamoroso ma l’afflusso di tante persone attratte dal vantaggio fiscale è stato considerato una delle cause dell’aumento dei prezzi degli immobili nelle grandi città.

Il Portogallo si è visto quindi costretto a porre rimedio alla situazione ripristinando le imposte, dapprima in modo parziale e dall’inizio del 2024 in modo totale.

Continueranno a beneficiare di agevolazione solo i pensionati già residenti e per un periodo massimo di 10 anni.

SPAGNA

Anche la Spagna offre agevolazioni fiscali per i pensionati stranieri, che ambiscono soprattutto a trasferirsi alle Canarie.

Le aliquote fiscali sono più basse che in Italia (purchè no ex-inpdap), ma i vantaggi sono soprattutto per i redditi più bassi.

TUNISIA

La Tunisia è da sempre meta ambita per chi vuole trascorrere gli ultimi anni al sole. Il Paese maghrebino tenta di attrarre i pensionati stranieri con un sistema fiscale che prevede una quota di reddito esente pari all’80%, dunque la tassazione si applica solo sul restante 20%.

Facendo i conti significa che il prelievo effettivo è solamente del 5%.

CROAZIA

In Croazia la tassazione delle pensioni estere prevede due scaglioni di aliquote. Fino ad assegni di 2.300 euro al mese si paga il 12%, oltre questa cifra il18%.

GRECIA

Qui il discorso è più complesso. Se il pensionato decide di risiedere in in Comune del Sud con meno di 20 mila abitanti è soggetto per 15 anni ad un’imposta del 7%.

Sono esclusi tutti coloro che sono stati residenti fiscali in Grecia per almeno 5 anni nei 6 anni precedenti alla domanda.

CIPRO

A Cipro L’Irpef non si paga fino ad un reddito annuo di € 19.500. Fino a questa cifra quindi anche i pensionati non pagano nulla. Oltre questa cifra le aliquote sono comunque molto basse. Variano tra il 2,5% ed il 3,5% dell’imponibile.

MALTA

A Malta l’aliquota sulle pensioni è del 15% ma bisogna acquistare sull’isola una casa del valore minimo di € 275.000

BULGARIA e ROMANIA

Chi desidera emigrare lontano dal caldo dei Paesi mediterranei, può andare in Romania o in Bulgaria, dove la tassazione è secca al 10%.

Per goderne, però, non è sufficiente prendere la residenza fiscale si deve avere anche la cittadinanza. Questa regola molto penalizzante per uno straniero è stata introdotta dai due Paesi con l’unico scopo di far rientrare i tanti loro emigranti e le loro pensioni guadagnate lavorando nei Paesi Ue.

ALBANIA e SLOVACCHIA

Qui c’è poco da dire, i due Paesi prevedono l’esenzione totale dal pagamento delle imposte a tutti i cittadini dell’Unione Europea che si trasferiscono nei loro confini.