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Monte Plogar è un vino rosso che ha partecipato ad una gara con tanto di giuria qualificata composta da sommelier neodiplomati.

La gara

Monte Plogar, vino forse poco conosciuto, ha avuto un ottimo piazzamento considerando che i palati raffinati dei sommelier ne hanno apprezzato la qualità.

In una scuola di sommelier italiana il docente, alla fine del corso, ha voluto effettuare un esperimento con i ragazzi che avevano frequentato e che erano riusciti ad ottenere il sospirato diploma di sommelier. Un esperimento dal gusto ironico che certamente avrebbe fuorviato i novelli ed inesperti palati dei neodiplomati.

Portò in aula sei bottiglie di vino ben coperte per non riconoscere il colore e il tipo di vino e chiese di assaggiarli e stilare una classifica. Naturalmente tutti i partecipanti con occhi bendati.

I vini erano in ordine alfabetico:

1) Castello di Ezpeleta: vino rosso maturato in botte di rovere a base di tempranillo e lavorato in terra di Castiglia, gradazione 13 gradi, annata 2018;

2) Monte di Plogar: vino rosso che viene lavorato e prodotto a Cariñena, un paese situato nella comunità autonoma dell’Aragona, gradazione 13 gradi, annata 2016;

3) Pen Duick III: è un bordeaux, il nome è stato preso da una storica barca a vela, vincitrice di molte regate, gradazione 12,5, annata 2014;

4) Rocal: è un Cabernet, Sauvignon e Merlot, è un vino rosato biologico creato da Bodega Pirineos in Somontano de Barbastro (Aragona) con uve delle varietà Merlot e Tempranillo, gradazione 13,5, annata 2014;

5) Vespral: questo vino rosso è lavorato e prodotto ad ovest di Tarragona (Catalogna), è nato nel 1982 per accogliere i prodotti vinicoli della zona che produceva una grande quantità di uva, gradazione 13 gradi, costituito da Cabernet, Sauvignon e Tempranillo, annata 2017;

6) Vinuva Fiano: l’unico vino italiano, bianco, per confondere le idee, lavorato e prodotto in Campania, costituito da uve fiano, gradazione 12,5 gradi, annata 2015.

La classifica

Insomma, una serie di vini non proprio molto conosciuti, ma tutti a livello medio alto ed ecco la classifica:

ROCAL: 45 punti. ————————–> 1 ° posto.

VINUVA FIANO: 45 punti. —————> 1 ° posto.

MONTE PLOGAR: 40 punti. ————> 2 ° posto.

CASTELLO DI EZPELETA: 30 punti. —> 3 ° posto.

VESPRAL: 27 punti. —————-——-> 4 ° posto.

PEN DUICK III: 15 punti. —————–> 5 ° posto.

Come spesso accade, il vino con il peggior valore è stato quello con il prezzo più alto (ma dato che era un Bordeaux, tutto va bene). Il bianco italiano e il rosa somontano (Aragona) piacevano molto per il loro prezzo. L’invecchiamento era ragionevole.

Dove l’ho trovato

La sorpresa di tutto ciò è stata quando, recatomi al LIDL per la solita spesa settimanale, vedo esposto in bella mostra il Monte Plogar, proprio quello della classifica riportata sopra. Dico io, un vino da secondo posto deve essere interessante, anche il prezzo era tranquillamente abbordabile.

L’altra buona sorpresa è stata quando, nel togliere il tappo, mi sono accorto che il tappo era di sughero, quello che io ritengo un valore aggiunto nei vini rossi.

La colorazione rosso-ciliegia è molto intensa, mantiene alla luce dei riflessi bluastri, al sapore possono rilevarsi aromi di frutta matura, pietra bagnata (lo chiamano anche il vino di pietra), fumo, polvere da sparo, vaniglia, anche se ha un tocco saponato. È facile da bere, equilibrato, con corpo medio e gradazione ragionevole. Tocchi leggeri di legno tostato e affumicato. 

Con una combinazione diversa dal solito, con Syrah, Cabernet, Sauvignon e Garnacha, è davvero un vino che offre una degustazione diversa dai tradizionali Tempranillos o altri monovarietali (costituiti da una sola varietà di vitigno).

Un certo grado di complessità è percepito nel naso e, nonostante che gli aromi di invecchiamento si sovrappongono al frutto, una volta che il vino è ossigenato, tutti i vari sapori delle diverse uve si uniformano e il naso migliora, ma se non lo conosci, all’inizio ti dà un tocco di spezie.

In bocca è morbido, non è molto potente, ma a parte questo si combina molto bene con il frutto. L’acidità consente di avere una persistenza media lungo il palato nella degustazione.

L’abbinamento

Volevo acquistare della carne da abbinare a questo vino e dal macellaio ho trovato un magnifico pezzo di fesa. Ho comprato sei stupende fettine di manzo che ho voluto abbinare a questo vino. Durante la cottura, anche per meglio insaporire la carne, ho versato mezzo bicchiere sempre del vino presentato. Ecco come ho fatto le fettine.

Per quattro persone avevo comprato 800 grammi di fettine, ben pulite dal grasso e non molto spesse (in realtà eravamo in sei ed ho comprato 1kg e mezzo di fettine, ma qui la ricetta che riporto è per quattro buongustai).

Gli ingredienti

Oltre alla carne (8 fettine) dobbiamo avere:

  • 80 -10 grammi di farina;
  • 1 cipolla (bianca o rossa);
  • 400/450 millilitri di vino rosso (mezzo bicchiere abbondante);
  • prezzemolo tritato q.b.;
  • sale q.b.;
  • pepe nero q.b.;
  • olio extra vergine di oliva (EVO).

La preparazione

  • Una volta tritata finemente la cipolla,
  • saliamo le fettine di carne massaggiandole con le mani.
  • Successivamente passiamo le fettine nella farina.
  • In una padella capiente, che possa accogliere le fettine, facciamo appassire le cipolle con un poco d’olio EVO (aggiungere un pochino di acqua),
  • quando la cipolla è dorata e sta assumendo quel suo caratteristico aspetto di quasi trasparenza aggiungete le fettine di carne e fatele rosolare su entrambi i lati.
  • Quindi, aggiungete anche il vino, coprite e lasciate cuocere per 5 minuti,
  • nel frattempo tritate un po’ di prezzemolo.
  • Togliete il coperchio, fate restringere il sughetto, ma non arrivate a farlo asciugare e servite le scaloppine al vino rosso con sopra la salsa, completandole con un pizzico di pepe e una manciata di prezzemolo.

Per gustare meglio la carne è consigliabile accompagnarla con un contorno: insalata mista, oppure anche con piselli con cipolla od anche con dei funghi trifolati).

Se siete dei buoni bevitori per il pranzo in quattro è consigliabile acquistare almeno due bottiglie di vino. Soprattutto servitelo fresco (si mette nel frigorifero e lo si tira fuori 15 minuti prima) e aperto (senza tappo per farlo ossigenare).