NEET

CHI SONO I NEET?

SCUOLA MEDIA AD ALTA VOCE
Si chiama così il progetto della Regione Toscana per contrastare l’alto tasso di abbandono della scuola dopo la terza media. La proposta è fatta puntando sulla lettura a voce alta per insegnare ai ragazzi a credere nelle proprie potenzialità e a fissare alcuni punti chiave relativi agli strumenti di una nuova visione pedagogica chiamata democrazia cognitiva.

Un approccio socialmente utile che sviluppa competenze personali e arricchisce le relazioni all’interno della classe. Si ritiene che avendo modo di ascoltarsi mentre si legge ad alta voce, si vincono anche molte paure inconsce. Questo progetto è pensato per essere usato come una pratica di socializzazione, non solo come un arricchimento personale.

La lettura ad alta voce da parte degli insegnanti favorisce il successo scolastico degli alunni: dove c’è la lettura ad alta voce i bambini sono cognitivamente più performanti, inoltre contribuisce ad annullare le differenze di contesto educativo di bambini e ragazzi e soprattutto previene il fenomeno della dispersione scolastica.

È quanto emerge dai risultati di “Leggere forte” un interessante progetto seguito da alcuni Enti del Terzo Settore (ETS). Purtroppo, i dati Eurostat ci indicano che moltissimi ragazzi decidono di lasciare gli studi una volta finita la scuola dell’obbligo.

La lettura ad alta voce da parte degli insegnanti favorisce il successo scolastico degli alunni, ed è soprattutto uno “strumento di democrazia cognitiva”: contribuisce ad annullare le differenze di contesto educativo di bambini e ragazzi e previene quello che in Italia chiamiamo IL FENOMENO DELLA DISPERSIONE SCOLASTICA.

CHI SONO I NEET?

Chiamato fenomeno della dispersione scolastica, è un dato di fatto che è considerato una vera piaga in tutto il mondo, l’Agenda delle Nazioni Unite 2030 ha fissato il target al 9% ma in Italia al momento superiamo questa cifra arrivando invece a circa il 12 % dei ragazzi di entrambi i sessi dai 14 ai 24 anni, che lasciano gli studi con diverse motivazioni: dal bisogno di aiutare economicamente la famiglia, al voler essere indipendenti subito dopo la terza media.

Tanti giovani preferiscono mollare gli studi dopo la scuola dell’obbligo. La brutta notizia è che invece per molti altri le motivazioni non hanno carattere d’urgenza pratica ma puramente teorica e cioè soffrono una reale e drammatica mancanza di convinzione.

I NEET I ragazzi, in pratica, lasciano gli studi perché non ritengono valido il sistema educativo e credono sia inutile studiare perché non serve a nulla e non porta alcun beneficio economico e sociale.

Chiamati “early leavers from education and training” questi giovani non raggiungono il titolo di scuola secondaria di secondo grado e purtroppo i dati ci informano sul fatto che 1 ragazzo su 6 non ha il diploma, mentre al femminile il dato ci svela che almeno 1 ragazza su 10 non porta a termine gli studi.

In Europa vengono chiamati NEET, acronimo di Not (engaged) in Education, Employment or Training , sono ragazzi che non hanno fiducia nella scolarizzazione e pensano che studiare sia tempo perso.

Sono convinti di non avere futuro e di essere tagliati fuori dal mondo del lavoro, ma al tempo stesso non intendono frequentare la scuola superiore e nemmeno corsi di formazione al lavoro per non sentirsi tagliati fuori.

Un giro vizioso da cui purtroppo è difficile uscire se non si viene spronati a riprendere gli studi da attenti motivatori e da professori intelligenti.

LABORATORI DI LETTURA A TEMA

Sono ideati da alcune organizzazioni di volontariato che invitano i ragazzi dai 10 ai 13 anni a partecipare a questi eventi dove si lascia spazio alla fantasia e si ha la possibilità di immergersi in letture collettive. La lettura lascia aperto uno spiraglio alla scoperta di mondi nuovi proprio perché è il luogo dove è possibile lasciare spazio alla immaginazione, ma è anche un luogo fisico dove si creano relazioni e amicizie e dove si impara ad usare i libri come mezzo per sviluppare la creatività e per sviluppare una sana autostima.

La lettura, in questi laboratori, diventa un mezzo utile a conoscersi e a rendere più forte la fiducia nelle proprie facoltà e nelle proprie forze. Un briciolo di speranza nel domani, è il seme che viene offerto dagli organizzatori di questi laboratori che spesso viene colto dai ragazzi che partecipano e che cominciano ad amare la lettura, lo studio e soprattutto ad amare un po’ di più sé stessi.