paura volare

La paura, insieme a tristezza, gioia, disgusto e rabbia, è una delle emozioni fondamentali degli esseri viventi, ci mette in guardia dai pericoli e ci spinge alla sopravvivenza.

La paura cosa è? Di fronte a un pericolo, infatti, il nostro corpo produce un ormone, l’adrenalina, che induce cambiamenti fisici e mentali e che ci prepara all’azione: fuggo o rimango immobile (flight or fight).

Il caso – Inizio: presentazione del paziente e prima visita

Alberto mi ha chiesto un aiuto per una paura molto particolare: la paura di volare. Non si tratta del semplice volare in aereo perché Alberto, non ancora trentenne, appassionato di sport-estremo, per volare intende fare parapendio.

Conscio che tale sport è pericoloso, avere paura sembrerebbe un’emozione abbastanza naturale date le poche protezioni che questo sport concede.

Alberto è fermamente deciso a proseguire questo sport, di cui è ancora un principiante. Ciò che vuole evitare è cadere in uno stato di terrore tale da perdere la razionalità. Tale situazione può trasformarsi in un serio pericolo perché potrebbero essere commesse azioni dannose per la propria incolumità.

A tale proposito, Alberto ricorda che anni fa, sciando fuori pista, è stato vittima di un incidente, dovuto alla sua poca prudenza. Non è riuscito del tutto a superare il ricordo di quell’evento, qualcosa dentro gli è rimasto che scatta nel momento del pericolo e lo porta ad avere quella paura che lui non vuole avere.

Non contento, si è dato all’alpinismo, ma anche qui ha avuto un piccolo infortunio senza particolari conseguenze (anche qui molta fortuna). Tuttavia questa seconda esperienza gli ha aumentato la sensazione di paura: infatti, per evitare queste emozioni spiacevoli, lui ha abbandonato lo sci e l’alpinismo.

La situazione attuale

Recentemente ha scoperto il parapendio, ne è molto affascinato e sta prendendo lezioni. Purtroppo, durante il primo volo da solo, ad alta quota, ha un attacco di attacco di panico. Quando riesce ad atterrare è terrorizzato, non sa come ha fatto perché la paura gli aveva veramente bloccato la razionalità. Si crede fortunato di essere atterrato senza conseguenze.

Si rende conto che, anche se passano i giorni, la sua ansia rimane costante anziché diminuire, come dovrebbe essere. Non riesce più a ripetere l’esperienza del volo in solitario.

Mentre guarda dei filmati relativi ai voli si agita e suda, a volte è assalito anche da un lieve tremore che si osserva nelle mani. Ha difficoltà a dormire e il suo umore peggiora di giorno in giorno. In certi momenti ha anche delle crisi di pianto, si sente un fallito per via della sua difficoltà. Addirittura, non riesce neppure ad indossare il giubbino della sua scuola di parapendio, gli viene l’ansia solo a vederlo appeso. Con tutte queste sensazioni, per lui è impensabile di ritentare un’altra volta l’esperienza.

Al pari di molte persone che chiedono aiuto psicologico, anche Alberto prova dei sintomi spiacevoli e la sua qualità di vita è cambiata. Per Alberto avere una vita soddisfacente significa poter provare l’ebbrezza che gli sport estremi gli offrono. Il ragazzo decide di chiedere aiuto quando capisce che da solo non riuscirà a superare il problema, i farmaci non fanno al caso suo e che se non guarirà sarà costretto a rinunciare al parapendio, esattamente come ha fatto per l’arrampicata.

Il suo sogno era quello di partecipare ad un saggio dove i sette allievi della scuola, avrebbero allietato un piccolo pubblico (parenti e affini) con le loro evoluzioni. Aveva meno di due mesi di tempo.

Verso la soluzione positiva

Dopo quattro sedute (undici giorni), Alberto trova il coraggio di mettersi alla prova e riesce a lanciarsi da piccole alture planando per brevissimi tratti. Questi risultati lo incoraggiano notevolmente e spera ardentemente (collaborazione del paziente) che, con un ulteriore trattamento riuscirebbe a vincere in modo definitivo la sua paura.

Durante queste ultime sedute, utilizzo una tecnica chiamata EMDR. Alberto è sorpreso e divertito allo stesso tempo di cosa si possa sperimentare semplicemente stando seduto su una sedia nel mio studio.

Finalmente, dopo poco più di un mese dall’inizio delle nostre sedute arriva un suo messaggio che contiene una foto: lui che era in volo e sotto il messaggio: «ce l’abbiamo fatta!».

Il metodo EMDR

L’EMDR è un approccio terapeutico che si focalizza sul ricordo dell’esperienza traumatica ed è una metodologia completa che utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destra/sinistra per trattare disturbi legati direttamente a esperienze traumatiche o particolarmente stressanti dal punto di vista emotivo.
Dopo una o più sedute di EMDR, i ricordi disturbanti legati all’evento traumatico hanno una desensibilizzazione, perdono la loro carica emotiva negativa. Il cambiamento è molto rapido, indipendentemente dagli anni che sono passati dall’evento.

 l’EMDR permette al paziente, attraverso la desensibilizzazione e la ristrutturazione cognitiva che avviene, di cambiare prospettiva, modificando le valutazioni cognitive su di sé, assimilando emozioni adeguate alla situazione oltre ad eliminare le reazioni fisiche. Questo permette, in conclusione, di adottare comportamenti più adattivi.

Dal punto di vista clinico e diagnostico, dopo un trattamento con EMDR il paziente non presenta più la sintomatologia tipica del disturbo post-traumatico da stress, quindi non si riscontrano più gli aspetti di intrusività dei pensieri e ricordi, i comportamenti di ‘evitamento’ nei confronti di stimoli legati all’evento, percepiti come pericolo. Un altro cambiamento significativo è dato dal fatto che il paziente discrimina meglio i pericoli reali da quelli immaginari condizionati dall’ansia.

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