Nessie, come vienje chiamato amichevolmente il “mostro di Lochness”, al femminile malgrado nessuno possa evidentemente certificarne il sesso, è una star da secoli.
Il primo avvistamento, se così vogliamo definirlo, risale infatti al VI Secolo quando il monaco irlandese San Columba di Iona si trovava nella terra dei Pitti. Nel suo girovagare per queste terre, incontrò degli uomini che gli riferirono che un loro compagno era stato appena trascinato e sbranato da una “bestia d’acqua” nel fiume Ness (che è collegato al lago di Loch Ness).
San Columba mandò allora un suo seguace a nuotare nelle acque del fiume (chissà, forse lui non sapeva nuotare) e quando la “bestia d’acqua” riapparve, facendo il segno della croce e declamando un comando divino, riuscì a farla allontanare.
Tale episodio venne riportato nelle cronache della vita del santo, scritte un secolo dopo da un altro monaco, Adamanno di Iona, abate dell’Abbazia dell’omonima isola.
La veridicità di un tale racconto lascia il tempo che trova, ovviamente, e resta il dubbio, nel caso fosse veramente accaduto, di cosa abbiano realmente visto. Da non tralasciare l’ipotesi che la storia abbia preso spunto dalle leggende celtiche dei kelpies (spiriti maligni di fiumi e laghi) e di Caoránach (la madre di tutti i mostri).
Gli avvistamenti dei nostri tempi
Dobbiamo attendere parecchio, più tredici secoli, perchè la fama di Nessie superi le pur belle frontiere della Scozia per diffondersi nel resto del mondo.
Siamo nel 1933, i coniugi Mackay avvistano “un enorme animale simile a una balena che si dimena nell’acqua del lago“. Vale la pena citare il fatto che i due erano i proprietari di un albergo a Drumnadrochit, una località sulla riva del lago. Il giornale locale lo definì “mostro,” e tanto bastò per rendere Lochness una meta costante di visitatori e Nessie una star la cui fama non si è più appannata.
Ad oggi sono innumerevoli i presunti avvistamenti di questo “mostro del lago do Lochness”. Alcuni con tanto di foto, guarda caso, di pessima risoluzione.
La spiegazione della scienza
Nessuna base scientifica dell’esistenza di Nessie, malgrado si sia indagato con potenti sonar nel 1956 e, più recentemente, esaminando i contenuti di DNA dell’acqua del lago. I risultati pubblicati nel 2019 dai ricercatori dell’Università di Otago, Nuova Zelanda, escludono la presenza di rettili, squali, storioni, pesci gatto o lontre, evidenziando piuttosto la presenza di DNA di anquille.
Gli scienziati hanno infatti ipotizzato che si possa trattare di una enorme anguilla europea. anche se l’esemplare piu grande mai misurato non supera il metro e mezzo. Non meraviglia nemmeno questo risultato in quanto il lago è popolato da una popolazione di anguille decisamente numerosa.
Risulta davvero inverosimile l’ipotesi si possa trattare di un esemplare di plesiosauro, un dinosauro che avrebbe eluso l’estinzione dei suoi simili da 65 milioni di anni. Sicuramente affascinante come ipotesi, ma decisamente poco verosimile.
Una ulteriore ipotesi, avanzata dal geologo italiano Luigi Piccardi nel 2001, coinvolgerebbe l’attività sismica presente nella regione, che porterebbe alla fuoriuscita di gas dal fondale del lago e farebbe ondeggiare acqua simulando un lungo collo in movimento.
Conclusioni
Dinosauro? Anguillone gigante? Gas vulcanico? Nessie resta uno dei misteri irrisolti del nostro pianeta. Ma sento di poter azzardare, almeno secondo il mio modesto punto di vista, una ipotesi conclusiva.
Noi abbiamo bisogno di Nessie!
La sua esistenza è stata divulgata nel VI secolo per far credere ai Pitti, ai pagani, che in nome di una religione e di un dio a loro sconosciuti, si potessero fare miracoli e ricacciare nell’oscurità gli spiriti maligni.
Successivamente l’estro imprenditoriale di due coniugi, ispiratisi magari agli scritti dello stesso Abate Ademanno di Iona, ha gridato al “mostro” e così ha risollevato le sorti economiche del loro albergo .
Niente di nuovo sotto il cielo. Basta ricordare le lacrime della statuetta della Madonna di Civitavecchia: l’analisi del dna rivelò trattarsi di sangue umano, si, ma maschile…
Università, giornali, pseudoscienziati, oggi aggiungerei anche tiktokers d’assalto: tutti alla ricerca di Nessie per usufruire di fondi o ottenere visibilità in rete.
Nessie non è il mostro di Lochness: i veri mostri siamo noi.
Lunga Vita e Prosperità
Giampiero Sorce
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