donne nella Bibbia

Le donne nella Bibbia: l’importanza delle figure femminili nelle Sacre Scritture.

“LE RIBELLI DI DIO- DONNE E BIBBIA TRA MITO E STORIA”

Adriana Valerio nel suo libro “Le ribelli di Dio- Donne tra mito e storia” ci ricorda come la figura femminile abbia da sempre incontrato delle difficoltà nell’ottenere un ruolo ben definito all’interno della tradizione del pensiero biblico. In quarant’anni di accurate ricerche la professoressa Valerio, storica e teologa docente di Storia del Cristianesimo e delle Chiese dell’Università Federico II di Napoli e presidente della ‘Fondazione Valerio’ per la storia delle donne, ha contribuito con i suoi studi, non solo a portare alla luce e a profilare le figure delle donne bibliche, ma soprattutto a farle conoscere per quello che il testo dice e non per quello che una esegesi tradizionale e antiquata ha sempre imposto come pensiero unico. 

Grazie al lavoro certosino suo e a quello di altre teologhe e studiose dell’argomento, per citarne alcune, Maria Luisa Rigato, Lidia Maggi, Elizabeth Green, Marinella Perroni, Laura Voghera Luzzatto, Nuria Calduch- Benages, Carla Ricci, Elena Bosetti e Letizia Tomassone, sono state portate alla luce tantissime storie di donne bibliche lasciate in disparte, dimenticate o avvolte da un velo di ignoranza spesso causata da una interpretazione monodirezionale legata ad una cultura patriarcale, all’interno della quale la figura della donna ha sempre dovuto lottare per emergere e per essere apprezzata. Lo sforzo delle bibliste e delle teologhe italiane ha avuto, purtroppo, una diffusione quanto mai limitata, proprio perché ha dovuto pagare il prezzo di una tradizione religiosa, come quella ebraica prima e cristiana poi, i cui testi fondativi hanno avuto origine all’interno di culture patriarcali in cui la donna godeva (e forse ancora oggi gode) di scarsa considerazione.                   

FIGURE FEMMINILI SPESSO RELEGATE A RUOLI MARGINALI

Vi sono alcune figure femminili nella Bibbia non troppo conosciute o popolari, spesso relegate a ruoli marginali, purtroppo ignorate nel corso di secoli di silenzio forzato, lasciate forse consapevolmente nell’ombra, ma che oggi sono tornate alla luce e considerate un motivo di arricchimento culturale forte e potente. Una studiosa di teologia in quarant’anni di ricerche, ci regala una bellissima opera che riesce a dar voce a queste figure che sono rimaste inascoltate e che invece sono legate da un fil-rouge che emerge una volta che si tenta una esegesi del testo priva di quella visione pregiudiziale nei confronti della donna tipica di una certa teologia cattolica del passato.

Donne della Bibbia poco conosciute, forse ribelli ma soprattutto voci e sintomo di una pericolosa libertà di pensiero. L’intento è quello di lasciare parlare queste figure femminili inascoltate ma sempre fonte di un arricchimento spirituale importante, relegate da sempre nell’ombra della marginalità proprio perché portatrici di un messaggio forse diverso, forse alternativo… Veniamo in contatto con donne dal carattere forte, portatrici di novità offerte da un punto di vista differente, particolare ma comunque efficace, critico e reale.

ESTER E GIUDITTA DETERMINANTI PER IL POPOLO EBRAICO

Libro Della Bibbia Di Ester

 In ebraico Ester significa “io mi nasconderò”. 

Infatti, Ester nasconde la sua vera identità di ebrea, per rivelarla al momento opportuno, quando si tratterà di salvare gli Ebrei dalla strage fatta ordinare dal re persiano. Figure determinanti per il corso della storia del popolo ebraico, come quella di Ester che aiuta il suo popolo contro l’impero persiano… e anche quella di Giuditta che uccide Oloferne, generale assiro al comando dell’esercito che assedia la città giudea.

Grazie alla loro determinazione i potenti eserciti oppressori verranno sconfitti, ma altre donne come Tamar e Rut le quali rivendicano i diritti delle donne, si fanno notare all’interno dell’Antico Testamento così come quelle che in Egitto si oppongono all’autorità e sfidano leggi del Faraone salvando Mosè dalle acque.  

Miriam salva suo fratello Mosè dalle acque del Nilo e convince la figlia del faraone a scegliere proprio sua madre come nutrice. Ispirata da Dio e considerata profetessa, condurrà le danze ed i canti di ringraziamento dopo il passaggio del Mar Rosso.

 Queste figure attraverso la lettura della Valerio hanno la possibilità di parlarci in un modo diverso da quello del passato e di farci capire che si possono vedere le loro storie sotto un’altra luce, una luce che ci permette di riconsegnare alle donne la loro dignità permettendo a tutte di confermarci il messaggio originario di salvezza destinato a noi tutti, tramite le loro vite, le loro gesta e le loro parole.

Donne ritenute ribelli

Viste attraverso l’occhio dell’antica concezione patriarcale a cui siamo abituati e alla quale siamo obiettivamente ancora assai legati, ma incredibilmente donne forti che hanno lottato, trasgredito e dimostrato di valere qualcosa di più, prendendosi, per esempio, la responsabilità di una vita autonoma come ha fatto Eva, da sempre considerata la regina delle ribelli, la quale ha osato sfidare il volere di Dio con la sua determinazione nel voler assaggiare il frutto dell’albero della conoscenza.

Sostiene la Valerio che “La donna ha giocato un ruolo di non poco peso nella trasmissione di un discorso religioso poco liberante e molto soffocante. La creazione di Eva e la sua responsabilità in merito alla caduta, hanno contribuito all’elaborazione di un’antropologia gerarchica e asimmetrica che ha considerato la donna secondaria, in quanto tratta dall’uomo e a lui sottomessa, pericolosa perché debole davanti alle lusinghe del male e a sua volta seduttrice che spinge l’uomo al peccato”.  

Bisogna però sempre considerare che ci troviamo davanti al mito delle origini e non in presenza di una cronaca di avvenimenti accaduti, quello che chiamiamo racconto di creazione e caduta, non è un fatto storico. Ecco, quindi, che dobbiamo affrontare sempre la giusta questione che è: possiamo lasciare che l’interpretazione del testo biblico nel suo significato letterale, pesi come un macigno sul destino delle donne? 

CAMBIARE L’OTTICA PER CUI EVA VIENE CONSIDERATA LA REGINA DELLE RIBELLI

 Il dito di Eva, in questo specifico dipinto scelto per la copertina, inevitabilmente sembra che sarà toccato per primo, cioè che sarà lei  e non Adamo che riceverà il primo contatto con il dito di Dio e in pratica ci permette di fantasticare  immaginando che sarà lei a ricevere la scintilla, sarà lei la prima a venire in contatto con quel dito paterno portatore di doni inestimabili, sarà lei a ricevere il soffio divino della vita.

A suffragare questa ipotesi è proprio il particolare della mano di Adamo la quale invece giace gentilmente e lievemente appoggiata sopra quella di Eva, con l’indice verso il basso in una posa di rilassamento, quasi a sottolineare la non urgenza di prendere per primo la scintilla, a non evidenziare la smania di arrivare per primo al dito di Dio, sembra invece adeguarsi quietamente al fatto che la vita sarà portata in grembo dalla sua donna, che sarà suo il compito gestazionale e quindi potrebbe essere naturale che vada avanti lei nelle questioni della vita.

Certo bisognerebbe capire se fosse stata veramente l’intenzione della Valerio dare questa interpretazione al dipinto scelto per la copertina del suo libro, ma certo a me sembra innovativo, come a  suggerire un punto di vista alternativo. Forse l’autrice scegliendo questa immagine ci teneva a sottolineare una delle innegabili qualità naturali della donna, ovvero la capacità di “dare alla vita”, di “mettere al mondo” il genere umano.

Chiavi di lettura…

Già dalle premesse della copertina, quindi, senza neanche aver aperto il libro e iniziato a leggere, notiamo che l’intenzione dalla teologa è forse quella di offrirci una chiave di lettura assai diversa da quelle a cui siamo abituati dopo millenni di tradizione religiosa gestita esclusivamente dal sesso maschile. Una chiave che si offre a noi come un passe-partout per avere la possibilità di non cadere nella routine esegetica, cioè di dare subito per scontato che vi sia un unico senso interpretativo.

Credo che l’autrice intenda offrirci invece una nuova chiave di lettura e che ci invita a dare un taglio nuovo a questa avventura nel mondo biblico femminile, lasciando uno spiraglio aperto ad una nuova ed a una interpretazione alternativa delle storie delle tante donne che popolano le pagine della Bibbia.

FIGURE FEMMINILI PROTAGONISTE DEL LORO DESTINO

Come tutti i miti, quello dell’origine risponde a delle domande profonde. Come è nato il mondo? Perché l’uomo e la donna? Come si spiega l’attrazione fra i due sessi e il conflitto che porta alla subordinazione di quello femminile? Perché il dolore, la fatica, la morte? Domande che troviamo in ogni tempo e alle quali si è sempre cercato di dare risposte adeguate, spesso caricando di colpa il genere umano e le donne in particolare.

Grazie al lavoro della prof. Adriana Valerio, abbiamo la possibilità di ripercorrere un itinerario dove si intravede il messaggio religioso nascosto, riconsiderandolo in una nuova ermeneutica che permetta alle figure femminili di essere interpretate in un modo diverso, sicuramente più moderno e vicino alla nostra concezione di donna, di moglie, di madre e sorella. È confortante vedere figure femminili presentate come protagoniste del loro destino, che osano trasgredire le leggi umane e quelle divine, ma che sanno anche assumersi la responsabilità delle loro azioni e le conseguenze delle loro scelte.