Il Futuro: il territorio inesplorato
Il Futuro è stato definito il territorio inesplorato dal grande William Shakespeare ne L’Amleto, Atto III, scena prima. E questa frase è stata usata in STAR TREK Rotta verso l’Ignoto, l’ultimo e, forse, anche il migliore dei film della vecchia guardia.
Nel quadrato ufficiali della U.S.S. Enterprise si sta tenendo una cena di gala con il Cancelliere Gorkon, Capo dell’Impero Klingon e questi invita a brindare al futuro citando l’Amleto. Ecco il triler del film con la scena appena descritta:
Al territorio inesplorato: al Futuro!
Avrete senz’altro riconosciuto il grande Christopher Plummer nei panni del generale Klingon Chang. Ma, come vi avevo anticipato alla fine del mio precedente articolo, oggi vi parlerò del primo racconto di fantascienza italiano che, guarda caso, parla proprio di un viaggio nel tempo verso il futuro!
il romanzo ritenuto il padre della fantascienza italiana
In realtà non è un vero proprio viaggio perchè i protagonisti, il dottor Toby e il giovane milionario James Brandok, usano un preparato miracoloso estratto da un fiore per procurarsi una morte apparente. Nascondono i loro corpi in un luogo segreto, immersi in un liquido che li ibernerà a -20 gradi, e predspongono tutto affinchè vengano risvegliati cento anni dopo, nel 2003!
Il romanzo è del 1907 e il titolo è “Le meraviglie del 2000” e fu pubblicato dall’Editore Bemporad a firma dell’autore Guido Altieri, uno pseudonimo di un ben più illustre scrittore italiano. Solo successivamente, rivisto e corretto, fu pubblicato dall’Editore Donath con il vero nome dell’autore.
Ebbene si, Emilio Salgari, l’autore del Corsaro Nero, di Sandokan e dei Tigrotti della Malesya, insomma l’autore che scrisse di culture così lontane dall’Italia senza essersi mai mosso dal suo salotto.
Emilio Salgari ha scritto questo romanzo all’inizio del XX secolo e, in fondo, non è che un altro dei suoi fantastici viaggi. Di certo “Le meraviglie del 2000” non ha lo stesso spessore di Le tigri di Monpracem o de Il mistero della giungla nera, però ha un suo perchè.
Alcuni detrattori hanno voluto vedere in questo romanzo una sorta di catalogo delle invenzioni futuribili, dalla trama debole se non inesistente.
C’è chi addirittura ha messo in dubbio la stessa paternità dell’opera. Io penso che il libro vada preso per quello che è: un tentativo di Salgari di esplorare, come suo solito, un nuovo mondo. In questo caso il futuro, un territorio inesplorato.
Il mondo del Futuro
Con la stessa capacità di descrivere Labuan, Salgari descrive la New York del futuro con tutta una serie di invenzioni tecnologiche strabilianti. Come Verne, anche lui pone l’elettricità e la sua fonte a base delle nuove invenzioni, e intraprende un viaggio che ricorda sia il giro del mondo in 80 giorni che 20.000 leghe sotto i mari.
Un altro punto di contatto con gli scrittori del fantastico a lui contemporanei, lo ritroviamo all’inizio del romanzo. I due protagonisti infatti scoprono che la Terra comunica ormai da quasi un secolo, con Marte e i suoi abitanti: i Martiani. Qui è chiaro l’omaggio a H.G. Welles.
Una menzione a parte merita invece l’accenno agli anarchici e alla guerra.
Ricordiamoci che siamo nel 1907 e solo pochi anni prima, il 29 luglio 1900 a Monza l’anarchico Gaetano Bresci uccideva il Re d’Italia Umberto I di Savoia. La soluzione suggerita da Emilio Salgari è ai nostri occhi, senz’altro discutibile ma sicuramente in linea con il pensiero del tempo. Tutti gli anarchici, infatti, vengono esiliati in una colonia al Polo Nord…
Sulla guerra invece Salgari ha una visione più ottimistica. Forse proprio perchè nessuno poteva o voleva immaginare lo scoppio di una guerra che, a conti fatti, avrebbe coinvolto il mondo intero.
“La guerra aveva ucciso la guerra. L’ultima battaglia, tra le nazioni europee e quelle americane, era costata milioni di vite umane, senza vantaggi. Così si decise di abolire per sempre le guerre anche perché a quel tempo una guerra avrebbe potuto distruggere l’intero mondo.”
Così Salgari profetizza quello che sarà il primo conflitto mondiale, non so francamente se consapevolmente o meno.
Il romanzo si conclude con una avventura nel pieno stile salgariano con una lotta quasi mortale con dei felini impazziti su un’isola in mezzo all’oceano.
Emilio Salgari
Conclusioni
Siamo arrivati anche noi alla fine di questa carrellata sui viaggi nel tempo.
Spero vi sia stata gradita e vi abbia spinto a leggere qualcuno dei libri che ho citato. Io li ho letti tutti, negli anni ovviamente, ma sempre con la mente aperta al fantastico e al possibile, che mi hanno dato la fama tra i miei amici di “sognatore”.
Allora vi invito a “sognare” con me futuri possibili, mondi migliori, astronavi sfolgoranti, Imperi Galattici, avventure mirabolanti. Vi invito a “tuffarvi nel mare dell’Infinito e uscirne coperti di polvere di Stelle!”
Giampiero Sorce
ARRIVEDERCI
Con questo numero iniziano le mie ferie. Vi do appuntamento a Settembre, ricordandovi che il Concorso Stelle e Dintorni per nuovi racconti, i vostri, è ancora aperto.
A presto
Lunga Vita e Prosperità
Foto di copertina generata dalla I.A. di Bing: DALL-E; foto della copertina del libro di e dalla collezione di Giampiero Sorce; foto di Emilio Salgari tratta dal Web