Il titolo del mio articolo precedente, che ha lasciato perplessi molti lettori era: NON fidarti degli Italiani!!
Allora, come la mettiamo?
Scrivo naturalmente a titolo personale e cerco di argomentare:
Non c’è alcun dubbio che gli italiani siano brava gente. Lo hanno ampiamente dimostrato in mille occasioni. Pensiamo alle “missioni di pace” all’estero dove erano i nostri militari a familiarizzare con le popolazioni locali. Pensiamo alla solidarietà mostrata nei confronti dei deboli.
Oltre un milione di italiani fanno volontariato; si tratta del 2% della popolazione, non so in quale altra nazione ci sia un impegno solidale così diffuso.
Certo, siamo sommersi da continue notizie di atti violenti perché, come dice un noto proverbio,
fa più rumore un albero che cade che un’intera foresta che cresce.
La realtà per fortuna ci racconta un’Italia popolata da gente che lavora, magari fatica ad arrivare alla fine del mese e combatte contro una lunga serie di problemi, ma mantiene un comportamento dettato dai valori morali nei quali è stata educata.
Immagino le obiezioni; non è vero, dici che è così perché vivi all’estero, le cose sono cambiate…
Che dire, io rimango dell’idea che l’italiano medio sia una persona per bene.
Ma torniamo alle Canarie
l’italiano alle Canarie è stato per decenni la copia dell’italiano medio.
Brava gente che lavora onestamente, famiglie che ogni giorno accompagnano i figli a scuola, pensionati che hanno deciso di vivere in un luogo con il clima favorevole che contraddistingue le isole.
Diciamolo chiaramente, la grande maggioranza della comunità italiana è ancora composta da queste persone
Tutti onesti gli italiani?
Ovviamente impossibile ma certamente non differenti dai canari o dagli abitanti di altre nazionalità.
Detto questo non possiamo nascondere la testa sotto il cuscino e non evidenziare che negli ultimi anni la consueta immigrazione da parte di brava gente è stata accompagnata dall’arrivo di loschi figuri che non avendo nulla da perdere in Italia hanno cominciato a delinquere sul suolo canario.
Le vittime sono quasi sempre i connazionali perché, non fosse altro che per un problema di lingua, il truffatore italiano cerca le prede tra la nostra collettività.
Che fare? Senza alcun dubbio la vittima merita sempre solidarietà, ma a volte si resta sorpresi dalla faciloneria con cui certe persone si affidano a degli sconosciuti affidando loro compiti complessi e versando congrue cifre di anticipo.
Chi vive da tempo sulle isole ha imparato a muoversi tra le istituzioni, conosce qualcuno con gli stessi problemi, mastica qualche parola di spagnolo.
E chi è appena arrivato?
Queste sono le prede più succulente per i malfattori. Paese nuovo, lingua diversa, bisogno di una serie di documenti. Istintivamente ci si affida ad un tale qualsiasi, solo perché è italiano e, vivendo qui da tempo, lui sa.
Che fare?
Una ricetta naturalmente non esiste, il disonesto non si riconosce dalla faccia.
MA DAL COMPORTAMENTO SI
Non si può non diffidare da chi magari incontrato al tavolino di un bar ci propone l’affare della vita dietro pagamento di una congrua cifra in contanti.
Non si può non diffidare da chi ci chiede un acconto per affittare una casa che magari nemmeno abbiamo visto, senza consegnarci un regolare contratto di locazione.
Non si può non diffidare dell’impresa di ristrutturazione che ci chiede un anticipo esagerato e poi sparisce nel nulla.
Caro italiano che vivi alle Canarie, sicuramente hai conosciuto tanta brava gente, ma attenzione, il lupo cattivo non esiste solo nelle fiabe quindi la parola d’ordine è:
prudenza prudenza prudenza