I superstiti di Ragnarok (Urania nº711, 1976) non è un racconto della mitologia norrena: Asgard, Odino, Thor e tutti gli Dei scandinavi non c’entrano nulla.
È un capolavoro della Fantascienza datato 1960, scritto da Tom Godwin. La storia si svolge su un pianeta veramente tremendo a cui è stato dato, proprio per le condizioni impossibili di sopravvivenza, il nome che racchiude il significato di Ragnarok: “l’ultimo giorno per gli uomini e gli dei”.
L’autore
Tom Godwin è stato uno scrittore di fantascienza statunitense della prima guardia. Nato nel 1915, pubblicò i suoi primi racconti sulla rivista Astounding, la rivista di John W. Campbell di cui vi ho già parlato nel precedente articolo su “Aarn Munro il gioviano“.
In totale sono stati trenta racconti brevi e tre romanzi, tra cui questo, I supertiti di Ragnarok e il seguito: I reietti dello Spazio del 1964.
Ebbe una vita difficile, segnata fin da bambino da un tragico incidente: giocando con la pistola uccise la sorellina. Questo, unito alla scomparsa prematura della moglie e ai problemi di salute, lo portarono infine all’alcoolismo e alla morte a soli 65 anni.
I supertiti di Ragnarok
Il tragico incidente che lo vide protagonista e la morte della madre, segnarono profondamente Tom Godwin. Ne troviamo traccia anche nel romanzo: il giovane Billy di cinque anni si trova inerme e spaventato a dover affrontare la morte della madre e del nonno. Quando se ne rende conto deve crescere all’improvviso e abbandonare il suo orsacchiotto.
Le poche righe di questo specifico episodio, anche alla luce di quanto accaduto nella realtà a Godwin, sono di una struggente poesia:
-Credo sia tutto – disse Julia mentre raccoglieva le sue poche cose e la borsa di Irene. – Prendi il tuo orsacchiotto e andiamo.
Billy andò a raccogliere il giocattolo. Poi si fermò e mormorò una specie di “no”. Rimise a terra l’orsacchiotto, togliendo dal suo muso un pochino di terra, come per un definitivo gesto d’addio, e restò fermo a guardare Julia, a mani vuote.
– Non credo di aver più voglia di giocare con lui – disse. – Credo che non avrò mai più voglia di giocare.
Poi si avviò al suo fianco, lasciandosi alle spalle l’orsacchiotto, assieme alle lacrime e alle gioie dell’infanzia.
La storia si svolge su un pianeta dove la gravità è una volta e mezzo quella della Terra, popolato da predatori che sembrano usciti dal peggior incubo, dove le febbri mietono vittime a centinaia. Su Ragnarok ogni istante può essere l’ultimo. A doversi adattare a queste condizioni estreme sono 4000 terrestri deportati da una razza aliena che sta conquistando piano piano tutti i pianeti colonizzati dai terrestri.
Il romanzo è ricco di avventura, umanità, compassione ed è un elogio alla capacità umana di non arrendersi e sapersi adattare. Una epopea che vedrà alla fine raggiungere lo scopo che ha tenuto uniti i superstiti di Ragnarok: la vendetta!
Conclusioni
Il capolavoro di Tom Godwin continua ne “i reietti dello spazio” del 1964 ed edito in Italia da Mondadori (nella versione e-book che vedete in foto). In questo romanzo l’autore affronta un tema scottante: la paura del diverso, dando vita ad una nuova avventura per i superstiti di Ragnarok.
Ma questo ve lo racconterò in un nuovo articolo, per non togliervi il piacere di scoprire le avventure degli uomini e delle donne di Ragnarok!
Lunga Vita e Prosperità
Giampiero Sorce