Luca Masali è uno scrittore di Fantascienza italiano. Eppure quando parliamo di Fantascienza, immancabilmente, pensiamo prima agli autori d’oltreoceano, poi a quelli britannici e quindi ai francesi. Raramente qualcuno si ricorda o sa che ci sono anche quelli russi. Quasi mai vengono citati gli italiani.
Quindi i figli di Dante, Petrarca e Manzoni non si sono mai cimentati con la Fantascienza?
A dirla tutta uno dei primi scritti fantastici che mi viene in mente pensando agli autori italiani è Ludovico Ariosto e il suo Orlando furioso, quando Astolfo vola sulla Luna con un carro trainato da quattro destrieri per recuperarne il senno.
Ma tornando ai giorni nostri, dobbiamo riconoscere il merito alla casa editrice Mondadori che nel 1989 istituì il “Premio Urania“, dando così modo agli autori italiani di accedere al grande pubblico. Il vincitore infatti veniva premiato pubblicando le sua opera inedita.
Premio Urania 1995
È il caso di Luca Masali, torinese classe 1963, vincitore appunto del Premio Urania nel 1995 con il suo “I Biplani di D’Annunzio” (1996, Urania nº1296)1362, di cui vi avevo parlato nel mio precedente articolo dedicato ai futuri alternativi di Harry Turtledove.
Come questi, infatti, Masala si cimenta nel romanzo di fantascienza ucronico, ovvero quel genere che narra gli avvenimenti successivi ad una determinata data, a partire dalla quale la Terra segue un corso storico differente da quello reale.
Ne I Biplani di D’Annunzio, primo della trilogia insieme a “La perla alla fine del mondo” (1999, Urania nº 1362bis) e “La balena del cielo”, ci troviamo nel 1921 e la Grande Guerra, ben lungi dall’essere finita, è in pieno svolgimento.
Il protagonista è un aviatore (non a caso, visto che Luca Masali è un appassionato di aviazione e aeromodellismo) di nome Matteo Campini, un triestino in bilico tra la fedeltà agli Imperi Centrali, nelle cui fila è arruolato, e le sue origini italiane. Abbattuto durante un raid aereo, cade con il suo aereo nella laguna di Venezia e viene salvato da una giovane donna che viene dal futuro…
Il romanzo si dipana tra colpi di scena degni delle migliori spy-story e riferimenti a personaggi realmente vissuti, come Herman Goering e D’annunzio, appunto.
Il post Grande Guerra
Gli altri due romanzi completano il ciclo delle avventure di Matteo Campini e confermano la bravura di questo nostro connazionale, riconosciuta anche all’estero. Il suo I Biplani di D’Annunzio ha vinto infatti anche il Prix Bob Morane al Salone del Libro Fantastico di Bruxelles nel 2000.
Ne “la perla alla fine del mondo” (supplemento a Urania nº 1362) ritroviamo Matteo Campini alle prese con l’ucronico universo ambientato sempre negli anni venti. Il nostro eroe dovrà difendere la linea temporale dalle mire espansionitische di un potente impero musulmano. In pieno Sahara si svolge una corsa automibilistica figlia di una scommessa tra i signori Citroen e Renault e, nuovamente, Fantascienza e spy-story vanno a braccetto per regalarci una piacevolissima avventura.
Masali ha scritto altri libri, altre avventure meno fantascientifiche ma sempre un po’ fantastiche, che coinvolgono personaggi reali della nostra storia italiana, come nella spy-story del 2004 “L’inglesina in soffitta” (2012, Questo e altri mondi, Sironi Editore) dove entra in scena niente meno che Ettore Majorana.
Conclusioni
Oggi Luca Masali continua a scrivere e si dedica, dal 2014 alla direzione della rivista cartacea e digitale “Dronezine” specializzata nel settore dei droni.
Però Luca Masali non è l’unico “figlio” di Urania, se così posso dire. In un prossimo articolo, tornerò a parlare dei premi Urania e dei loro vincitori.
Lunga Vita e Prosperità
Giampiero Sorce
Foto di e dalla collezione privata di Giampiero Sorce; in copertina: un ipotetico congresso italiano di fantascienza, il FANI, ideato dall’I.A. di Bing, Dall-e