La Piramide di Cheope, insieme alla Sfinge, è uno dei misteri più intriganti della civiltà egizia.

Questo apre una serie di articoli dedicati proprio a questi misteri che risalgono agli albori della nostra Civiltà. Iniziamo con la grande Piramide di Cheope, o Khufu.

A quando risale la sua costruzione? L’egittologia ufficiale la fa coincidere appunto con il regno di Cheope che l’avrebbe fatta edificare nella piana di Giza, come suo monumento funerario, intorno al 2500 a.C.

Eppure le ultime indagini scientifiche suggeriscono che fosse lì da molto più tempo.

Una ipotesi la vuole presente già 10.000 anni prima di Cristo. Un’altra, basata sull’indagine scientifica al Carbonio-14 la anticipa al 3341 a.C., “solo” mille anni prima…

Proviamo a fare un po’ di chiarezza su questo mistero dell’Archeologia.

Per chi fosse poco avvezzo alla metodologia del Carbonio-14, proverò a spiegarla nel modo più semplice e breve possibile.

La datazione al Carbonio quattordici

Il Carbonio, o C-12, è presente nell’atmosfera combinato con l’ossigeno a formare l’anidride carbonica (la famigerata CO2) e negli organismi organici come base costitutiva di tutte le cellule.

Per il 99% la quantità di Carbonio sulla Terra è di questo tipo.

Esiste però una parte su mille miliardi di Carbonio il cui il nucleo invece di avere solo 6 neutroni ne ha 8. Questi 2 protoni in più rendono questo “isotopo”, il C-14 appunto, radioattivo.

Il C-14 entra nel ciclo della vita e viene sostituito costantemente nelle cellule degli organismi organici durante tutta la loro vita. Alla loro morte questo isotopo si “fissa” e il decadimento della sua radioattività può essere misurato.

Poichè il C-14 perde metà della sua radioattiva in 5730 anni, si può arrivare a datare con molta precisione organismi vegetali ed animali vissuti fino a 60.000 fa.

È così che si è risaliti alla datazione al 3341 a.C. dell’unico pezzo di legno di cedro ritrovato all’interno della Piramide di Cheope: una delle tre “reliquie di Dixon“.

Le “Reliquie di Dixon”

Le reliquie di Dixon sono gli unici tre oggetti rivenuti in un condotto di aereazione della “Camera della Regina” dall’ingegnere inglese Waynman Dixon e dal medico James Grant nel 1872.

I tre oggetti sono una sfera di diorite, un piccolo gancio di bronzo a doppia punta ed il pezzo di legno di cedro lungo circa 13 cm, di cui parlavo sopra.

La datazione al C-14 permette di escludere che questo pezzo di legno sia stato lasciato lì da cacciatori di tombe in tempi successivi all’edificazione della Piramide.

La piramide di Cheope - Resti della reliquia di Dixon

L’ipotesi più accreditata è che facesse parte di un regolo per la misurazione dei blocchi di pietra.

Quale che fosse il suo reale uso, è sicuramente una prova “scientifica” che la Piramide di Cheope è senz’altro più antica di quello che gli archeologi ancora oggi si ostinino a sostenere.

Le altre ipotesi

Come accennavo prima, altre ipotesi suggeriscono una data ancora antecedente della costruzione della piramide di Cheope e delle due che le fanno compagnia nella piana di Giza. Spesso si basano su elucubrazioni più o meno in buona fede, ma non sono suffragate da prove scientifiche.

Chi le vuole costruite dagli Annunaki, come sistema di orientamento per le astronavi in orbita. Chi le considera monumenti eretti per onorare il pianeta di origine degli antichi visitatori alieni giunti sulla Terra, essendo orientate ed allineate come le tre stelle della cintura di Orione.

C’è chi invece lega la costruzione delle Piramidi vestigia di una civiltà antecedente la nostra e andata perduta a causa di un cataclisma planetario.

La piramide di Cheope e gli Annunaki

Conclusioni

Queste ipotesi e tante altre rasentano il fantascientifico, sta di fatto che la Grande Piramide di Cheope continua ancora oggi a stupirci.

Già dal 2017 con una tecnica all’avanguardia basata sulle anomalie rilevate dallo studio dei “muoni“, particelle con carica negativa che si formano dallo scontro dei raggi cosmici con gli atomi dell’atmosfera, dopo il loro attraversamento di strutture solide, si era avanzata l’ipotesi di nuove gallerie inesplorate.

Si è attesa l’occasione del 205º anniversario dell’ingresso dell’esploratore padovano Giovan Battista Belzoni nella piramide di Chefren, per annunciare con certezza la scoperta e l’esplorazione tramite endoscopio, di un nuovo corridoio nella Piramide di Cheope.

La natura di questo nuovo corridoio è al vaglio degli egittologi.  

Zahi Hawass, fra l’altro membro del comitato scientifico permanente che ha controllato i risultati del progetto e che abbiamo imparato a conoscere nei programmi TV di Roberto Giacobbo, nella sua proverbiale esuberanza, ha parlato della possibilità che costituisca l’accesso alla vera stanza di sepoltura del faraone Cheope.

Vedremo cosa ci riserva il futuro.

Nei prossimi articoli continuerò ad “esplorare” i misteri della Grande Piramide.

Lunga vita e Prosperità

Giampiero Sorce

Immagini della I.A. Dall-e3 di Bing e foto dei reperti e del nuovo condotto tratte dal web