Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Germania, ma anche Spagna e le nostre Isole Canarie. Se la settimana lavorativa di quattro giorni fino a qualche anno fa sembrava un’utopia, al giorno d’oggi diventa una soluzione concreta attuata giá da diverse imprese. Ma vediamone meglio i dettagli.
Lavorare quattro giorni.
L’idea che sta alla base é molto semplice: invece di cinque, i dipendenti lavorerebbero quattro giorni alla settimana. Ovviamente ricevendo lo stesso stipendio ma lavorando piú ore al giorno. Questa idea che rivoluzionerebbe il mondo del lavoro é nata perché nel 2018, a seguito di uno studio sui paesi Ocse, si é notato che piú una nazione é ricca, meno sono i giorni di lavoro. E che quindi, paradossalmente, meno lavoro = maggior produttivitá. Cosí i sindacati di tutta Europa hanno chiesto ai governi di implementare la settimana lavorativa di quattro giorni.
Gran Bretagna, a seguito di un esperimento durato sei mesi, sta pianificando un modo per rendere permanente la settimana lavorativa piú corta. Un altro paese leader in questa rivoluzione é l’Islanda, che aveva giá adottato questo progetto tra il 2015 e il 2019. In seguito ci hanno pensato le start-up tedesche ad introdurre la settimana lavorativa piú corta nelle loro aziende. A ridursi non sono stati solo i giorni lavorativi, ma anche le ore. Infatti la media é di 34,2 ore. Tuttavia i sindacati chiedono una ulteriore riduzione. E poi ci sono Giappone e aziende internazionali come Toyota e Unilever, che stanno attualmente prendendo parte al progetto della settimana lavorativa di quatro giorni. E per citarne alcune nostrane, ad aggiungersi all’elenco ci hanno pensato anche Lamborghini e Luxottica.
I benefici.
Tra i principali benefici ci sarebbe quello della diminuzione della disoccupazione, perché le aziende che introdurrebbero la settimana lavorativa piú breve dovrebbero contrattare nuove persone per coprire i turni.
Ma il motivo piú importante che ha spinto molti politici e sindacati a rivalutare la settimana lavorativa tradizionale é quello legato alla produttivitá. Lavorare quattro giorni alla settimana significa piú flessibilitá sul lavoro, significa avere piú tempo libero da dedicare alla propria famiglia e a propri hobby. Significa avere un impiegato piú soddisfatto e meno stressato. Di conseguenza, un lavoratore piú produttivo. Per citare un esempio, Microsoft ha sperimentato il modello nel 2019: la mossa ha portato ad un aumento della produttivitá del 40%.
Un altro aspetto benefico é strettamente legato all’economia del Paese. Infatti se i lavoratori hanno piú tempo libero, di conseguenza hanno piú tempo per uscire e spendere soldi.
I contro.
C’e da dire che non tutte le aziende condividono questa nuova prospettiva, perché principalmente richiede un cambio culturale e dei modelli tradizionali del lavoro. Ció é stato causa anche del lento sviluppo dello smart-working, non culturalmente accettato da molti all’inizio, ma che é diventata una scelta obbligata durante la pandemia.
Inoltre bisogna pensare al carico di lavoro durante i giorni lavorativi rimanenti. Meno giorni non significano meno lavoro, ma semplicemente meno tempo per organizzare lo stesso carico di attivitá in meno tempo. Questo potrebbe paradossalmente essere causa di maggior stanchezza e stress per i dipendenti.
Inoltre con una settimana lavorativa piú corta potrebbe significare una riduzione dello stipendio. Piú tempo libero ma meno soldi da spendere. La scelta al giorno d’oggi non é facile.
Ed infine, questo nuovo modello potrebbe non essere ideale per tutte le aziende o per tutti i settori.
Settimana lavorativa di quattro giorni in Spagna.
In Spagna, la riduzione della settimana lavorativa ma con lo stesso stipendio inizia ad essere una realtá. Il modello é stato introdotto alla fine dello scorso anno dal Ministero dell’Industria, Commercio e Turismo di Spagna da Héctor Gómez. Secondo il ministro “tutti ne guadagnerebbero, imprese e lavoratori”. Per rendere possibile questa rivoluzione lavorativa il Governo ha stanziato a inizio 2023, 9,65 milioni di euro. Le aziende che possono chiedere parte dei fondi sono sono quelle con un numero massimo di 250 dipendenti e che generino meno di 50 milioni di euro all’anno. Un totale di 41 imprese, tra cui 3 canarie, hanno presentato domanda per partecipare al progetto.
E alle Canarie?
Per quanto riguarda il nostro arcipelago, il nuovo modello lavorativo procede a rilento. Secondo il presidente regionale de Asinca, Raul García,il mercato canario é “ridotto e frammentato”, per cui potrebbero sorgere limitazioni che minano le linee di produzione industriale. Il progetto comunque é ancora in una fase sperimentale, per cui nemmeno il Governo stesso sa se funzionerá.
C’é da dire che una impresa canaria, Cib Labs, ha introdotto la settimana lavorativa di quattro giorni ancor prima del Governo, nel 2022. Ulrich Brandner, CEO dell’azienda specializzata in processi di digitalizazione e con sede a Las Palmas, adottó questo metodo con il fine di ricavare piú tempo libero per i dipendeti ed uno stile di vita piú rilassante che si ripercuotesse nella creativitá del lavoro.
La settimana lavorativa in futuro.
Stiamo vivendo in un’epoca di rivoluzione tecnologica. Di certo il lavoro come l’intendiamo noi non potrá piú essere lo stesso. L’intelligenza artificiale é in grado di svolgere in pochi secondi attivitá che per gli uomini richiederebbero giorni. Ovviamente di questo passo saremo obbligati a rivedere i nostri modelli lavorativi, ma non si tratta di una nuova teoria.
Giá quasi cento anni fa, nel 1930, l’economista John Keynes, nel suo saggio “Possibilitá economiche per i nostri nipoti” aveva previsto un futuro in cui i progressi tecnologici avrebbero portato a un notevole aumento della produttivitá, consentendo una riduzione significativa dell’orario di lavoro.
Possiamo dire che per il momento i benefici sembrino maggiori degli svantaggi eppure il tema, se da un lato incanta, dall’altro genera ancora molte perplessitá.