I pensionati ex INPDAP, dopo la Sentenza della Corte dei Conti del 27 marzo 2023, dovranno attendere il parere del Giudice Tributario per vedere riconosciuti i propri diritti.

I pensionati ex INPDAP ancora alla ribalta. L’AISE (Agenzia Internazionale Stampa Estero), in un comunicato del 14 aprile, informa circa la situazione del contenzioso promosso dall’Associazione APICE, dietro iniziativa del suo presidente Giuseppe Bucceri, contro l’INPS. Il ricorso ha lo scopo di difendere centinaia impiegati pubblici, residenti all’estero, ai quali è stato negato il diritto di poter defiscalizzare la propria pensione.

In breve il giudice della Corte dei Conti – Sezione Giurisdizionale Regionale per il Lazio – si è espresso come segue: “La questione giuridica posta dal ricorso collettivo è delicata, interessante e meritevole di approfondimento, ma esula dal perimetro dei poteri giurisdizionali di questa Corte trattandosi di questione di natura tributaria”.

Quindi, avendo riscontrato un difetto di competenza, si dovrà attendere la risposta del competente giudice tributario.

Da quanto risulta dalla sentenza del 27 marzo fornisce una certa soddisfazione e riconoscimento del fatto che qualcosa non vada. Questo lascia una certa buona speranza che il tutto possa concludersi positivamente. Costoro hanno parlato di evidente disparità di trattamento che intercorre tra gli ex dipendenti della Pubblica Amministrazione e quelli provenienti dal settore privato. Nella recente sentenza, il giudice scrive: “… la questione giuridica posta dal ricorso collettivo è dlicata, interessante e meritevole di approfondimento, ma esula dai poteri giurisdizionali di questa Corte trattandosi di questione di natura tributaria …/… i ricorrenti evidenziano l’esistenza di una manifesta disparità di trattamento (in violazione dell’art. 3 della Costituzione) tra pensionati esteri INPS puri (settore privato) e pensionati esteri ex INPDAP, disparità che realmente ed effettivamente sussiste …/…La disparità di trattamento è poi aggravata dalla circostanza che in talune più recenti convenzioni internazionali sono state introdotte facoltà in favore dei pensionati del settore pubblico, lasciando immutato il regime per i pensionati residenti in altri Paesi …”.

Alla luce di quanto espresso dalla sentenza del 27 marzo, il caso si dimostra estremamente interessante, soprattutto perché si è riscontrata una palese ingiustizia.

Dovremo solo avere la pazienza di attendere.

Piccolo incremento per spese legali

Naturalmente, le spese legali, vanno di pari passo con l’avanzare del tempo di attesa della sentenza che ci auguriamo che ci veda vincitori nella diatriba.

L’avvocato Michela Scafetta ci ha comunicato che presenterà singolarmente i ricorrenti e, per questo, ci ha chiesto una procura per essere rappresentati davanti al giudice. Il Presidente Bucceri inviò gli appositi moduli. Lo stesso Bucceri raccolse i moduli compilati e li inviò, in unico plico, all’avvocato Scafetta.

Attualmente, l’avvocato ha chiesto un ulteriore compenso per proseguire nell’azione giudiziaria. Prima riusciremo a versare tale compenso, prima l’avvocato potrà attivarsi in modo da abbreviare i tempi (speriamo entro l’anno) per giungere alla sentenza del giudice tributario.

La somma da versare è di sole 15 euro per ricorrente. Essendo centinaia i ricorrenti è evidente l’assurdità di inviare centinaia di bonifici di 15 euro all’avvocato Scafetta. Più conveniente risulta inviare il bonifico di 15 euro al Presidente Giuseppe Bucceri che raccoglierà le varie somme. Quando tutti avranno pagato, provvederà ad effettuare un unico bonifico a favore dell’avvocato che ci rappresenta. Si raccomanda una certa celerità per la convenienza di tutti.

NOTA – Per avere indicazioni sulle modalità di pagamento contattare l’APICEC: segreteria.apicec@gmail.com oppure +34 690 108 704.