Il Segno dei Due Mondi è un capolavoro di romanzo, lasciatemi sbilanciare una volta tanto.
L’autore, Keith Laumer, è uno specialista del redigere trame appassionanti e a disegnare con cura i suoi personaggi. In questo caso si parte da uno dei siti archeologici più affascinanti della nostra amata Terra, Stonehenge, per viaggiare nello spazio e raggiungere un altro Mondo.
Pronti a partire? allora andiamo.
L’autore
John Keith Laumer (1925 – 1993) fu un diplomatico e un ufficiale della U.S. Air Force prima di dedicarsi completamente alla Fantascienza. Non a caso uno dei suoi primi racconti fu Unità da combattimento (Combat Unit) del 1960.
Tra una missione e l’altra per l’Air Force, alla fine degli anni 50 acquisto una piccola isola, poco meno di un ettaro, su un lago nella contea di Hernando, vicino a Weeki Wachee, dove fissò la sua dimora per il resto della sua vita.
La sua carriera fu molto prolifica fino al 1971, quando un ictus gli impedì per anni di scrivere. Ripresosi, non ebbe più l’estro di una volta e la sua produzione non ebbe più i livelli di opere come il ciclo di Retief, un diplomatico (guarda caso) spaziale che deve costantemente superare i fallimenti infusi di burocrazia di persone con nomi come l’ambasciatore Grossblunder (tradotto: erroregrossolano).
Il segno dei due mondi
Ci sono molti libri che narrano di scoperte archeologiche legate a mondi perduti o addirittura ad alieni. Chi non si è appassionato alle avventure narrate all’ombra delle Piramidi nel film Stargate?
Nel caso de “il segno dei due mondi”, come accennato prima, siamo in Inghilterra, a Stonenghe. I due cerchi di monoliti concentrici nascondo un segreto che risale ai tempi dei primi passi dell’uomo sulla Terra.
I protagonisti sono due: Legion, una ex spia, ex investigatore privato, ex buttafuori, ex… insomma un uomo ai margini della società e Foster un cinquantenne con la convinzione che qualcuno o qualcosa voglia farlo fuori, che non sa di essere un alieno e che sottostress, sviene, ringiovanisce e dimentica chi era prima.
Quando si incontrano, le circostanze fanno si che inizi una avventura che li porterà a svelare nientemeno che il segreto di Stonenghe. Ma non solo: in qualche modo riescono a richiamare in vita una astronave, da millenni in orbita attorno alla Terra, e raggiungere la patria di Foster.
Raggiunto il pianeta di Vallon, non ci saranno comitati di benvenuto ad attenderli ma una ennesima avventura in un mondo regredito all’età medievale.
Legion rischiera la vita più di una volta per aiutare il suo amico Foster a riprendere il posto che gli spetta di diritto nella società vallonese, ed il lieto fine in stile cavalleresco è la giusta conclusione di questo romanzo.
Conclusioni
Il segno dei due mondi è una lettura difficile da abbandonare una volta iniziata, appassiona e sorprende per i continui colpi di scena e la narrazione fluida e mai ripetitiva. Un capolavoro di Hewith Laumer che consiglio vivamente.
Prima di congedarvi, una curiosità: nell’edizione del 1976 (Urania nº 691) in appendice troviamo un racconto breve di Vance Aandahal: “scienziata pazza“. Ebbene anche questo un racconto da non perdere: vi lascerà con l’amaro in bocca da un lto e il senso di libertà dall’altro. Parola mia!
Lunga vita e prosperità
Giampiero Sorce