LA MEMORIA DELL’ACQUA
Ricordate il libro del saggista giapponese Masaru Emoto dal titolo: “La memoria dell’acqua”, nel quale si sostiene la teoria che l’acqua possiede una sua memoria legata alle sensazioni che prova?
Ebbene, Emoto, conosciuto per i suoi esperimenti di medicina alternativa, era riuscito a fotografare i cristalli d’acqua sottoposti a stress, sottoposti a manipolazioni, a determinati pensieri e a specifiche parole. In pratica sosteneva l’idea che l’acqua reagisse a determinate frequenze di energia (positiva o negativa) che intercorrevano tra lei e l’uomo che le si rivolgeva. Vi starete domandando: rivolgersi all’acqua? Ma che significa?
Il ricercatore aveva trovato un sistema per “informare” l’acqua che sottoponeva a diversi trattamenti non solo relativi alle classiche reazioni fisiche e chimiche, ma anche alle reazioni emotive e poi la portava allo stato solido fotografandone i cristalli e analizzandone la dimensione, la chiarezza, la brillantezza, il colore, l’armonia delle forme o al contrario la scurezza, la disarmonia, l’opacità e la bruttezza della forma.
La sua tesi era che le energie influenzavano l’acqua nello stesso modo in cui influenzano gli esseri umani. Avete mai fatto caso a quando incontrate una persona e non vi sentite in sintonia con lei? Il termine che si usa in genere è: non mi piace “a pelle”.
ALDA MERINI LA POETESSA CHE AMAVA RACCONTARE LA PARTE ISTINTIVA DELL’ANIMO UMANO
La poetessa Alda Merini usava dire: “a pelle si sentono cose a cui le parole non sanno dare un nome”.
Sensazioni che si provano nel pensiero veloce della mente animale e prendono posto con grande rapidità, prima dell’applicazione dei vari filtri che successivamente intervengono e che sono relativi al giudizio.
Sono simpatie, antipatie, attrazione o repulsione. Sono sensazioni che senti venire dalla pancia e fanno parte di quel bagaglio di reazioni istintive legate agli stimoli e finalizzate alla sopravvivenza, ovvero all’istantaneo ricorrere ad un pensiero istintivo legato alla mente animale che produce costantemente sensazioni, intuizioni e impressioni. Dobbiamo a queste sensazioni gran parte dei nostri comportamenti istintivi.
L’acqua avrebbe l’accesso ad una memoria più grande all’interno della quale ogni vibrazione sarebbe legata ad un’onda, ad una frequenza, ad un movimento ondulatorio collegato all’idea di vitalità.
In effetti l’acqua è alla base della nostra vita, siamo fatti al 70% di acqua e questa vibra dentro di noi risuonando, ad esempio, al suono del gong o delle campane tibetane.
Acqua e esseri viventi per Emoto sono connessi e hanno possibilità di comunicare tra di loro, andando a recuperare informazioni dallo stesso bacino. Una memoria comune che appartiene a diverse dimensioni, alla quale molti sensitivi sembra abbiano accesso.
HADO: “LA CRESTA DELL’ONDA” COME LE BELLE SENSAZIONI SONO LEGATE ALLE FREQUENZE GIUSTE
L’idea che anche l’acqua abbia queste reazioni legate alla memoria di qualcosa di già percepito o conosciuto era alla base degli studi di Emoto. In giapponese la parola “Hado” (tradotto letteralmente “la cresta dell’onda”) è la capacità di rilevare le vibrazioni di una energia a qualsiasi frequenza esse si presentino, anche a livello impercettibile.
Il dono della percezione extrasensoriale rientra in queste possibilità e questa capacità risulta essere tra le qualità di alcuni famosi capi carismatici, dei santi, dei veggenti o dei medium. Insomma di persone che hanno un dono speciale nell’aver pienamente e spesso involontariamente sviluppato questo sesto senso (che però sembra essere ormai appurato, che tutti possediamo, ma che non sappiamo sviluppare o comprendere).
Le immagini dei cristalli splendidi come gioielli al suono delle parole amore, saggezza, pace, compassione, oppure la reazione al semplice grazie ci lasciano stupefatti e increduli, almeno quanto altrettanto increduli ci lasciano i cristalli brutti e senza luce delle parole “ti uccido” o “stupido” o ancora quelli scuri e caotici dopo l’ascolto di musiche HeavyMetal.

Incredibile anche la differenza dello stesso bicchiere d’acqua fotografato prima e dopo una meditazione o una preghiera.
L’esperimento del lago
A proposito di preghiera, Emoto nel 1999 fece un esperimento con le acque del lago Biwa in Giappone, un lago molto inquinato per via degli scarichi di diverse industrie, dove riunì più di trecento persone e le invitò a fare una lunga preghiera di gruppo, all’insegna delle parole amore e compassione, ebbene il risultato fu che mentre i cristalli dell’acqua prelevata prima della preghiera erano quasi del tutto assenti, quelli dell’acqua dopo la preghiera erano invece dei bei cristalli grazie alla forza sprigionata dalla preghiera e dai pensieri positivi trasmessi dai partecipanti.
Fino al giorno della sua morte avvenuta dieci anni fa nel 2014, Masaru Emoto ha continuato i suoi esperimenti con i cristalli fotografati dopo che le molecole di H2O erano state esposte alle diverse “emozioni”.
La memoria e le emozioni dell’acqua
La sua ipotesi era proprio quella che l’acqua provasse emozioni legate al rapporto con l’umano e con il mondo che la circondava e che queste emozioni venivano memorizzate e mai più dimenticate.

Foto di un cristallo della molecola d’acqua al suono di musica di Mozart
L’acqua reagiva agli impulsi ricevuti anche soltanto a livello di pensiero, egli era riuscito a dimostrare la reazione di quest’acqua attraverso le foto fatte dopo averla sottoposta alla temperatura di -4 gradi centigradi.
A quella temperatura venivano fissate le molecole di quella determinata acqua e venivano fotografati i suoi cristalli. Il risultato era sorprendente! Dal 1999 egli pubblicò i risultati delle sue ricerche e divennero popolari diversi suoi libri. Le foto dei cristalli che provenivano da un bicchiere d’acqua alla quale si diceva un sentito “grazie”, erano completamente diversi dai cristalli dell’acqua alla quale si era detta una brutta parola (o meglio, una parolaccia). E infine, sorprendentemente, ancora diversi dai primi due erano quelli del bicchiere d’acqua che al contrario degli altri, veniva totalmente ignorato.
L’acqua ignorata risultava essere la più sofferente e quella che aveva cristalli meno belli, più scuri, meno gradevoli. In pratica, se ne deduce che essere considerati male è comunque meglio che non essere considerati per niente!
I CRISTALLI “brutti” DELL’ACQUA IGNORATA E QUELLI DELL’ACQUA PRESA A PAROLACCE
Dei tre tipi di cristalli, il terzo, ovvero quello dell’acqua ignorata, era sicuramente il peggiore. I cristalli dell’acqua alla quale si erano rivolte parole gentili erano dei cristalli stupendi che assumevano forme bellissime, armoniche e gradevoli mentre quelli dell’acqua presa a parolacce erano molto più brutti come forme e armonia, ma quelli dell’acqua ignorata dall’uomo erano veramente impressionanti, essi avevano assunto delle forme caotiche e asimmetriche abbastanza inquietanti e brutte da vedere, alcuni addirittura erano privi di forma.
In pratica, Masaru Emoto insieme con il suo gruppo di ricerca, sottoponeva un semplice bicchiere d’acqua a diversi trattamenti quali la somministrazione di musica classica o musica heavy metal, la scrittura di parole positive o negative su fogli di carta avvicinati al bicchiere, l’ascolto di preghiere fatte nelle diverse religioni, di rumori forti, di parole di elogio oppure, al contrario, di parole di offesa, di critica, di disappunto. Nelle sue ricerche, egli aveva fotografato la reazione delle molecole d’acqua a diversi tipi di contatto con l’equipe di studio a partire dal puro pensiero, passando per la parola scritta e giungendo al pronunciare parole o intere frasi fino all’emissione di suoni o musica: in tutti i casi l’acqua aveva reagito in modo diverso in base alla esperienza che aveva vissuto.
Se i cristalli dell’acqua presa a parolacce erano asimmetrici ed irregolari, quelli che avevano fatto l’esperienza delle parole d’amore o della musica classica avevano dei disegni armonici e perfetti. Quelli fotografati dopo una meditazione di pace oppure una preghiera mostravano delle forme bellissime, sembravano dei gioielli per quanto erano luminosi e splendenti, mentre quelli che erano costretti ad ascoltare musica con frequenze più alte erano privi di luce e con forme alquanto prive di grazia.
LA FREQUENZA DELLA MUSICA: 432 HZ LA MIGLIORE PER IL NOSTRO BENESSERE
Sappiamo che la frequenza della musica che rimane sotto i 430 Hz è in grado di rilassare e di risuonare dolcemente con le nostre frequenze, mentre quella sopra i 430 Hz scatena reazioni più violente a chi l’ascolta.
Diversi esperimenti ha fatto eseguendo una musica oltre i 440 Hz e notando che il pubblico assumeva atteggiamenti polemici e violenti, mentre la stessa musica prodotta a 432 Hz lasciava gli ascoltatori positivamente emozionati e grati.
La frequenza perfetta, chiamata “accordatura aurea in LA” si fissa sui 432 Hz è stata usata da parecchi musicisti da Giuseppe Verdi ai Pink Floyd, da Mozart a Pavarotti. Si dice sia la frequenza giusta per il nostro benessere, risuona nel nostro organismo e si adatta perfettamente alle nostre frequenze interne, questo è il motivo per cui quel tipo di onda sonora ci piace. Perché permette di assaporare le note come se fossero emesse da un fluido universale e non da singoli strumenti, rilassa, rende felici e, dopo averla ascoltata, pare rimanga per parecchio tempo dentro di noi sotto forma di una benefica sensazione di pace interiore.
Le molecole d’acqua fotografate sotto forma di cristalli da Masaru Emoto, dopo l’ascolto delle sinfonie di Mozart, confermavano proprio questa affermazione di benessere diffuso, di bellezza interiore e di pace.

CHIAMATO PSEUDOSCIENZIATO E OSTEGGIATO DAL MONDO DELLA RICERCA TRADIZIONALE
Chiaramente i suoi studi sono osteggiati e beffeggiati dai grandi scienziati legati alla medicina, alla chimica e alla fisica tradizionali, quale luminare poteva avallare l’idea che un bicchiere d’acqua sapesse leggere una parola o sapesse ascoltare le sinfonie di Mozart?
Lo hanno definito pseudo-scienziato, avvilendo in modo assolutamente ingiustificato le sue ricerche scientifiche e rigorose.
Fortunatamente, rimane però documentato il fatto che, nei libri di Masaru Emoto, vi sono centinaia di fotografie a comprova del fatto che i cristalli di acqua fotografata durante l’ascolto di musica classica avevano l’aspetto di magnifici gioielli, con le loro forme armoniche e splendenti.
Vi invito a leggere i suoi libri e a farvene una idea personale, in modo sincero e spassionato: aspetto i vostri commenti sul giornale www.arcipelagocanarie.eu, per sapere cosa ne pensate e quali sono le vostre sensazioni a riguardo.