“La Notte dei Morlock” di K.W. Jeter è un romanzo di fantascienza che si presenta come il sequel del celebre classico “La Macchina del Tempo” di H.G. Wells. Pubblicato per la prima volta nel 1979, il libro di Jeter non si limita a dare un seguito avventuroso al romanzo di Wells, seguendone semplicemente le orme. Esplora le conseguenze del viaggio temporale, ne approfondisce gli elementi distopici e inquietanti solamente introdotti nel romanzo di Wells, e offre una visione più oscura e complessa del futuro dell’umanità.
Il legame con “La Macchina del Tempo”
“La Macchina del Tempo”, di cui vi ho già parlato in uno dei miei articoli dedicati ai viaggi nel tempo, in questo per la precisione, pubblicato nel 1895, è un caposaldo della letteratura fantascientifica e introduce il concetto di viaggio nel tempo come meccanismo narrativo. Nel romanzo, il protagonista — noto semplicemente come il Viaggiatore del Tempo — costruisce una macchina capace di muoversi attraverso le epoche. Egli si spinge fino all’anno 802.701, dove scopre due razze evolute dall’umanità: gli Eloi, esseri deboli e infantili che vivono in superficie, e i Morlock, creature mostruose e notturne che abitano il sottosuolo e sfruttano gli Eloi come fonte di cibo.

Jeter, nel suo romanzo, riprende questi elementi e li sviluppa ulteriormente. La sua storia è ambientata anni dopo gli eventi descritti da Wells, ma mantiene l’atmosfera cupa e filosofica del libro originale. “La Notte dei Morlock” non è solo un omaggio al capolavoro di Wells, ma diventa l’occasione per Jeter di esternare la sua critica sulla società a lui contemporanea .
Trama e temi principali
Nel romanzo di Jeter, il protagonista è il figlio del Viaggiatore del Tempo, che eredita il dispositivo costruito dal padre. Spinto dalla curiosità e dal desiderio di scoprire il destino del genitore, egli intraprende un nuovo viaggio nel futuro. Qui, però, si trova di fronte a un mondo ancora più terrificante di quello descritto nel romanzo originale.
I Morlock, che in Wells erano raffigurati come brutali e primitivi, hanno acquisito una maggiore intelligenza e capacità organizzativa. La loro dominazione si è estesa, e il loro rapporto con gli Eloi è diventato ancora più crudele. Jeter esplora il degrado morale e sociale attraverso la lente della fantascienza, sollevando interrogativi sull’inevitabilità della decadenza umana e sulla fragilità delle strutture sociali.
Uno dei temi centrali è la relazione tra tecnologia e responsabilità. Come nel libro di Wells, la macchina del tempo è sia un simbolo di progresso che una fonte di tragedia. In “La Notte dei Morlock”, però, Jeter approfondisce il dilemma etico del controllo del tempo, suggerendo che la conoscenza senza saggezza può condurre a conseguenze disastrose.
Stile e atmosfera
Lo stile di Jeter è più oscuro e complesso rispetto a quello di Wells. Mentre “La Macchina del Tempo” si concentra su un viaggio allegorico, “La Notte dei Morlock” è più psicologicamente intenso e viscerale. L’autorità di Jeter si distingue per la capacità di creare un senso di oppressione e disperazione, accentuando la tensione tra le due razze e l’inevitabile discesa dell’umanità verso il caos.
Conclusione
“La Notte dei Morlock” è un’opera che non solo espande l’universo creato da H.G. Wells, ma lo arricchisce con nuove prospettive e interrogativi morali. Il libro rappresenta una riflessione potente sulla natura umana, sul progresso e sulle sue conseguenze, confermando il potenziale della fantascienza come strumento per esplorare le complessità del nostro mondo e dei nostri futuri possibili. Per questo è un libro che consiglio vivamente di leggere!
Lunga vita e prosperità