greci

Murray Leinster (Norfolk, 1986 – Gloucester, 1975), pseudonimo di William F. Jenkins, è stato uno degli scrittori di fantascienza che ho apprezzato di più. Penna prolifica, ha scritto qualcosa come 1500 tra racconti brevi e articoli, nonché numerosi romanzi che vanno dal giallo al western, dal fantastico alla fantascienza.

Autore per la radio, sceneggiatore per il cinema, ha scritto anche due romanzi rosa inediti in Italia, con lo pseudonimo di Louisa Carter Lee.

Tra gli amanti della fantascienza è spesso ricordato come il padre degli “universi paralleli”. Molti dei suoi racconti, infatti, sono ambientati in quello che molti anni dopo, nel 1957 per la precisione, i fisici quantistici avrebbero battezzato come “multiverso”. Il multiverso altro non è che la coesistenza allo stesso tempo, ma non nello stesso spazio, di realtà alternative.

Abbiamo visto nell’articolo dedicato a Harry Turteldove, che potete trovare qui se ve lo siete perso, la grande potenzialità che offre questo argomento.

Oggi il grande pubblico conosce il multiverso grazie ai film della Marvel, ma Leinster ne parlava molti anni prima. È quindi giusto e doveroso tributare a Murray Leinster il merito di averlo inventato per primo.

In questo articolo però non citerò questi suoi contributi alla nascita del multiverso, ma voglio farvi conoscere un romanzo che mi ha particolarmente colpito e che, ancora oggi, rileggo con immutato piacere: “The Greks Brings Gifts”.

I Greci portano doni

Leinster scrive “I Greci portano doni” nel 1964 (Urania nº 695, 1976) ma, a discapito del titolo, non si parla degli antichi greci, ma di una razza aliena, i Greks appunto, che arrivano sulla Terra a bordo della loro enorme astronave.

C’era un detto popolare nell’antichità che recitava: “diffida dei Greci che portano doni” nato successivamente alle vicende narrate da Omero nell’Iliade. Questa cattiva fama dei greci deriverebbe quindi dall’espediente del Cavallo di Legno attribuito all’itacese Ulisse.

Anche nel romanzo di Leinster i Greks portano dei doni apparentemente in modo disinteressato. Ma leggiamo insieme un piccolo stralcio tratto dal primo capitolo:

“Così quando apparve e rimase immobile nello spazio come se stesse meditando cosa devesse fare della Terra e dei suoi strani aborigeni, noi ci pigliammo una fifa maledetta. Eravamo convinti che, se esisteva un’altra razza intelligente nella nostra galassia, doveva essere fatta a immagine e somiglianza dell’uomo. E se noi fossimo stati capaci di costruire una nave come quella dei Greks e avessimo trovato un pianeta simile alla Terra, l’avremmo conquistato […]”

“…cercammo di metterci in contatto […] Due giorni dopo la loro comparsa, i Greks risposero… […]”

“I Greks salutavano gli abitanti della Terra. La nave, dissero, era una specie di nave scuola per spaziali dell’ammasso stellare di Nurmi. Vi venivano addestrati gli aspiranti ufficiali dei mercantili spaziali di quella zona, dove esistevano migliaia di pianeti civilizzati […]”

“Se gli abitanti della Terra accettavano la proposta – avrebbero condiviso le loro conoscenze e preparato il terreno per futuri rapporti commerciali. Ciò premesso, la nave Grek chiese di poter atterrare. Le loro intenzioni – dissero e ripeterono -erano solo di renderci più ricchi, sani ed eruditi. E noi ci credemmo, poveri noi, ci credemmo!”

Dalla nave Grek, moderno Cavallo di Troia, Murray Leinster non farà uscire Greks armati fino ai denti, ma una più subdola insidia per l’umanità. Naturalmente lascio a voi il piacere di scoprire il resto della storia.

Spero di aver solleticato il vostro interesse e spinto a leggere questo romanzo. Vi lascio con il mio consueto saluto e vi aspetto al prossimo articolo.

Lunga vita e prosperità.

Giampiero Sorce

Foto di e dalla collezione privata di Giampiero Sorce