La paura di viaggiare non è poi cosa così rara; ancora al giorno d’oggi c’è gente che preferisce rinunciare a viaggiare con l’aereo. Allora sceglie località più vicine e raggiungibili con altri mezzi che il soggetto ritiene più sicuri.
La paura di affrontare un viaggio che in ambito clinico chiamiamo “Odofobia” è caratterizzata da una certa ansia e paura estrema di viaggiare.
Può riguardare ogni lato dell’azione del mettersi in viaggio:
- l’allontanamento dalla propria casa;
- prendere mezzi di trasporto;
- il confronto con persone sconosciute;
- le preoccupazioni che bloccano una persona a partire o che la accompagnano durante il viaggio, ecc..
Come ogni “fobia”, questa paura si basa su pensieri irrazionali che alimentano quella sensazione di impotenza, disagio, smarrimento e minaccia di fronte a qualcosa che nella realtà pericoloso non è.
Le principali cause della paura di viaggiare
Segnaliamo quali sono le principali cause della paura di viaggiare:
- un’esperienza negativa passata mentre eravamo in viaggio: la reazione fisica ed emotiva sperimentata in quell’evento è rimasta nella nostra memoria e si manifesta oggi con la stessa potenza di fronte alla sola idea di poterla riprovare;
- panico “indotto”: la paura si è sviluppata dopo eventi di grandi portata che hanno richiamato l’attenzione nazionale o internazionale e che provocano in noi un forte stato di allerta, insicurezza e timore, tanto da considerare “casa” come unico luogo al sicuro (la pandemia di Covid-19 è l’esempio che tocchiamo con mano);
- ansia “latente”: se non è presente un evento specifico scatenante, è possibile che una nostra vulnerabilità venga inconsapevolmente traslata sulla sfera del viaggio; spesso deriva da elementi che sono da ricercare nella propria storia di vita e di crescita come fattori dello sviluppo, personali, ambientali, culturali e familiari;
- non ultimo il timore dei mezzi di trasporto: fiducia minima verso gli addetti ai lavori e timore di consegnare la propria vita nelle mani di altri non si conoscono.
Il caso
Il giorno che incontro Giuseppe per il nostro primo contatto preliminare noto nel suo atteggiamento una pronunciata forma di vergogna, mista con sensazioni di paura. Vergogna perché è un uomo di mezza età, che, insospettabilmente, da quando ha avuto una promozione nel suo lavoro non riesce più ad essere sereno. Perché? Il motivo che il suo nuovo stato lavorativo lo obbliga periodicamente (almeno due volte al mese, per 3/4 giorni, a doversi recare all’estero per lavoro).
Lui ha sempre avuto questo forte disagio ogni volta che doveva partire. Tuttavia siccome era sempre in compagnia riusciva a limitare i danni di questa sua paura distraendosi con gli altri partecipanti al viaggio.
I viaggi per lavoro, però, deve farli da solo e questo lo pone in una condizione di forte stress emotivo. La paura che lo attanaglia in maniera sempre più forte ha paura di non saperla più controllare. Infatti, qualche giorno prima era in aeroporto, quando il malessere che avvertiva a causa di questa sua paura l’ha fatto sentire male. Ha avuto un attacco di panico talmente violento che ha rinunciato a partire per quel viaggio di lavoro.
L’ansia di viaggiare è riuscita a prevalere sulla ragione e sulla necessità lavorativa di quel viaggio. Una cosa del genere potrebbe compromettere anche il suo lavoro con una conseguenza che potrebbe essere irreparabile.
Aveva provato con alcuni ansiolitici che gli erano stati prescritti dal suo medico, ma l’effetto era solo di breve durata. D’altronde non poteva riempirsi di sedativi ogni volta che doveva viaggiare. Da considerare gli effetti collaterali che non erano certo salutari per il benessere degli altri organi, oltre al fatto che perdeva anche una certa lucidità.
Di positivo ho riscontrato la forte volontà di Giuseppe per superare questa sua patologia psichica.
Il caso e la cura
Abbiamo iniziato con degli incontri bisettimanali e la prima cosa che gli ho detto che anche Sigmund Freud, il padre della psicanalisi, soffriva di questo disturbo. La cosa lo divertì molto e lo mise nella migliore situazione psicologica per affrontare il suo problema.
Abbiamo parlato delle statistiche degli incidenti, irrisorie per gli aeromobili, abbiamo parlato di come affrontare la questione gradualmente e preparandosi potenziando la ragione e la riflessione.
Dopo poche sedute Giuseppe ha la prima occasione di mettersi alla prova: un nuovo incarico per l’estero.
I soliti timori, ne parliamo, è preoccupato perché già in un viaggio precedente verso la stessa località aveva avuto un forte attacco di panico che, comunque e a fatica, era riuscito a controllare. Ha paura che il fenomeno possa accadergli di nuovo.
L’ho aiutato a ragionare positivamente prospettandogli il fatto che, al contrario, quella era una vera e propria possibilità di testare quanto di buono avevamo fatto.
La seduta successiva, al rientro dal viaggio, Giuseppe è soddisfatto. Ammette di avere avuto molta ansia, specie prima di partire, ma non vi ha rinunciato e, ma a mano a mano che trascorrevano le ore, si sentiva sempre più tranquillo.
Qualcosa è cambiato in meglio!
Ci sono state altre sedute (non molte) che sono servite a rinforzare quei suoi punti di riferimento che lo rendono più sicuro anche in situazioni che apparentemente non hanno nulla a che fare con questa sua patologia.
Riesce addirittura, nel periodo delle vacanze, a realizzare il viaggio che sua moglie sognava da anni di fare: il Giappone.
Al ritorno dalle vacanze, Giuseppe mi racconta di come abbia avuto molta meno ansia di quanto si aspettasse, tanto da non dover neppure ricorrere all’ansiolitico. Una volta arrivato a Tokyo è riuscito a divertirsi, senza pensare di essere in pericolo di salute e senza tormentarsi pensando al volo del ritorno. Dato che anche la sua ultima prova è stata superata, decidiamo insieme di interrompere la terapia: Giuseppe ha vinto sull’ansia.
I contatti per i consigli
Avere paura di viaggiare può essere invalidante, soprattutto se hai la necessità di muoverti per visitare familiari/amici o se viaggi regolarmente per lavoro.
Per quanto evitare il viaggio appaia la strategia più allettante, a lungo andare peggiorerà i tuoi timori rendendoli sempre più complessi e difficili da affrontare.
Un aiuto professionale può insegnarti a combattere le paure più irrazionali che ti bloccano e a convivere serenamente con l’ansia naturale che si prova prima di partire.
Qualora il lettore ritenesse utile un colloquio o effettuare una comunicazione, potrà contattarmi attraverso la redazione o per telefono (+39 – 393 183 8610) o tramite posta elettronica: (francescaromanad@icloud.com).
La dott.ssa Francesca Romana Dottori offre il servizio di consulenza psicologica online tramite MEET e ZOOM, secondo le linee guida per le prestazioni psicologiche a distanza, approvate dall’Ordine Nazionale degli Psicologi.