paura

La paura di perdere una persona è una delle paure più difficili da affrontare. Alla base vi sono le relazioni, che possono essere di qualsiasi natura: genitori-figli, tra partner o amici, colleghi di lavoro e conoscenti. Con intensità e in tempi diversi, la paura di perdere una persona l’abbiamo provata tutti.

La paura di perdere una persona viene anche definita paura dell’abbandono. Abbandono nel senso di veder scomparire le persone di cui sentiamo di aver bisogno e sapere di non poterle più avere al nostro fianco. Questo avviene sulla base di quello che gli psicologi comportamentisti chiamano rinforzo negativo la cui influenza è ormai dimostrata da innumerevoli esperimenti.

Il rinforzo positivo consiste nel fare seguire a un comportamento di una persona una conseguenza positiva, come elogi, complimenti, abbracci, inviti a pranzo, premi. Il rinforzo negativo, invece, avviene quando viene eliminato, attenuato o posticipato un vissuto spiacevole in seguito all’emissione di un comportamento desiderabile.

Un esempio di rinforzo negativo è il meccanismo che mantiene l’ansia: evito di prendere l’ascensore non perché amo fare le scale, ma per allontanare la possibilità di provare la sensazione di soffocare quando sono in ascensore.

Il rinforzo negativo è quello che manda avanti anche molte relazioni: si sta insieme perché si ha paura di rimanere da soli.

La storia di Roberto

Roberto mi chiede un appuntamento per un primo incontro perché sta molto male e ha bisogno di un aiuto. Prende dei sonniferi per dormire, prova forte rabbia e talvolta ha crisi di pianto collegate con un frequente mal di stomaco dovuto al persistente magone. La causa del suo malessere è il suo matrimonio, in crisi da tempo.

Roberto è un uomo di mezza età, sposato da un paio d’anni con una donna straniera più giovane di lui. Prima di incontrare Joanna, sua moglie, Roberto non aveva avuto relazioni importanti e la paura di tornare ad essere solo lo sta letteralmente consumando.

Il matrimonio ha mostrato segnali di cedimento fin da subito. Roberto ha reagito viziando eccessivamente la donna: le fa molti regali, la porta al ristorante, in vacanza, le paga pomeriggi di trattamenti dal parrucchiere e dall’estetista, le compra vestiti, borse, insomma qualsiasi cosa per ottenere un sorriso da parte di lei. L’uomo però non ottiene il risultato sperato, cioè essere ricambiato sentimentalmente.

La moglie addirittura finisce per tradirlo! Roberto, sempre più spaventato, le perdona pure il tradimento, sperando che le cose possano cambiare in futuro. Col tempo, Joanna confessa al marito di non averlo mai amato, ma di essersi sposata con la speranza di fare una vita migliore in Italia.

Roberto incassa anche questo duro colpo, pensando che col tempo Joanna potrà corrispondere al suo amore. L’uomo, anche se molto innamorato, non riesce però a giustificare le troppe mancanze della moglie, che, con varie scuse, evita di cercare un lavoro, di occuparsi delle faccende di casa, mentre trova il tempo per uscire con le amiche o navigare su internet.

La richiesta di aiuto

Quando Roberto decide di chiedere un aiuto psicologico, è un uomo confuso, si sente in colpa, non capisce dove possa avere sbagliato, dato che lui è convinto di avere fatto di tutto per accontentare la moglie e per meritare il suo amore.

In effetti faccio notare a Roberto che lui ha fatto troppo per compiacere la moglie, spinto dal rinforzo negativo (cioè sperimentare la paura di perdere la moglie). All’inizio della terapia spiego a Roberto quali sono i principi del rinforzo negativo e come lui ne sia vittima inconsapevole. L’uomo ammette di stare molto male, questa paura di essere abbandonato dalla moglie lo sta logorando, mentre ricorda che, ai tempi in cui era single, la sua salute era ottima e godeva di una sensazione generale di benessere (lui l’ha definito karma positivo).

Come si è conclusa la vicenda

Egli si convince, dopo varie sedute, che il suo essere troppo permissivo ha reso Joanna irrispettosa e pretenziosa. Successivamente Roberto capisce anche la necessità di dover cambiare atteggiamento verso la donna: non le fa più regali, si riappropria della sua vita e del suo tempo libero (prima vincolato alle esigenze di Joanna), impone nuove regole in famiglia come tenere ordinata la casa ed altre piccole incombenze che conferiscono a Joanna un senso di responsabilità.

Dopo una decina di sedute, Roberto ha capito la necessità di tornare ad essere il conduttore, della propria esistenza. Salutandomi, una volta mi disse sorridendo: … ed ora chi mi ama mi segua e seguì una breve risatina. Non era né ironica, né amara, era una risata convinta di chi ha ripreso le redini della propria esistenza.

Joanna è perplessa di questo cambiamento, si accorge che il marito è più sicuro di sé, torna e dormire la notte senza l’aiuto delle gocce, è meno nervoso.

Joanna è irritata, ma anche preoccupata, ora è lei che inizia ad avere paura di perdere il marito. Non le rimane che cambiare il suo atteggiamento: riprende a cucinare e a fare i lavori di casa. Torna ad uscire la sera con Roberto ed i suoi amici (che ha sempre criticato) temendo che lui possa incontrare qualcun’altra.

Le parti si sono invertite: è Joanna a temere che Roberto la lasci. Roberto invece è diventato molto realista ed ha capito come la paura di perdere una persona faccia soffrire molto di più che perderla davvero.

L’idea, qualora il matrimonio non dovesse proprio funzionare, di tornare ad essere single e a vivere con un bel cane, in fin dei conti, non gli sembra così terribile.

Roberto ha ritrovato la serenità che è la cosa più importante di tutte.

I contatti per i consigli