Megalopolis 2073
Ovvero introduzione alla Fantascienza sociologica britannica

Megalopolis 2073: un’opera di Michael Elder, pubblicata originariamente con il titolo Nowhere on Earth nel 1972, ci trasporta in un futuro distopico.

Se ben ricordate vi ho parlato di distopia nel mio articolo dedicato al ciclo “Invasione” scritto da Henry Turtledove che potete rileggere a questo link. Il futuro distopico è, in breve, un futuro esattamente agli antipodi di quello utopico. E quello di Megalopolis 2073 è decisamente inquietante e indesiderabile.

L’autore

Michael Elder è stato fondamentalmente un attore e conduttore televisivo scozzese. Nato a Londra il 30 aprile 1931, ha fatto la sua prima apparizione professionale all’età di 13 anni con una piccola parte in una produzione scolastica di Macbeth. Con gli anni Elder è diventato un volto familiare nei teatri di tutta la Scozia. 

Come scrittore si è dedicato sia alla Fantascienza che ai libri per bambini. In Italia è conosciuto per i romanzi Trist lo straniero (The Alien Earth, 1971) – in Urania 597 (1972); questo Megalopolis 2073 in Urania 597 (1973) e La ragione dei granchi (The Perfumed Planet, 1973) in Urania 636 (1974) e in ristampa nel nº 992 (1985), seguito di Megalopolis 2073.

Il romanzo

L’anno in cui è ambientato il romanzo, ovviamente, è il 2073. l’Inghilterra è ridotta a un’immensa megalopoli con 450 milioni di abitanti. La popolazione continua a crescere, stipandosi ogni giorno di più in mini-alloggi che hanno il diritto di occupare solo a turni di otto ore al giorno.

In questo scenario, che offre uno spaccato affascinante e inquietante di una società sovraffollata, muovono i loro passi tre protagonisti:

  1. John Blake: Un giovane uomo che vive nella megalopoli sovraffollata. La sua lotta quotidiana per la sopravvivenza e la dignità umana è al centro della storia. Si unirà a un gruppo di ribelli che cercano di sfidare il governo e migliorare le condizioni di vita. La sua crescita personale e la sua lotta per la libertà sono al centro della trama.
  2. Dr. Evelyn Foster: Una scienziata che cerca di trovare soluzioni tecnologiche per affrontare i problemi della sovrappopolazione e dell’ambiente. Scoprirà segreti oscuri riguardanti la gestione della popolazione e si ribellerà, restando coinvolta in una cospirazione per rivelare la verità al mondo.
  3. Samuel Turner: Un attivista politico che cerca di mobilitare la popolazione contro il governo oppressivo e le condizioni di vita disumane. Verrà arrestato e torturato dal governo, diventando un simbolo della resistenza. La sua storia ispirerà altri a unirsi alla causa e a cercare un cambiamento radicale.

…eravamo (nel 1972) “solo” tre miliardi e ottocento milioni contro gli oltre otto miliardi di oggi…

Il romanzo entra a gamba tesa su uno dei temi più controversi della nostra società moderna: la crescita demografica incontrollata. E lo fa già nel 1972, quando eravamo “solo” tre miliardi e ottocento milioni contro gli oltre otto miliardi di oggi. (Se siete curiosi di sapere il numero preciso, vi invito a visitare la pagina di Worldmeter dove troverete anche altre statistiche in tempo reale).

Questo futuro distopico, dai risvolti drammatici e angoscianti, è tipico di una certa letteratura di Fantascienza del Regno Unito: la cosiddetta “Fantascienza sociologica britannica”.

Questa branca della Fantascienza esplora temi sociali e politici attraverso l’obiettivo della speculazione futuristica. In questo contesto, Michael Elder ci invita a riflettere sulle conseguenze di una crescita demografica incontrollata e su come la tecnologia e la politica potrebbero influenzare la vita quotidiana dei cittadini.

Conclusioni

Il romanzo alla fine propone un finale forse un po’ troppo semplicistico e che non concede meriti alla razza umana per una soluzione che la salverà dal crollo totale. Elder, nella sua visione pessimistica, non contempla alcuna possibilità di riscatto, nemmeno morale, per gli esseri umani di questo romanzo fin troppo profetico.

Il merito di Megalopolis 2073 è che ci spinge a considerare il nostro presente e a interrogarci sul futuro che stiamo costruendo. La sua visione cupa e provocatoria ci invita a riflettere sulla società, la tecnologia e la nostra stessa umanità.

Lo scarso impegno della comunità mondiale ad affrontare questo tema ci porterà al collasso entro pochi decenni e i cambiamenti climatici in corso sono campanelli di allarme che non possiamo permetterci di ignorare. Eppure lo facciamo.

Ci sarebbe da domandarsi “cui prodest“? A chi giova mantenere questo status quo? Michael Elder aveva ragione quando parlava di una classe politica corrotta a cui interessa solo il potere e non il benessere dei cittadini?

Lunga vita e prosperità

Giampiero Sorce

Foto dell’IA Dall-e di Bing e della mia collezione privata