L’aumento degli affitti nel mercato immobilarie nelle Isole Canarie non si ferma, anzi. I dati registrano un incremento del costo medio al metro quadrato del 12,7%, esattamente il doppio di quello nazionale, arrivando ad un 33% per quanto riguarda gli appartamenti al di sotto dei 40 metri quadrati.

Il prezzo degli affitti ha raggiunto un record storico, stiamo parlando di una media di 11,80 € al metro quadrato. Questo aumento esorbitante ha portato nel giro di pochi anni a escludere l’arcipelago Canario tra le destinazioni più convenienti da un punto di vista economico. Il problema appare chiaro: la domanda degli affitti è troppo grande rispetto all’offerta, generando un’inflazione che non si vedeva dalla crisi del 2008. Ma vediamone le cause.

L’alto tasso degli appartamenti turistici.

Una delle cause della crisi delle case da affittare a lungo termine per i residenti alle Canarie è senza dubbio il fatto che si tratti di un luogo sempre più scelto come meta di vacanze. Solo nel 2022 l’occupazione degli appartamenti turistici, le cosiddette “viviendas vacacionales”, aveva superato il 70%. Questo mercato rappresenta il 28,6% del totale delle operazioni realizzate nell’arcipelago. Molti privati comprano immobili destinati all’affitto stagionale perchè negli ultimi anni le Canarie sono diventate isole molto popolari, “rubando la scena” ad altre mete turistiche come la Grecia o l’Egitto.

 Nel caso di alcuni Paesi, sono i governi stessi ad incentivare il turismo nella nostra comunità. La Germania ha annunciato di regalare “buoni vacanze” dal valore di 500 euro ai cittadini che avessero scelto di spendere le vacanze invernali qui.

Gli stranieri che più risiedono alle Canarie

L’aumento della popolazione.

Negli anni 2000 la popolazione era di 1.716.000 abitanti, nel 2020 ha raggiunto i 2.176.000. Ad incidere sulla domanda nel mercato degli affitti, è il fatto che solamente negli ultimi 25 anni la popolazione è aumentata del 35,5%, un tasso, secondo le stime, destinato a crescere. Secondo l’Istituto Nacional de Estadistica, nel 2033 la popolazione alle Canarie supererà i 2,5 milioni: stiamo parlando di persone che necessiteranno di un alloggio. Un motivo che ha contribuito sicuramente in parte a questo fattore è stato il fenomeno dello smart working. Dopo la pandemia, il Governo delle Canarie ha lanciato una campagna per attrarre tutti coloro che lavorano da casa. Nel 2021 arrivavano nelle Isole 4000 lavoratori al mese, raggiungendo in un anno un obiettivo prefissato per cinque.

L’aumento degli affitti a discapito dei salari.

Le Isole Canarie registrano la media dei salari più bassa di Spagna. Nel 2021, il 40% della popolazione guadagnava meno di 1300 euro, a discapito di un stipendio medio nazionale di 1775 euro. Vuol dire che il costo dell’affitto rappresenta in media la metà di uno stipendio di un lavoratore nelle Canarie. Nonostante ciò l’aumento degli affitti da parte dei privati continua, senza che questi ultimi adottino misure per limitare i prezzi. Il motivo appare chiaro: se per un pensionato italiano il costo per chiudere un contratto immobiliare è diventato impossibile da sostenere, non si può dire lo stesso per un Tedesco, un Inglese o un cittadino dell’Europa del Nord. Per questi ultimi l’aumento del prezzo medio dell’affitto non rappresenta nessun problema.

 “Gente sin casas y casas sin gente”

Nel 2017, Silvia Perez Cruz cantava “ es indecente, es indecente, gente sin casas y casas sin gente”, descrivendo il paradosso del mercato degli appartamenti nelle Canarie. Pilar Puoi, rappresentate del Sindicato Inquilinos Tenerife, afferma che nell’arcipelago ci sono circa 20 mila persone in lista di attesa per una casa popolare e 50mila appartamenti vuoti per colpa dei fondi avvoltoio. Difatti, l’obiettivo è di tenere case vuote per simulare che c’è scarsità nella domanda e gonfiare il prezzo.

L’aumento del prezzo degli affitti è evidente. Se nel 2013 un appartamento costava 350 euro al mese, al giorno d’oggi arriva a valerne anche più di 1000. Questo fenomeno non riguarda solo le zone più turistiche, ma anche quelle che prima erano considerate più economiche e meno note, proprio perché diventate mete di molti residenti.  Se durante e dopo la pandemia sembrava essersi contenuto, dal 2022 questo problema sembra destinato a non risolversi.

Alcuni partiti politici offrono varie soluzioni, come Sebastian Franquis, consejero de Obras Públicas, Transportes y Viviendas de Canarias. Quest’ultimo ha affermato di aver posto in marcia un piano approvato dal Parlamento e che prevede nei prossimi cinque anni la costruzione di 5700 appartamenti in più. Un’altra iniziativa che sta iniziando ad interessare la nostra comunità, in particolare Tenerife, e che ha già preso piede a Barcellona, è quella della “viviendas cooperativas”. Si tratta di un progetto che prevede la costruzione di edifici volti ad ospitare giovani e anziani insieme. A differenza  dei tradizionali appartamenti, ci sarebbe la presenza di molti spazi comuni in più, destinati a rafforzare il legame affettivo tra vicini.

 Sostanzialmente al giorno d’oggi trovare casa appare come un’impresa impossibile e questo problema riguarda non solo coloro che vivono alle Canarie, ma anche chi risiede negli altri arcipelaghi come le Baleari o nella Penisola stessa. Alcuni miei amici hanno deciso di partire per fare la stagione a Ibiza, ma molti di loro hanno dovuto rinunciarvi perché non trovavano un alloggio. Le poche case disponibili raggiungevano prezzi esorbitanti che non gli avrebbero permesso di risparmiare i soldi che avrebbero voluto guadagnare dalla stagione.

Come abbiamo visto, alcune delle cause della crisi del mercato immobiliare sono concatenanti tra di loro. La questione di fatto appare davvero urgente e complessa da risolvere. L’aumento degli affitti alle Canarie appare come un problema grave per coloro che vivono qui. La situazione è a punto di implodere su se stessa, registrando l’inflazione peggiore dalla Crisi Finanziaria del 2008.

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