La Fantascienza per l’inclusione della comunità LGBTIQ+
La Fantascienza è diventata negli ultimi anni un veicolo importantissimo nella lotta contro il pregiudizio e la discriminazione e il raggiungimento della parità dei diritti della comunià LGBTIQ+. La sigla sta per l’insieme composito di organizzazioni lesbiche, gay, bisessuali, transgender, intersessuali, queer e di chi sta cercando la propria identità sessuale (ecco spiegato il +).
Non è sempre stato così ovviamente ma la letteratura, come del resto tutte le forme artistiche, sono frutto dei tempi in cui si vive. Se oggi si può parlare liberamente di questi temi e assistere alle parate del Pride, come quella che si è tenuta ieri 13 maggio a Maspalomas, è grazie all’evoluzione culturale di cui siamo stati partecipi negli ultimi anni e a cui la Fantascienza ha dato un contributo fondamentale.
Gay Pride 2023 Maspalomas – Foto Giampiero Sorce
L’inizio…
Non è stato sempre così ovviamente. Come ho scritto nel mio articolo sul suo fondatore, l’Editore Hugo Gernsback, la Fantascienza come genere letterario a se stante è nata ufficialmente negli Stati Uniti. Negli anni Sessanta in particolare, la cultura puritana anglosassone imponeva la regola non scritta di introdurre personaggi omosessuali nei racconti, purché messi in cattiva luce o ridicolizzati. Un esempio è il racconto di Norman Spinrad “L’età dell’invenzione” del 1966: un cavernicolo inventa il mercato dell’arte coadiuvato da un altro, omosessuale ed effeminato e, stereotipo degli stereotipi, arredatore d’interni. Non manca nemmeno il riferimento a l’ex amante del cavernicolo effemminato per non tralasciare lo stereotipo e il pregiudizio che tutti i gay siano infedeli e promiscui.
Una sorta di evoluzione culturale la troviamo verso la fine degli anni Sessanta, quando si inizia a parlare di omosessualità in modo meno ridicolizzante. Troviamo ancora una certa tendenza a trattare gli appartenenti alla comunità LGBTIQ+ in modo trasversale, utilizzando la tematica gay per veicolare altri messaggi. È il caso del racconto di Robin Scott “Un’operazione delicata” del 1969, apparso sull’antologia “La casa della vita e della morte” Urania nº591 del 7 marzo 1971,
Urania nº 591 – 07/03/1971 – Foto e collezione Giampiero Sorce
In questo racconto uno scienziato gay della Germania dell’Est riesce a fuggire nell’allora cosidetto “Mondo Libero” della Germania dell’Ovest, trapiantando il suo cervello in un corpo femminile e riuscendo così a far liberamente sesso con gli uomini. Tanto per veicolare il messaggio che il sesso “corretto” si fa solo tra eterosessuali…
…L’evoluzione
Sembra un altro stereotipo, ma la vera rivoluzione la inizia e la porta avanti Gene Rodenberry con STAR TREK. Suo il merito di aver mostrato in TV il primo bacio interazziale tra il Capitano Kirk (Bianco) e il Tenente Uhura (Afroamericana) nell’episodio del 22 novembre del 1968 “Umiliati per forza maggiore” Stagione 3 Episodio 10.
Kirk e Uhura: il primo bacio interraziale – foto da internet
In quell’occasione William Shatner pronuncia una frase iconica che consentirà di mandare in onda l’episodio insieme al fatto che il bacio è frutto di una costrizione aliena: “Da dove vengo, grandezza, forma o colore, non fanno alcuna differenza.”.
Di contro dobbiamo registrare la discriminazione nei confrontio dell’attore George Takei (il tenente Sulu) che ha potuto fare coming-out solo anni dopo.
Resta indiscusso il merito di Star Trek di aver portato avanti un discorso di inclusione sociale delle minoranze, basti pensare all’equipaggio multirazziale dell’Enterprise. La tradizione si è protratta ben oltre le intenzioni iniziali e nei vari spinoff della serie originale e di quelle che l’hanno seguita, si è evoluta come si è evoluta la battaglia portata avanti dal movimento LGBTIQ+.
Star Trek Discovery: Adira (Blu del Barrio) e il Dr. Culber (Wilson Cruz) – Foto da Internet
Oggi assistiamo all’importante introduzione di personaggi e attori gay che hanno fatto coming-out. Così in Tv appare il personaggio non binario Adira, interpretato da Blu del Barrio, nella serie USS Discovery, che ospita altresì la coppia gay composta dal tenente comandante Paul Stamets (Anthony Rapp) e il dottor Hugh Culber (Wilson Cruz).
Perchè nella Fantascienza, come nella vita, l’Amore ha tutti i colori dell’Arcobaleno.
Alla prossima e ovviamente:
Lunga Vita e Prosperità… a qualunque genere Voi apparteniate