involtini

Gli involtini al sugo alla romana hanno molte varianti. Data la fantasia culinaria italiana le ricette sono a volte molto diverse e, in genere, quasi tutte riescono a dare un risultato gustoso. L’abbinamento con il vino rosso è d’obbligo, ma con un vino che abbia una spiccata personalità per meritare un abbinamento così principesco.

Per gli involtini al sugo alla romana go scelto un vino rosso: è un Fincas del Lebrel Maturana Tinta 2019, Rioja. Questo vino è prodotto da Bodegas Vistavalle come indicato sulla bottiglia, che è un marchio di Criadores de Rioja, quindi un vino DOC.

La cosa migliore di questo vino è che è composto da un’uva che si sta riutilizzando da un decennio, da quando era considerata estinta, come la Maturana Tinta. Un’uva con cui si fanno grandi vini in questa denominazione di origine. Presenta un grappolo piccolo e compatto, oltre a piccoli acini.

Molto sensibile alla botrite[1], il germogliamento è tardivo, ma la maturazione è precoce. Per quanto riguarda i parametri del vino, la sua intensità di colore e il contenuto di antociani[2] sono elevati, ha un’elevata acidità e un probabile grado medio. Nell’analisi sensoriale spicca il suo colore rosso violaceo; tipici aromi varietali vegetali, con predominanza di peperone verde e anche aromi balsamici e speziati; palato strutturato in cui spiccano acidità e astringenza, di media persistenza.

Poiché non viene coltivato in nessun’altra parte del mondo, la sua coltivazione è molto interessante per aumentare l’originalità, la differenziazione e la diversità dei vini della Rioja.

L’analisi del DNA sembra metterlo in relazione con la varietà Castets[3], che è praticamente scomparsa in Francia, suo paese di origine.

Analisi del vino

Questo vitigno lascia nella sua degustazione sensazioni diverse da quelle del solito Tempranillo de Rioja. Alla vista ci lascia un colore violaceo, con uno strato medio, di intensità cromatica non elevatissima, con riflessi violacei che si muovono nel calice, che indubbiamente indicano la giovinezza.

Al naso, di media intensità, lascia aromi di frutta nera, aromi floreali, fondo minerale. Non presenta complessità e mostra una certa freschezza per il mancato invecchiamento. In bocca ha un attacco corto, ma fresco, dall’acidità presente, denso, di media persistenza e di medio finale (secco).

Un vino che dopo la sua degustazione merita la valutazione di buono, raggiungendo un punteggio di 86 punti. La sua gradazione è di 14% vol.. Va servito ad una temperatura tra i 12°C ed i 15°C, adatto a carni cucinate (stufati, in umido) con contorno di legumi per rafforzarne il carattere.

L’abbinamento

Proprio in riferimento alle qualità di questo prodotto ho scelto un piatto di carne abbastanza semplice nella preparazione e che si unisce in modo ottimale a questo vino. Sto parlando degli involtini al sugo alla romana.

Tra preparazione (10m) e cottura (40m) ci vogliono 50m, al massimo un’ora se siete un po’ lenti o poco pratici di cucina.

È il classico piatto della domenica, un grande classico, semplice da preparare e dal gusto assicurato. Gli involtini al sugo alla romana sono molto gustosi e leggeri ed il sugo è un ottimo condimento per ogni tipo di pasta (provate con le tagliatelle!).

Ingredienti (per 4 persone)

  • 1 kg di fettine di noce di manzo;
  • 200 g di mortadella tagliata sottile (con il pistacchio meglio);
  • 2 carote;
  • 1 costa di sedano liberata dei filamenti (dopo averla lavata);
  • 1 kg di passata di pomodoro;
  • ½ bicchiere di vino bianco secco;
  • 2 spicchio d’aglio;
  • pepe nero q.b.;
  • sale q.b.;
  • olio extra vergine d’oliva q.b..

Preparazione

  1. Battete le fettine di manzo, salate e pepate leggermente all’interno.
  2. Disponete sopra una fettina di mortadella tagliata sottile, una strisciolina di sedano e qualche strisciolina di carota.
  3. Arrotolate le fettine e legatele con qualche giro di filo bianco da cucina o appuntatele con uno stecchino (più tradizionale).
  4.  In un tegame con il fondo largo scaldate dell’olio e fate soffriggere l’aglio schiacciato finemente, un po’ di sedano a tocchetti e un po’ di carota.
  5. Aggiungete gli involtini e fateli rosolare bene da ambo i lati; versate il vino bianco e lasciate che evapori. (Per i palati più delicati, togliete l’aglio, io non lo tolgo, amo l’aglio).
  6. Versate la passata di pomodoro e ½ bicchiere d’acqua. Aggiungete il sale e un pizzico di pepe nero; abbassate la fiamma, coprite con un coperchio e lasciate stufare per circa 40 minuti.
  7. Prima di servire gli involtini, togliete gli stuzzicadenti (potete pure non farlo e lasciare questo impegno ai commensali).

Note & Varianti

  1. Accompagnate gli involtini al sugo alla pasta condita con lo stesso sugo o con un contorno di verdure (meglio legumi tipo fagioli, lenticchie o piselli).
  2. Potete sostituire la mortadella con la pancetta, con il prosciutto crudo, o con lo speck.
  3. Gli involtini sono ottimi anche in bianco, prima di soffriggerli guarnirli con una fogliolina di salvia, passarli nella farina e sfumateli con 1 bicchiere di vino bianco.

Buon appetito e buon divertimento!


[1] La botrite (o muffa grigia della vite) è tra le malattie fungine più gravi che minacciano la viticoltura. Colpisce in particolar modo gli acini d’uva in fase di maturazione, ma può manifestare i suoi sintomi anche sulle foglie e sui germogli, ovvero gli organi vegetativi della pianta di vite.

[2] Gli antociani sono dei pigmenti vegetali idrosolubili presenti nei fiori, nei frutti, nelle foglie o nei fusti di molte piante che assumono colore diverso – rosso, azzurro o violetto – a seconda della reazione (rispettivamente acida, alcalina o neutra) dei liquidi cellulari in cui sono disciolti.

[3] Sebbene esistano alcune piantagioni nel sud-ovest della Francia, il numero della varietà è in calo ed ora è quasi estinto.