Gli italiani che vivono nell’arcipelago costituiscono la più grande etnia straniera residente. Racconteremo le loro storie.

Gli italiani a Gran Canaria sono circa 30.000. Ho incontrato Carlo Rapallini che mi ha raccontato la sua storia.

In Italia

In Italia, dove è nato a La Spezia, ha lavorato per 36 anni come autoferrotramviere, terminando la sua attività lavorativa come conducente di pullman per un’azienda pubblica dove aveva un trattamento economico superiore. Ha sempre sostenuto che il suo lavoro gli piaceva ed ogni giorno andava al lavoro sempre con grande piacere. Un lavoro che gli ha dato belle soddisfazioni, non solo economiche, ma anche umane.

Giunto all’età della pensione, lui e la moglie Rosa hanno parlato molto della possibilità di lasciare l’Italia per trascorrere gli anni della pensione all’estero.  Inoltre, erano pienamente coscienti che gli affetti rivestivano un ruolo molto importante e che tendenzialmente questi li trattenevano in Italia. Malgrado ciò, timidamente, prima nel 2014 e poi nel 2015, hanno fatto le loro vacanze estive rispettivamente a Tenerife e, successivamente, a Gran Canaria. Tra le due isole, la scelta unanime della coppia è stata Gran Canaria, senza dubbi e ripensamenti. Carlo racconta che quest’isola l’ha talmente affascinato che non ha mai avuto dubbi su dove andare, per lui l’arcipelago era solo Gran Canaria.

Finalmente a Gran Canaria

Finalmente la grande decisione e, con tutto il magone che possiamo immaginare, nel 2017 si sono trasferiti sull’isola che li aveva così tanto attratti.

Il motivo che hanno spinto Carlo e la moglie Rosa? Era fondamentalmente quello di avere una migliore qualità di vita. In Italia il costo della vita era diventato troppo elevato, gli affitti per la casa erano impossibili, mentre qui, sull’isola, tutto era più abbordabile.

Lui mi racconta che, già da subito, ha riscontrato un miglioramento economico e il grande piacere di trovare una vita sociale più aperta ed empatica.

L’unico ostacolo iniziale, comunque, che gli ha procurato qualche fastidio è stato quello della lingua che ormai riesce a parlare discretamente.

L’inserimento sociale e lavorativo

La sua grande sorpresa è quella di aver trovato nelle altre persone quell’amicizia e collaborazione che, in Italia, non esistevano.

Carlo, uomo curioso e di buona volontà, ha cominciato a trovare quegli agglomerati sociali nei quali potersi inserire. Ha conosciuto un gruppo di canari che periodicamente organizzano escursioni sull’isola, alla scoperta dei paesaggi mozzafiato e delle zone storiche e preistoriche dell’isola.

Carlo, però, voleva fare qualcosa di costruttivo e tramite la conoscenza di una persona italiana che, viveva da molti anni sull’isola, ha conosciuto Giuseppe Bucceri ed alcuni suoi collaboratori. Naturalmente, sia Carlo che la moglie avevano la necessità di regolarizzare la loro permanenza estera e, pertanto, ottemperare a tutte le normative in vigore. Allora Bucceri era presidente dell’A.P.I.C.E., oggi A.P.I.C.E.C., e il primo contatto fu particolare perché Carlo aveva una certa titubanza verso queste persone. Gli era stato consigliato di stare molto attento a certi italiani che spillavano soldi ai propri connazionali e poi il posto dove si sono conosciuti era molto controverso: un bar.

Invece, partendo dall’iscrizione all’A.I.R.E., fino ad arrivare all’ottenimento dei documenti successivi, fu tutto compiuto in tempi brevi e nel migliore dei modi.

Fino ad allora aveva solo pagato una cifra veramente irrisoria (€ 20,00) per ottenere tutto ciò che serviva a lui ed alla moglie. Grazie ad A.P.I.C.E., Carlo aveva risolto i suoi problemi ed ora poteva vivere serenamente avendo superato tutti i problemi burocratici necessari per diventare un residente di Gran Canaria.

Carlo entra in A.P.I.C.E.

Carlo, talmente colpito positivamente da tutta questa serie di eventi favorevoli, chiese a Giuseppe di entrare nell’A.P.I.C.E. per collaborare ed aiutare l’associazione, ma soprattutto quegli italiani che, come lui, si sarebbero trovati in difficoltà per ottenere i suoi stessi obiettivi.

Ma per il primo anno non fu molto attivo e la sua presenza negli uffici dell’A.P.I.C.E. era saltuaria tant’è che in quel periodo ebbe modo di girarsi, con la moglie, tutta l’isola percorrendo la notevole distanza di 30.000 km.

Successivamente, Carlo fu coinvolto sempre più da Giuseppe Bucceri fino al punto che, attualmente egli ricopre la carica di vicepresidente e tesoriere della nuova associazione A.P.I.C.E.C. (continuazione della precedente A.P.I.C.E.).

Quindi, grande onore, ma – e questo me lo ha confidato a bassa voce – il fatto di essere anche tesoriere lo pone in una situazione di ansia, data la grande responsabilità assunta.

Tra i due, Carlo e Giuseppe si è instaurato un rapporto molto forte, basato sulla reciproca stima, collaborazione e onestà nel lavoro.

La sua ascesa sociale si stava compiendo anche grazie al suo valore, ormai anche amico del Console aveva instaurato un rapporto di collaborazione con lui così operoso che riusciva a concludere positivamente molti problemi burocratici e non solo.

Carlo entra in politica

Le novità per Carlo non sono terminate: quattro anni fa (2019), nel corso della precedente campagna elettorale, ebbe modo di conoscere Julio Ojeda, candidato sindaco del PSOE. Anche con lui è riuscito ad allacciare rapporti di amicizia tali che quest’anno, alle soglie delle nuove prossime elezioni, Ojeda gli ha proposto di presentarsi come candidato per ricoprire la carica di assessore.

Carlo ha ben presente tutta quella serie di problematiche che rendono praticamente immobile il buon andamento sociale del distretto di Santa Lucia (1 anno per avere un passo carrabile, 3 anni per avere una licenza per aprire un negozio).

La sua preoccupazione è per i giovani in generale ed in particolare per quegli italiani che si trasferiscono con il sogno di aprire un’attività commerciale sull’isola.

Da parte nostra, le più sincere congratulazioni ed un caro augurio di successo per la sua attività futura.