Il nome di Ingo Swann non dovrebbe esservi sconosciuto: ve ne ho parlato nel mio articolo sull’Arca dell’Allenza; se lo avete perso lo trovate qui.
C’è un confine sottile tra la scienza e l’invisibile, tra ciò che si può misurare e ciò che si può soltanto percepire. È su questo confine che ha camminato Ingo Swann, artista, visionario e, per alcuni, il più straordinario “remote viewer” della storia.
Il suo nome è legato indissolubilmente a uno dei progetti più controversi mai condotti dalla CIA: il Progetto Stargate. Ma quello che lo rende davvero interessante, oggi, non è soltanto il suo contributo alle operazioni di spionaggio psichico, quanto le sue visioni — letteralmente — di altri mondi.
Ingo Swann e Il Progetto Stargate
Negli anni Settanta, mentre la Guerra Fredda infiammava i cieli e i cervelli delle due superpotenze, la CIA avviò una serie di esperimenti volti a esplorare le capacità psichiche come strumento di raccolta d’intelligence. In un’epoca in cui tutto sembrava possibile, anche l’idea che si potesse “vedere a distanza” fu presa in seria considerazione. Nacque così il progetto Stargate, con sede nello Stanford Research Institute, sotto la guida di Hal Puthoff e Russell Targ.
Ingo Swann fu uno dei primi e più brillanti partecipanti. Sosteneva di poter proiettare la propria coscienza in luoghi remoti, descrivendoli con una precisione che spesso lasciava gli osservatori a bocca aperta. Non si trattava di semplici supposizioni: molte delle sue descrizioni furono in seguito confermate da dati satellitari o da fonti riservate.
Ingo Swann e Pat Price: rivalità tra titani
Accanto a Swann, come accennato nel mio articolo sull’Arca dell’Alleanza, venne chiamato a lavorare dalla CIA un altro sensitivo: Pat Price, un ex poliziotto che condivideva con Swann l’abilità – o la convinzione – di poter vedere oltre lo spazio e il tempo. La rivalità tra i due fu tanto silenziosa quanto intensa.
Price era più pragmatico, diretto, e la CIA sembrava fidarsi maggiormente di lui per missioni operative. Swann, d’altro canto, era un artista dell’invisibile, incline alla speculazione e alla filosofia, forse meno affidabile per uno scenario da Guerra Fredda, ma infinitamente più affascinante.
I due si rispettavano, ma il confronto era inevitabile. Quando Pat Price morì improvvisamente nel 1975, ufficialmente per un attacco cardiaco, alcuni — compreso Swann — sollevarono dubbi. La morte di Price segnò un prima e un dopo nella storia dello Stargate. Swann continuò, ma qualcosa cambiò nel suo sguardo.
Visioni da altri mondi

Se il remote viewing aveva lo scopo iniziale di vedere installazioni militari sovietiche, per Swann fu anche una porta verso l’altrove. Non si limitò mai alla Terra. Durante una serie di sessioni sperimentali, affermò di poter osservare i pianeti del sistema solare. Celebri sono le sue descrizioni di Giove, fatte prima dell’arrivo della sonda Pioneer 10. Su Io, una delle lune di Giove fu così prolifico di particolari da lasciare increduli, eppure le sue “visioni” furono confermate una volta che le sonde giunsero fisicamente nelle sue vicinanze. Per quanto riguarda Giove, Swann parlò di un campo magnetico potente, di anelli attorno al pianeta, e di una superficie turbolenta — elementi che la scienza avrebbe confermato solo in seguito.
Ma fu con Marte che la sua immaginazione — o percezione — raggiunse l’apice. Raccontò di strutture artificiali, di esseri intelligenti vissuti in un remoto passato, e di una civiltà fuggita sotto la superficie del pianeta per sfuggire a una catastrofe. Non era più solo spionaggio psichico. Era mito, cosmologia, o forse qualcosa che sfiora il ricordo di un tempo dimenticato.
“Non sono un profeta. Sono solo qualcuno che sa ascoltare il silenzio dell’universo.”
— Ingo Swann
Gli anni dopo la CIA
Negli anni Ottanta e Novanta, Swann si dedicò alla scrittura, pubblicando diversi libri in cui raccontava la sua esperienza di remote viewer ma anche le sue riflessioni sul ruolo della coscienza e sulle forze invisibili che agiscono sul nostro mondo.
Una delle sue opere più affascinanti è “Penetration: The Question of Extraterrestrial and Human Telepathy” (1998)
È forse il suo libro più controverso. Racconta episodi che coinvolgono il governo, presunti contatti con intelligenze extraterrestri e persino una misteriosa donna — “non del tutto umana” — incontrata sotto copertura. Un testo che fonde spy story, ufologia e psichismo con tono serio e riflessivo.
Pur rimanendo relativamente lontano dal circuito accademico, Swann fu considerato una figura di riferimento nel mondo delle ricerche parapsicologiche e delle scienze di confine. Collaborò con l’Institute of Noetic Sciences e partecipò, seppur con discrezione, a seminari e gruppi privati interessati all’evoluzione della coscienza.
Continuò a sostenere che i poteri psichici non erano “miracoli”, ma capacità latenti che potevano essere sviluppate con disciplina e consapevolezza. E rimase critico verso le istituzioni scientifiche che liquidavano troppo in fretta tutto ciò che sfuggiva al metodo sperimentale.
Oggi, a distanza di decenni, è facile liquidare tutto questo come fantasia. Eppure, alcune intuizioni di Swann restano inspiegabili. Altri studiosi, più ortodossi, suggeriscono che la sua mente funzionasse come un’antenna particolarmente raffinata, capace di captare informazioni sparse nell’inconscio collettivo o nei dati latenti della realtà. Ipotesi? Suggestione? O accesso a una dimensione della conoscenza ancora sconosciuta?
Visse in maniera assolutamente riservata gli ultimi anni della sua vita a New York, dove morì nel 2013. Continuò a scrivere e si dedicò alla pittura, dove trasferiva i mondi interiori che esplorava, circondato da pochi amici e collaboratori. Mai del tutto accettato né dalla scienza né dal mondo “new age“.
Conclusioni
Quel che è certo è che Ingo Swann non fu mai un truffatore. Fu un uomo inquieto, in cerca di risposte che la scienza non era e non è ancora pronta a formulare.
E come quasi tutti i ricercatori della verità, visse sempre in bilico tra plausibile e incredibile, tra luce della coscienza e ombra dei misteri, regalandoci la “speranza” che non siamo soli nell’universo.
Lunga Vita e Prosperità
Giampiero Sorce