Un attacco di panico è un breve periodo di estremo malessere, ansia o paura che si manifesta all’improvviso ed è accompagnato da sintomi fisici e/o emotivi.
Attacco e disturbo di panico
Gli attacchi di panico possono indurre sintomi come dolore toracico, senso di soffocamento, vertigini, nausea e respiro affannoso.
Gli attacchi di panico possono manifestarsi nell’ambito di qualsiasi disturbo d’ansia e possono verificarsi anche in soggetti affetti da altri disturbi psichiatrici (come la depressione).
Alcuni attacchi di panico si presentano in risposta a una specifica situazione oppure insorgono senza una causa scatenante apparente.
Il disturbo di panico può comportare frequenti attacchi di panico che determinano un’eccessiva preoccupazione per eventuali futuri attacchi e/o modifiche del comportamento, intese ad evitare le situazioni che potrebbero scatenare un attacco.
I medici basano la diagnosi sulla descrizione del soggetto, degli attacchi e dei timori di attacchi futuri.
Il trattamento può includere gli antidepressivi, i farmaci ansiolitici, la terapia espositiva e la psicoterapia.
Nota bene – Recenti studi hanno confermato che anche se gli attacchi di panico provocano sintomi che coinvolgono il cuore e altri organi vitali, non sono pericolosi per la salute.
I casi
L’attacco di panico è caratterizzato dall’insorgenza improvvisa di intensa paura o disagio e da diversi sintomi psicofisici che possono differenziarsi da paziente a paziente come accaduto nei due seguenti casi.
Caso 1 – Il signor D.F. mi chiese una consulenza per espormi il caso di sua figlia tredicenne. Non volle portarla perché non sapeva se un incontro con la sottoscritta poteva essere deleterio per la sua particolare situazione. Mi raccontò che nel corso del secondo trimestre, a scuola, per ben tre volte il preside dovette chiamare l’ambulanza perché la fanciulla accusava un forte malessere generale con una compressione a livello del torace, senso di soffocamento, respiro affannoso, sudorazione.
Caso 2 – Il sig. S.D., trentaduenne, mi raccontò che l’anno precedente, nel corso delle vacanze estive, incontrò un giocatore di scacchi a livello internazionale. Tra i due nacque una certa amicizia e sorse nel signor S.D. anche la passione per il gioco degli scacchi. Si dedicò allo studio di tale gioco con grande interesse fino forse ad arrivare ad una forma innaturale di fanatismo. Iniziò a fare tornei e nel giro di pochi mesi riuscì a diventare una “seconda categoria nazionale” alla quale appartengono i giocatori di forza media del circuito scacchistico. Indubbiamente, il successo che aveva avuto in pochi mesi lo portò a spingere ulteriormente la sua passione finché in una partita dove stava evidentemente in chiaro vantaggio e che avrebbe sicuramente vinto, fu assalito da vari malesseri come una accentuata palpitazione e accelerazione del battito cardiaco, paura di perdere il controllo, vampate di calore al collo ed al viso, fenomeni di fascicolazione.
Si trovò così in difficoltà che, pur di terminare quello stato di particolare ansia, si accontentò di pareggiare la partita. Questo fenomeno si ripeté nelle successive partite, motivo che portò il signor S.D. a smettere di giocare.
Sintomi
Il riconoscimento dell’attacco di panico non è sempre facile da realizzare in quanto alcuni suoi sintomi si possono verificare anche per altre patologie. Infatti, molti soggetti con disturbo di panico evidenziano anche sintomi di depressione che potrebbe far pensare ad altri disturbi. La depressione, infatti, è presente in varie patologie psichiche.
In generale, però, se più sintomi, come quelli esposti nel precedente paragrafo, si presentano contemporaneamente, l’identificazione risulta più semplice e precisa.
Generalmente, i sintomi raggiungono l’apice e scompaiono entro pochi minuti, lasciando solo poche tracce e la paura di riavere un altro attacco terrificante. Poiché gli attacchi di panico possono presentarsi senza apparente motivo, il soggetto che li accusa spesso cerca di prevenirli. Entra, così, nella condizione di ansia anticipatoria, per cui tende a evitare i luoghi e le azioni che associa a precedenti attacchi di panico.
Poiché i sintomi coinvolgono molti organi vitali, il soggetto si preoccupa spesso di essere affetto da gravi patologie cardiache, polmonari o cerebrali. La frequenza degli attacchi può variare notevolmente.
Diagnosi
Per quanto detto, il soggetto che subisce questi attacchi di panico è portato a identificarli con diverse patologie fisiche. Questo perché alcune gravi patologie fisiche spesso causano gli stessi sintomi psico-fisici degli attacchi di panico. Quindi, come prima azione è quella di rivolgersi al proprio medico di base per le indagini del caso. Quando i medici avranno assicurato che il soggetto non presenti una patologia fisica, si dovrà ricorrere allo psicoterapeuta.
Una volta compreso che i sintomi di un soggetto sono causati da un disturbo da panico, i medici cercano di evitare che per i futuri attacchi di panico il soggetto debba sottoporsi a molte analisi, a meno che i suoi sintomi o i riscontri degli esami obiettivi non indichino un nuovo problema.
Trattamento
Antidepressivi e/o farmaci ansiolitici (antidepressivi, farmaci ansiolitici), psicoterapia, inclusa la terapia espositiva.
In assenza di trattamento formale, alcuni soggetti guariscono, soprattutto se continuano ad affrontare le situazioni in cui si sono verificati gli attacchi. In altri, i sintomi vanno e vengono per anni.
Se però gli attacchi sono stati frequenti e i soggetti hanno modificato il loro comportamento per evitare attacchi futuri, spesso si rendono necessari la psicoterapia e/o il trattamento farmacologico.
Il soggetto che presenta un disturbo di panico risponde meglio alla terapia se comprende che la malattia implica meccanismi sia fisici che psicologici e che con il trattamento di solito si riesce a controllare i sintomi.
Il trattamento farmacologico può prevenire o ridurre notevolmente il numero di attacchi di panico. Tuttavia, senza la psicoterapia, i farmaci non possono aiutare le persone a preoccuparsi meno per gli attacchi futuri e cessare di evitare le situazioni che causano gli attacchi di panico.
Spesso i farmaci devono essere assunti per lungo tempo, perché gli attacchi di panico possono recidivare in seguito alla sospensione della terapia farmacologica.
Come tutti sanno, se si riesce ad evitare i farmaci, si eviteranno i relativi effetti collaterali che essi comportano a danno del nostro organismo.
Psicoterapia
Sono efficaci diversi tipi di psicoterapia.
- La terapia espositiva comporta un’esposizione graduale e ripetuta del soggetto, con l’immaginazione e/o anche realmente, a tutto ciò che scatena un attacco di panico. La terapia dell’esposizione viene ripetuta finché le persone non siano effettivamente a loro agio nei confronti della situazione che provoca l’ansia. Per aumentare le probabilità di esposizione tranquilla, ai soggetti spesso vengono insegnate tecniche di rilassamento da usare prima di affrontare la situazione ansiogena. A volte sono necessarie solo poche sedute di esposizione. La terapia espositiva presenta due varianti: l’inondamento (flooding) e l’esposizione graduale. Nel flooding il soggetto viene esposto allo stimolo ansiogeno per 1-2 ore. Questa tecnica tende ad essere sgradevole e spesso non è ben tollerata. L’esposizione graduale fornisce al soggetto un maggiore controllo sulla durata e la frequenza delle esposizioni.
- La terapia cognitivo-comportamentale può essere di aiuto. Al soggetto viene insegnato quanto segue: a) a non evitare le situazioni che causano attacchi di panico; b) a riconoscere quando la sua fobia non è fondata; c) a far fronte all’ansia con una respirazione controllata e rallentata o altre tecniche che promuovono il rilassamento.
La psicoterapia di sostegno, che comprende educazione e consulenza, è utile perché lo psicoterapeuta può fornire informazioni generali sul disturbo, sul trattamento, sulle speranze realistiche di miglioramento e sul supporto offerto da una relazione di fiducia con il proprio medico.
Fonte immagine: https://www.monasterolo-psicologotorino.it/attacchi-di-panico/.
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