Gli italiani a Gran Canaria costituiscono la più grande etnia straniera che vive sull’isola. Le loro storie.
Gli italiani a Gran Canaria sono circa 30.000. Ho incontrato Stefania Bertini che mi ha raccontato la sua storia.
Stefania quando viveva in Italia (a Genova dove è nata) ha ricoperto ruoli di natura diversa, tutti di alto profilo culturale. Le varie attività che ha svolto l’hanno portata ad ottenere una discreta notorietà nel mondo dell’arte e della musica in particolare.
Laureata in lettere antiche, la sua carriera lavorativa è iniziata come insegnante per latino e greco nonché docente di storia medievale all’università di Genova. Inoltre, la sua attività di docente si è estesa anche nell’insegnamento delle tecniche di comunicazione, con particolare attenzione all’educazione emozionale. L’esperienza universitaria l’ha ulteriormente formata, proiettata nel campo della ricerca, ha scritto sei saggi e diversi articoli. Per un certo periodo si è interessata della ricerca di manoscritti in latino, praticamente sconosciuti.
Le sue traduzioni e la diffusione dei suoi lavori le hanno prodotto risultati lusinghieri. Queste ricerche le ha sviluppate anche all’estero, visitando diversi Paesi europei, nei monasteri dove c’era la possibilità di trovare interessanti manoscritti del basso-alto medioevo.
La sua curiosità e voglia di mettersi in gioco l’ha anche portata ad insegnare nell’università della terza età. In questa sede ha sempre cercato di attivare nei discenti quella curiosità che li spingesse all’approfondimento degli argomenti di loro interesse.
In queste esperienze Stefania ha anche proposto il teatro, costruendo con gli allievi possibili sceneggiature, anche per avviarli alla conoscenza del mondo dello spettacolo.
Nel 1999 accadde un fatto che le cambiò la vita. In un concorso per entrare nell’università si vide ingiustamente superata da un altro candidato. Questa circostanza le precluse la possibilità di andare ad insegnare a Genova, ma le fu offerta, comunque, una cattedra a Napoli ed una a Venezia. Lei, madre di tre figli e con la responsabilità di una madre sola, non se la sentì di allontanarsi in modo così determinante dalla sua città.
La famiglia di Stefania era composta da insegnanti (madre docente, zio rettore) e da artisti (nonno tenore di alto livello, nonna pianista). Insomma Stefania è cresciuta in un ambiente di notevole portata culturale nel quale ha fatto parte anche Fabrizio De André. Lei non lo ha conosciuto direttamente perché frequentava la casa di suo zio come ex compagno di scuola col quale spesso trascorreva piacevoli ore di musica.
Il caso volle che tra gli allievi di Stefania ci fosse la figlia della presidente della provincia di Genova con la quale si confidò raccontandole la sua recente disavventura concorsuale. Entrò così nelle simpatie della Presidente della Provincia e poiché proprio quell’anno (1999), alcuni mesi prima, morì Fabrizio De André, Stefania propose di organizzare una manifestazione che ricordasse il grande autore genoano.
Dopo 15 giorni la Presidente della Provincia la chiamò incaricandola di organizzare questo evento. Così accadde che dai libri di storia medievale Stefania fu proiettata nel mondo dello spettacolo. Sei mesi di lavoro, appuntamenti, accordi, inviti, contatti telefonici e quant’altro potesse servire per organizzare questo grande avvenimento.
Questo incarico, naturalmente, era incompatibile con la scuola e Stefania, pertanto, nel 2000 diede le sue dimissioni da docente.
Faber, amico fragile è il nome del concerto in omaggio a Fabrizio De André tenutosi il 12 marzo 2000 al Teatro Carlo Felice di Genova. Tutti i ricavati dall’evento furono dati in beneficenza. Lo spettacolo fu definito dalla stampa “l’evento musicale di apertura del nuovo millennio”.
Dato il successo avuto come organizzatrice-collaboratrice di questa manifestazione, il salto fu facile: Stefania passò nel mondo dello spettacolo. Qui conobbe importanti personaggi, come Maurizio Salvadori (management del mondo musicale) con i quali collaborò sfruttando anche la sua conoscenza delle lingue che aveva perfezionato nei suoi precedenti viaggi di ricerca storica.
Così Stefania ha iniziato la sua nuova attività e dal 2000 con la sua società EDURE entertainment & communication ha organizzato concerti e varie manifestazioni. Attualmente, Stefania ha chiuso la società italiana ed ora ha una nuova società, con lo stesso nome.
Comunicare con l’arte e con la musica.
Non solo l’opera o il ballo fine a se stessi, ma abbinati alla loro storia ed al loro significato sociale, alla loro cultura.
Attraverso il Consorzio Europeo della musica di cui è stata presidente per 10 anni, ha realizzato quattro progetti europei importanti che hanno ottenuto finanziamenti diretti per circa due milioni di euro e sono stati progetti di musica che avevano come tema la memoria. Riportare alla luce fatti poco conosciuti e proporli alle nuove generazioni. Spettacoli contro ogni tipo di razzismo realizzati a Genova, Gorizia, Nuova Gorica, Praga a Nizza. Tutto questo per non dimenticare. Queste rappresentazioni sono state seguite da oltre 20.000 giovani europei.
Per questi progetti Stefania ha ricevuto due medaglie dall’allora Presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano e vari premi importanti europei.
Tra le altre cose, dal 2008 fino al 2017 è stata membro della Confesercenti e responsabile delle donne imprenditrici. Inoltre è anche stata presidente regionale e nazionale degli artisti (AGI artisti).
Ha sempre collaborato con le strutture istituzionali e con le quali ha trovato modo di esprimere le sue capacità organizzando eventi di vario genere, sempre in sintonia con la politica della regione nella quale operava.
Nel 2015, ci fu il cambio del colore politico della Liguria. I suoi lavori, basati su uno standard poco gradito al nuovo potere, l’hanno esclusa da tutte quelle attività che la rendevano attiva e produttiva. Non si sentiva più di operare in quell’ambiente. Il nuovo tipo di cultura che si stava offrendo non era quello per il quale avrebbe desiderato prestare la sua opera. Quegli italiani a lei non piacevano.
Ormai era chiaro che a Genova Stefania non stava più bene. Nel 2016 venne in vacanza a Gran Canaria, anche per curiosare su un mondo così particolare come può essere quello di un’isola. La scelta dell’isola, rispetto a quelle delle altre dell’arcipelago fu casuale, forse perché era il nome che maggiormente rappresentava il gruppo delle isole.
Stefania in poco tempo si è innamorata di Gran Canaria principalmente per due cose: l’energia di questa terra ed i colori che essa diffonde.
Stefania, come suo interesse ed arricchimento personale, aveva coltivato sempre una particolare passione per l’energia. Passò anni a studiare i perché, il funzionamento, le sue vibrazioni. Queste sue conoscenze private le fecero apprezzare moltissimo l’isola.
Incoraggiata anche dal console onorario di Las Palmas, Carlo De Blasio, si convinse che un trasferimento poteva rappresentare l’inizio di una nuova vita, aperta, libera e colorata dalla potente energia offerta da Gran Canaria.
Attese che la figlia si diplomasse e nel 2017, lei, la mamma, la figlia e la gatta si trasferirono sull’isola, con l’idea di continuare la sua attività nel mondo musicale e con il tango.
Infatti, qui ha aperto una nuova società che porta lo stesso nome della precedente italiana, ormai chiusa.
Nel 2018 ha organizzato il festival mondiale di tango a Maspalomas a Lopesan Melonera ed a Lopesan Baobab. Qui è riuscita a portare circa 400 tanghèri da varie parti del mondo.
Nel 2019 lo stesso evento fu ripetuto a Tenerife, poi purtroppo con l’arrivo della pandemia tutta questa attività fu interrotta.
In questo periodo, Stefania si è resa conto che qui, sull’isola, gli italiani perdono la coscienza della cultura nel senso che vivono la musica più come un momento di socializzazione che come un momento di ascolto. Quindi, si deve ripartire da un livello più facilmente abbordabile e, insieme, cercare di innalzare la qualità degli eventi.
Quindi, il suo scopo adesso è quello di riportare una novità e coscienza culturale che possa essere ricevuta positivamente dagli italiani.
Nel periodo di inattività (pandemia), Stefania ha continuato i suoi studi sull’energia. Questi studi l’hanno portata alla conclusione che questa forte emissione vitalizzante è dovuta proprio alla qualità della luce. Le persone stanno generalmente meglio perché questa luce attiva positivamente la ghiandola pineale che è il segreto della salute del nostro organismo.
Da tutta questa serie di studi è nata l’idea della Cueva de la luz, la sua attività attuale, centro bioenergetico di Meloneras. Qui ha sviluppato un metodo unico (marchio registrato) che dichiara sia un sistema che lavora con i principi della fisica quantistica e della medicina quantica. Ora sta diffondendo questo sistema in tutta Europa come franchising. Già aperti dei centri a Città di Castello e nelle Cinque Terre e si sta diffondendo per ora in Italia e Spagna.
Il sistema da lei creato riunisce tutte le sue conoscenze e competenze.
Nel frattempo ha anche fondato l’associazione delle donne imprenditrici italiane in Canaria.
Proprio come rappresentante di questa associazione ha conosciuto Samuel, candidato all’alcaldia di Maspalomas per il partito di Nuova Canaria. Dopo essersi conosciuti ed aver compreso di poter lavorare insieme, Samuel le ha proposto di presentarsi nella lista dei suoi candidati. Lei ha accettato con la sola condizione di creare un rapporto valido tra il Comune e la società italiana. Esiste un progetto già fatto: casa Italia come luogo di servizi, socializzazione, formazione e cultura per gli italiani.
La sua frequentazione politica è più da consulente che da attivista vera e propria. Ha avuto modo, di affermare i suoi esclusivi interessi: musica, cultura e italianità.
Da parte nostra, le più sincere congratulazioni ed un caro augurio di successo per la sua attività futura.