Monti Sibillini: le antiche magie, i templi e le ombre misteriose nel territorio Umbro-Marchigiano.
LE ROVINE DEL TEMPIO DELLA SIBILLA
Quasi dieci anni fa, tre ragazzi umbri pieni di energie e curiosità si sono imbarcati in una bella ed interessante avventura. Anche il loro nome è bello, infatti, avevano deciso di chiamarsi “X Plan” che unisce la duplice valenza di un ipotetico piano X, ma anche dell’abbreviazione di Planet X, immaginando il nostro pianeta terra come se fosse un segreto mai svelato, un’incognita da scoprire.
Tra i tanti i calcoli matematici per risolvere i grandi enigmi del pianeta, l’uso della lettura dei tarocchi, i tre avevano deciso di percorrere l’itinerario sui monti Sibillini alla ricerca di segni evidenti.
Durante il loro magico viaggio, avventurandosi nel pianoro della valle del fiume Tenna alla ricerca di nuove emozioni, i tre ragazzi, seguendo alcuni dati scientifici riguardanti esatti calcoli astronomici, sono partiti per i Monti Sibillini a caccia della misteriosa Sibilla. Sui monti a cavallo tra Umbria e Marche, nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, dirigendosi verso il Pizzo della Regina, incredibilmente i tre sono riusciti a fare delle fotografie spettacolari di una strana ombra sulla parete rocciosa: una testa di donna apparse riflessa magicamente per circa 8 minuti grazie ad un gioco di luci ed ombre.
La nostra Sibilla, di profilo, con la bocca aperta come in un sussurro ma anche come in un grido, sembra urlare qualcosa verso la valle ai suoi piedi.
Quando il sole impercettibilmente poi si sposta sul Pizzo della Regina, ecco che il volto della Sibilla sparisce venendo riassorbito dalla parete rocciosa e purtroppo la montagna perde, nel giro di pochi minuti, l’ombra della mitologica figura che tanto abilmente forniva informazioni per il futuro.
Chissà se in questi dieci anni il fenomeno si è ripetuto?
Qualcuno è riuscito a vedere di nuovo la Sibilla riflessa nell’atto di suggerire qualcosa ai poveri mortali?
Chi gridò al miracolo, chi ai poteri della Sibilla e chi alla magia di photoshop e della IA, fatto sta che il mistero del volto della Sibilla che urla al vento, è rimasto a lungo senza una vera e propria spiegazione. Purtroppo, la foto in questione non si trova facilmente, ma è visionabile esclusivamente sul sito Cronache Marchigiane:
IL MONTE DELLA SIBILLA SIN DALL’ANTICHITÀ È LUOGO DI MISTERIOSE LEGGENDE
Chi erano le Sibille? Sappiamo che erano delle profetesse, figure mitologiche della cultura sia greca che romana, vergini appartenenti al tempio di Apollo, che avevano il dono della profezia e potevano dare responso a domande sul senso della vita.
Sono rimaste loro tracce in moltissimi luoghi e per questo si pensa siano stati personaggi storicamente esistiti in tutto il bacino mediterraneo troviamo loro tracce: a Delfi, a Cuma, a Tivoli o in Eritrea ed in altre decine di luoghi dove ancora oggi si trovano templi a loro dedicati.
Le Sibille godettero di fama trasversale in quanto sia i greci che i romani riservarono loro grande rispetto e privilegio, questo riguardo verso le loro profezie si ripercosse anche in ambito ebraico legando le loro profetiche dichiarazioni sibilline ad una sorta di messianismo esoterico ed alla misteriosa numerologia del Talmud.
La parola Sibilla significherebbe: “manifestazione della volontà di Dio” e ciò che veniva da loro detto veniva interpretato come una divinazione mantica, ovvero la capacità di poter trasmettere informazioni di carattere soprannaturale o comunque assolutamente inaccessibile ai semplici umani.
La tradizione racconta che…
Forse, la Sibilla fosse solo una e non molte come si pensa, e che questa unica donna avesse la capacità di manifestarsi in molti luoghi e in tempi diversi, considerando che il dono dell’immortalità fosse solo uno dei tanti che possedeva
Continuando la piacevole escursione e superando la Faggeta di San Leonardo dove ha sede l’eremo, ovvero un antico monastero benedettino costruito sulle pendici del monte del priore. Attraverso la fitta foresta ci si inoltra verso i ripidi versanti di quello che oggi chiamiamo monte Priora che si affacciano sull’alta valle del fiume Tenna. Essi nascondono le rovine del tempio della Sibilla posto sul picco, un bellissimo arco naturale formato da bianchi massi squadrati di roccia, sede dell’antico sito dove si svolgevano le cerimonie ed i rituali propiziatori legati alla Sibilla Appenninica, quella che probabilmente viveva in questi luoghi.
Monti Sibillini: L’EREMO RUPESTRE DI SAN LEONARDO
Un universo poco conosciuto si nasconde tra le montagne sibilline. Si racconta che nella zona, tra i tanti boschi di faggio, si nascondessero tanti templi e tanti luoghi di culto e di purificazione usati dalle popolazioni pagane per i loro rituali. Poi alcuni secoli più tardi, intorno alla zona di Montefortino, la località marchigiana sede di grandi battaglie fin dai primi secoli del Medioevo, vennero costruiti parecchi “castrum” ovvero di agglomerati abitativi fortificati, insediamenti difensivi posti in località difficili da occupare da parte dei nemici.
OGGI SONO MONTAGNE DELL’APPENNINO UMBRO MARCHIGIANO MA IERI ERANO UN ATOLLO IN MEZZO AD UN OCEANO SCOMPARSO
Un vero gioiello si nasconde tra i monti che gli escursionisti hanno la possibilità di visitare attraversando le Gole dell’Infernaccio, un canyon naturale che da un lato offre la possibilità di ammirare antichi fossili marini. Ricordiamo che il luogo è ricco di reperti che ricordano una antica presenza delle acque marine, infatti l’area della Cengia delle ammoniti, contiene conchiglie fossilizzate da millenni.
Si tratta di fossili dell’antico Oceano della Tetide, un mare scomparso in Era Giurassica circa 150 milioni di anni fa. Troviamo oggi magicamente conservati molluschi cefalopodi estinti, rimasti incastonati in quelle che oggi sono delle rocce ma che una volta erano un atollo in mezzo all’antico e scomparso Oceano della Tetide.
FOSSILI NELLA CENGIA DELLE AMMANITI
Difficile immaginare la presenza di un oceano laddove oggi si trova la catena montuosa appenninica che attraversa longitudinalmente Marche e Umbria raggiungendo anche notevole altitudine. Eppure, dobbiamo considerare questa realtà proprio grazie alle tante prove fossili che ce lo ricordano in tutta la loro bellezza di opere d’arte della natura incastonate nella parete rocciosa.
L’incognita di oggi: GIOCHI DI OMBRE AVVOLGONO NEL MISTERO I MONTI SIBILLINI
“L’ombra dell’alpino”, sulla parete del Monte Bove Nord, in due foto di Mirko Masetti
Questa simpatica immagine chiamata anche “ombra dello scalatore” è quella che il fotografo Mirko Masetti è riuscito a scattare sul Monte Bove in un momento in cui il sole passa in una determinata posizione nella sua traiettoria quotidiana, ombra che in alcuni momenti dell’anno è possibile vedere senza problemi e che il Masetti è riuscito a cogliere in modo impressionante.
fonte immagine di copertina: https://www.stella-alpina.com/it/prodotto/dettaglio/11286-parco-nazionale-dei-monti-sibillini